L'Unione Sarda - Zappa: "Un sogno le 150 gare in rossoblù. Ora sogno la Nazionale. Toro? Vogliamo regalare prima vittoria ai tifosi. A Bari l'emozione più grande della mia vita"
"Un sogno le 150 gare in rossoblù". Così l'esterno del Cagliari, Gabriele Zappa, in un'intervista concessa a Fabiano Gaggini per L'Unione Sarda.
Una lunga chiacchierata che parte dall'11 giugno 2023, dal suo dribbling e dal suo assist per Pavoletti che consegnano la Serie A al Cagliari in un avverso San Nicola di Bari: "Quante volte ha rivisto quel dribbling? Tante, tantissime. Ogni volta mi soffermo sulla gioia dopo il gol di Pavo. È stata forse una delle emozioni più grandi della mia vita. Che cosa ho pensato prima di puntare Maita? Ero così dentro la partita che non pensavo a niente, ho dato retta all'istinto. Ho provato a fare qualcosa che nessuno si aspettava. È stato il momento più esaltante in rossoblù? Anche il primo gol in Serie A è stato bellissimo, così come la salvezza l'anno scorso. Ma Bari è Bari. Il messaggio più bello ricevuto in quei giorni? Dico il primo che mi viene in mente, dal fratello del mio procuratore. Mi ha scritto 'da oggi ti salvo sul telefono come Marcos Cafu. Hai fatto una giocata da gran giocatore e avevi ragione tu, sul fatto che l'avresti vinta'. Ci credevo davvero, anche perché nello spogliatoio si respirava la certezza di andare in A già in semifinale"
Il debutto invece è datato "Venti settembre 2020, col Sassuolo. L'esordio in Serie A. Quelle vibrazioni sono difficili da spiegare. Giocai l'ultima mezz'ora, tra l'altro pareggiammo dopo che avevo recuperato palla io", ha raccontato.
Dal passato a presente: "Centocinquanta partite dopo, è cambiato più Gabriele o più Zappa? Entrambi. Più Gabriele, però. A livello umano sono cresciuto molto. Quanto hanno pesato le critiche? Abbastanza, soprattutto l'anno della retrocessione. Anche quelle, però, ti aiutano a migliorare i difetti. Li ho fatti salire tutti sul suo carro dopo Bari? In effetti...".
Sul prossimo incontro: "Cagliari-Torino può rappresentare un crocevia? È ancora presto, però è una partita importante. Poi vogliamo regalare la prima vittoria in casa ai nostri tifosi".
Sulle 150 presenze e la fascia di capitano indossata contro la Juve: "Forse non l'avevo realizzata bene e sentita così mi sono venuti i brividi. È una cosa quasi assurda se ripenso a quando sono arrivato. Una dedica speciale? A tutta la mia famiglia. Ai miei genitori. Soprattutto a mia madre per tutti i salti mortali che faceva, vivendo a Monza e lavorando a Como, per portarmi tutti i giorni agli allenamenti a Milano quando giocavo all'Accademia Inter"
Infine il sogno nel cassetto: "A 24 anni si può ancora sognare? Sì, sì. Io sogno la Nazionale"