Sanna: "Il cambio Mina-Wieteska ha influito negativamente. Scuffet ci ha riabituato ad un portiere che si tuffa"
Nel suo "Commento a Caldo" per Galleria Progetti, il giornalista Vittorio Sanna ha analizzato Cagliari-Inter, che ha visto i nerazzurri imporsi per 0-3 in terra sarda. Le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Vincere contro l’Inter o anche solo fare punti contro l’Inter è un’impresa per chiunque, non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Quest’oggi lo si è capito: per riuscire a fare punti dovevi giocare la partita perfetta. Il Cagliari la partita quasi perfetta l’ha giocata nel primo tempo, con la determinazione giusta, il coraggio giusto e la velocità giusta. Ha corso facendo tutto quello che doveva, ma ha messo in evidenza ancora qualche lacuna, o meglio quelle lacune ormai ataviche che vanno risolte, anche con il mercato che si sta affacciando. Tra queste c’è la mancanza di qualcuno che concluda in porta con maggiore efficacia, che aiuti i piccoli nella fase offensiva, che faccia da raccordo tra difesa e centrocampo nella costruzione e che possa essere determinante negli ultimi 20 metri. Nel primo tempo si è visto un Cagliari capace di difendere bene, concedere pochissimo all’Inter e farlo con grande determinazione. Ma quando nel secondo tempo non riesci a mantenere lo stesso livello del primo, è chiaro che arrivano soluzioni negative, o meglio quegli episodi che ti devi aspettare da una squadra come l’Inter. Anche un episodio fortunato, se vuoi, dentro l’area: basta una distrazione, un’esitazione, ed ecco che anche un pallone che chissà se Bastoni voleva davvero mandare in porta finisce per essere determinante, sblocca il risultato e cambia la psicologia della partita. Cambia lo spirito, l’atteggiamento e la convinzione nelle cose che stai facendo. Una convinzione che forse era già venuta meno con il cambio di Mina per Wieteska, perché Yerry Mina era quello che si era esposto per primo, che lottava su ogni pallone, cercava di tamponare e provocare, andando muso a muso con gli avversari, trasferendo il suo coraggio – spesso anche teatrale – al resto della squadra. Nel secondo tempo, invece, con il gol di Bastoni, tutto si è spento, ma già prima si notava che il Cagliari aveva perso qualcosa. Il gol ha poi aperto la strada al raddoppio, una grande giocata di Barella, non a caso il migliore in campo. Ne avevamo parlato alla vigilia del valore di Nicolò Barella, che oggi è stato autore di due assist. Il primo, meno elegante, è stato comunque efficace; il secondo, invece, una traiettoria straordinaria per servire Lautaro Martinez.
Il terzo gol è arrivato da una distrazione: un intervento di Wieteska che non capisci, in un calcio dove si parla tanto delle braccia che devi tenere giù. Qui ha fatto muro, e dopo l’impatto con l’avversario il pallone gli è balzato sulla mano. Un episodio raro, tanto che nessuno ha protestato. Il rigore è stato poi trasformato per il definitivo 3-0. Alla fine si deduce che si è cercato di fare un’esperienza positiva. Non si pretendeva di ottenere il risultato pieno, ma magari un episodio poteva premiare il Cagliari con un pari. Tuttavia, è arrivato il risultato che ci si aspettava: un 3-0 netto, figlio del fatto che non si è riusciti a fare la partita perfetta. E questo è un problema che si è visto anche contro avversarie meno quotate dell’Inter. Ora si guarda avanti, al Monza, sperando che il mercato di gennaio porti qualcosa di nuovo. Oggi qualcosa di positivo si è visto: Scuffet, ad esempio, ci ha abituati di nuovo a un portiere che si tuffa, che non sta in piedi a guardare il pallone. Nel primo tempo anche lui ha dato il suo contributo per mantenere lo 0-0. Però c’è bisogno di supportare questi ragazzi, che fanno di tutto per rimanere in partita contro squadre molto più forti. Servono risorse individuali in più per poter credere nel lavoro che stanno facendo e andare avanti nel progetto che Nicola sta cercando di portare verso la salvezza. Perché l’obiettivo resta quello, in un campionato dove tante squadre sono vicine in classifica, ma bisogna fare attenzione a non incappare in troppi risultati negativi consecutivi, che potrebbero minare la convinzione della squadra".