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Cagliari, l'ex Aresti: "Senza Ranieri non ce l'avremmo fatta a salvarci, lui univa tutto"
Intervenuto a "Di tutto un po'dcast", l'ex portiere del Cagliari Simone Aresti ha parlato di tante cose tra cui quel famoso Cagliari-Lazio al termine del quale il mister Ranieri si era dimesso. Le sue parole, riportate da Tuttocagliari.net: "Quello che si è detto è vero: il mister si è dimesso parlando con noi. Ma poi intervenne il capitano e disse che tutta la squadra pensava che senza Ranieri non si sarebbe salvata. Ne sei sicuro al 100%? Perché lui era quello che univa tutto, anche il supporto dei tifosi. Era l'anello di congiunzione tra tutto in quel momento, sicuramente anche uno scudo importante. Però in quel momento, senza il mister, non ce l'avremmo fatta. Ci fu questo chiarimento: lui disse che si sarebbe dimesso a fine partita. Il capitano rispose: "Mister, o con lei noi vogliamo retrocedere, ma andiamo a fare la guerra a tutti".
Ci confrontammo tra di noi, eravamo tutti sulla stessa linea d'onda. Questo è bellissimo, forse non mi era mai capitato. Di solito, se un allenatore si dimette, dice "arrivederci e grazie", la squadra abbassa la testa. Ci sono quelli che non giocano e magari sperano di trovare più spazio con un nuovo mister. Ma in quel momento eravamo tutti decisi: o con Ranieri o niente. Era una cosa condivisa da tutti. Forse quel Cagliari non stava giocando male in quelle partite, ma i risultati non arrivavano. Erano partite difficili, ma l'impegno c'era sempre stato. Il mister voleva tirar fuori qualcosa in più, e c'è riuscito, perché poi abbiamo messo sotto le big: risultati pazzeschi, quasi vincendo a Milano con l'Inter, pareggiando con la Juve in casa per un autogol, vincendo con l'Atalanta che doveva vincere per forza.
Il mister non sarebbe uscito da lì se non fosse tornato ad essere il nostro allenatore. Era deciso a dimettersi perché pensava fosse la soluzione giusta per il nostro bene, ma noi sapevamo che la soluzione giusta era unirci e compattarci. Quando è arrivato, parlava, rideva e scherzava. Io ero sempre in imbarazzo, perché quando vedi i miti come Gigi Riva e Claudio Ranieri, rimani sempre così. Ho sempre avuto questo incredibile imbarazzo col mister, però l'ho sempre visto e descritto come quello che poi si è rivelato: una persona autentica, senza maschere. Quando è il momento di arrabbiarsi, si arrabbia, e tutti zitti. Ha una grande personalità, ma la sua qualità più grande è che dice sempre le parole giuste al momento giusto. Pensi: ma come cavolo fa? Probabilmente l'imbarazzo non mi è mai passato, non sono mai riuscito a fare una battuta al mister mentre lui me ne faceva e io ridevo. Mi imbarazzo ancora adesso, se lo rivedessi mi imbarazzerei. Per me Ranieri rimane sempre Ranieri, e averlo vissuto me l'ha fatto ammirare ancora di più di quanto mi raccontavano".
Ci confrontammo tra di noi, eravamo tutti sulla stessa linea d'onda. Questo è bellissimo, forse non mi era mai capitato. Di solito, se un allenatore si dimette, dice "arrivederci e grazie", la squadra abbassa la testa. Ci sono quelli che non giocano e magari sperano di trovare più spazio con un nuovo mister. Ma in quel momento eravamo tutti decisi: o con Ranieri o niente. Era una cosa condivisa da tutti. Forse quel Cagliari non stava giocando male in quelle partite, ma i risultati non arrivavano. Erano partite difficili, ma l'impegno c'era sempre stato. Il mister voleva tirar fuori qualcosa in più, e c'è riuscito, perché poi abbiamo messo sotto le big: risultati pazzeschi, quasi vincendo a Milano con l'Inter, pareggiando con la Juve in casa per un autogol, vincendo con l'Atalanta che doveva vincere per forza.
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