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Di Vaio: "La gestione americana del Bologna è basata su fiducia e linee guida ben precise"
"Per me Bologna è una seconda vita, perché in tanti dopo il Genoa mi credevano finito. Ho trovato una società che, appena tornata in Serie A, ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di smentire queste voci e di regalarmi un'ultima parte di carriera di alto livello". Parla così Marco Di Vaio, attuale ds del club rossoblù, in una lunga intervista a Radio Serie A: "Il 2008/2009 è stato il mio anno, ho avuto la miglior stagione della mia vita dal punto di vista realizzativo e ho perso la classifica cannonieri all'ultima giornata per un gol (dietro a Zlatan Ibrahimovic, ndr)".
"Bologna è il posto perfetto per chi cerca una seconda giovinezza dal punto di vista calcistico: è stato così per me ma anche per giocatori come Beppe Signori e Roberto Baggio. In città si vive benissimo, la gente è molto accogliente e rispettosa quindi questa miscela fa sì che chi arriva qui a una certa età non può che trovarsi bene: è il posto perfetto per vivere".
Sul ruolo di club manager. "Dovevo essere un riferimento per i ragazzi e per il club ma onestamente nel primo anno non ero pronto, è stato qualcosa che ho imparato a fare nel tempo perché mi sentivo ancora troppo calciatore all'inizio. Poi ho cambiato mentalità e visione del lavoro, ho fatto il corso da direttore sportivo che mi è servito non solo dal punto di vista contrattuale per poter lavorare nel club ma anche a livello professionale. E poi la gestione americana del club è basata su fiducia e linee guida ben precise, che avevo già visto da giocatore a Montreal. Inoltre la vicinanza con figure del livello di Corvino, Sabatini, Bigon e ora con Sartori mi ha dato la possibilità di rubare qualcosa da loro".
Le parole su De Silvestri. "Ragazzo molto intelligente, curioso e rispettoso dei compagni e di tutto l'ambiente Bologna che lo circonda. E' ancora giocatore in tutto e per tutto, allo stesso tempo ho capito che si sta già preparando per un futuro da dirigente. Ha tutte le caratteristiche per farlo. Deciderà lui quando".
"Bologna è il posto perfetto per chi cerca una seconda giovinezza dal punto di vista calcistico: è stato così per me ma anche per giocatori come Beppe Signori e Roberto Baggio. In città si vive benissimo, la gente è molto accogliente e rispettosa quindi questa miscela fa sì che chi arriva qui a una certa età non può che trovarsi bene: è il posto perfetto per vivere".
Sul ruolo di club manager. "Dovevo essere un riferimento per i ragazzi e per il club ma onestamente nel primo anno non ero pronto, è stato qualcosa che ho imparato a fare nel tempo perché mi sentivo ancora troppo calciatore all'inizio. Poi ho cambiato mentalità e visione del lavoro, ho fatto il corso da direttore sportivo che mi è servito non solo dal punto di vista contrattuale per poter lavorare nel club ma anche a livello professionale. E poi la gestione americana del club è basata su fiducia e linee guida ben precise, che avevo già visto da giocatore a Montreal. Inoltre la vicinanza con figure del livello di Corvino, Sabatini, Bigon e ora con Sartori mi ha dato la possibilità di rubare qualcosa da loro".
Le parole su De Silvestri. "Ragazzo molto intelligente, curioso e rispettoso dei compagni e di tutto l'ambiente Bologna che lo circonda. E' ancora giocatore in tutto e per tutto, allo stesso tempo ho capito che si sta già preparando per un futuro da dirigente. Ha tutte le caratteristiche per farlo. Deciderà lui quando".
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