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Bologna, Ndoye: "La magia tornerà. Da Motta a Italiano, ecco cos'è cambiato per me"
Dan Ndoye, esterno d'attacco del Bologna, ha rilasciato una lunga intervista all'edizione bolognese di La Repubblica: "Meritavamo un risultato a Genova, ma è un momento così. Però giochiamo ogni tre giorni e abbiamo subito un'altra chance". Paura di aver perso la magia? Ribatte Ndoye: "No, abbiamo fatto una stagione magnifica (la scorsa, ndr) ma non dobbiamo pensarci più. La magia tornerà"..
Quindi Ndoye passa all'analisi del presente: "Con un allenatore nuovo ci vuole tempo: a inizio stagione non eravamo pronti, adesso andiamo molto meglio perché abbiamo capito cosa vuole Italiano. E ora la Champions, sempre difficile: ad Anfield abbiamo dimostrato di potercela giocare con squadre di alto livello". L'esterno della nazionale svizzera, poi, si sofferma sull'essere il giocatore di Serie A che riceve più falli: "Significa che il mio modo di giocare attira calci, che dribblo bene".
Spazio a qualche riflessione anche sui timori di farsi male in un calcio sempre più intenso e ricco di appuntamenti sul calendario: "Argomento delicato. Io vorrei sempre giocare ma è necessario gestirsi. Sono uno veloce, ma sento che non sempre il fisico è al massimo. Il corpo richiede riposo". E poi torna di nuovo su Italiano, notando le differenze tra lui e il predecessore Thiago Motta: "Con Motta dovevo correre per aprire spazi ad altri, ora gioco più con la palla al piede e mi piace così. L'anno scorso ho imparato molto sul piano tattico, a non perdere palla stupidamente come mi capitava in Svizzera. Motta mi ha insegnato a essere al 100% ogni giorno. Con Italiano lavoro molto di più sull'attacco, di squadra e individualmente". Impossibile, infine, non soffermarsi per lui sul tema gol: "Eh, lo so, ne devo fare di più, così come gli assist. So che sono sulla buona strada, le reti arriveranno: ne basta una per sbloccarmi".
Quindi Ndoye passa all'analisi del presente: "Con un allenatore nuovo ci vuole tempo: a inizio stagione non eravamo pronti, adesso andiamo molto meglio perché abbiamo capito cosa vuole Italiano. E ora la Champions, sempre difficile: ad Anfield abbiamo dimostrato di potercela giocare con squadre di alto livello". L'esterno della nazionale svizzera, poi, si sofferma sull'essere il giocatore di Serie A che riceve più falli: "Significa che il mio modo di giocare attira calci, che dribblo bene".
Spazio a qualche riflessione anche sui timori di farsi male in un calcio sempre più intenso e ricco di appuntamenti sul calendario: "Argomento delicato. Io vorrei sempre giocare ma è necessario gestirsi. Sono uno veloce, ma sento che non sempre il fisico è al massimo. Il corpo richiede riposo". E poi torna di nuovo su Italiano, notando le differenze tra lui e il predecessore Thiago Motta: "Con Motta dovevo correre per aprire spazi ad altri, ora gioco più con la palla al piede e mi piace così. L'anno scorso ho imparato molto sul piano tattico, a non perdere palla stupidamente come mi capitava in Svizzera. Motta mi ha insegnato a essere al 100% ogni giorno. Con Italiano lavoro molto di più sull'attacco, di squadra e individualmente". Impossibile, infine, non soffermarsi per lui sul tema gol: "Eh, lo so, ne devo fare di più, così come gli assist. So che sono sulla buona strada, le reti arriveranno: ne basta una per sbloccarmi".
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