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Donatella Scarnati: "Riva mi fece innamorare del calcio. È stato decisivo in tanti momenti critici, mettendoci la faccia"TUTTO mercato WEB
© foto di Chiara Biondini
ieri alle 22:15News
di Vittorio Arba
per Tuttocagliari.net

Donatella Scarnati: "Riva mi fece innamorare del calcio. È stato decisivo in tanti momenti critici, mettendoci la faccia"

Donatella Scarnati, storico volto del giornalismo sportivo della RAI, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Varesenoi.it, soffermandosi sulla figura di Gigi Riva. Di seguito un estratto delle sue parole: "Riva è il mio mito, Gigi mi ha fatto amare il calcio e la scintilla è partita nel 1970 ai Mondiali in Messico e trovarmelo dopo tanti anni in Nazionale come dirigente per me fu un'emozione grandissima. Gigi ha tracciato uno stile di vita con il suo comportamento esemplare, era l’uomo che ci metteva la faccia, che difendeva i giocatori, era il parafulmine di tutti. Aveva una comunicazione leale, rispettava molto il lavoro dei giornalisti. Riva è stato determinante in tanti momenti critici come Calciopoli nel 2006, scandalo venuto a galla proprio alla vigilia del Mondiale.  E’ sempre stato vicino ai calciatori che lo consideravano il leader carismatico, un fratello maggiore per fuoriclasse come Roberto Baggio, Totti, Buffon. Un punto di riferimento anche per Cassano che è sempre stato difeso da Gigi". 

A proposito di Buffon, anch'egli presente a Leggiuno lo scorso novembre, qual era il suo rapporto con Rombo di Tuono? 

"Molto intenso, si capivano con gli sguardi. Buffon lo ha raccontato a Leggiuno in occasione dei festeggiamenti organizzati dalla Nazionale per gli 80 anni di Riva, quando corse ad abbracciarlo in occasione della consegna del Collare d’Oro in una stadio super gremito, prima della partita tra Cagliari e Juventus. L’abbraccio tra i due e quella frase detta al portierone "vorrei sparire perché mi sento a disagio", dice tutto del loro rapporto".

Come ha vissuto l'abbandono di Gigi Riva alla Nazionale di allora?

"Molto male, era un'icona per tutti: Prandelli tentò di fargli cambiare idea, ma oramai la sua decisione era presa e Gigi non tornava mai indietro quando aveva deciso una cosa". 

Vi siete più rivisti da allora?

"Ci sentivano spesso telefonicamente, quando mi trovavo a Cagliari avrei voluto salutarlo ma non c’era verso, era disponibile solo al telefono".

Qual è la sua intervista preferita fatta a Riva?

"Quella realizzata in occasione del suo sessantesimo compleanno. Gli telefonai chiedendo di poterlo intervistare per TV7, il magazine del TG1. Rispose di no perché mi disse che se avesse accettato poi avrebbe dovuto fare altrettanto con i miei colleghi e non voleva scontentare nessuno. Non mi persi d’animo e assieme a Franco Cignini, collega operatore tra i più esperti del TG1 e grande tifoso di Riva, partimmo alla volta di Cagliari. Arrivati in Sardegna telefonai a casa sua, chiedendogli se almeno potevamo bere un caffè insieme. Accettò a patto che non si parlasse di un'intervista; dopo quel caffè, magicamente ci sedemmo su una panchina e lui iniziò a raccontarsi per oltre un’ora. Un'intervista riproposta in diverse occasioni negli anni. Rimasi particolarmente strabiliata, non tanto per essere riuscita a farlo parlare davanti ad una telecamera, ma per come giocava e sorrideva con la nipotina Virginia. Da donna, dopo tanti anni, posso affermare che quello sguardo dolce e quei modi di parlare ancora oggi mi ritornano spesso in mente".