Bari, quella sensazione amara di squadra incompiuta e con quell'eterno rammarico sullo sfondo
Un brusco risveglio domenicale ha avvolto i tifosi biancorossi e tutto l'ambiente barese. E proprio a pochi giorni da Natale. Sono bastate due partite contro Pisa e Sudtirol a riportare tutti sulla terra raccontando una realtà che non sembra mai essere davvero cambiata. I risultati positivi ottenuti nelle precedenti partite aveva, forse, illuso qualcuno. La classifica sembrava presagire ad un campionato di tutt'altra pasta rispetto a quello scriteriato dell'anno scorso e, invece, eccoci nuovamente in quel limbo desolante e sconfortante. Per certi versi davvero triste.
Il Bari stentato di Pisa e quello abulico e senza idee contro il Sudtirol ha fatto rivivere film già visti, spettacoli già "apprezzati", momenti già vissuti. Un continuo saliscendi di rendimento che crea quasi una sorta di mal di mare ma che, per l'appunto, procura disagio e negatività. Il Bari di quest'anno rischia di essere indecifrabile, legato agli umori del momento, senza un reale e vero obiettivo e senza un vero processo di crescita. Il progetto Longo doveva essere quello del riscatto e delle nuove prospettive. Un nuovo cammino che rendesse questa squadra protagonista del campionato e non semplice spettatrice. Le premesse c'erano e, dopo un avvio negativo, la compagine biancorossa aveva creato i presupposti per essere un gruppo vero e con un'identità finalmente ritrovata.
Oggi si ha l'impressione che sia rimasto sempre lo stesso canovaccio. La stessa solfa. Una squadra che dà l'impressione di migliorare di partita in partita ma che poi ripiomba improvvisamente nella mediocrità e nelle giocate scontate, che commette errori incredibili per questa categoria e che dà la sensazione di essere confusa e senza spina dorsale reale. Un'involuzione preoccupante che, forse, testimonia che questo gruppo è incompiuto, pieno di lacune tecniche e anche sul piano dell'esperienza. Non sembrano esserci realmente leader riconosciuti all'interno dello spogliatoio ( magari solo a parole) che sappiano guidare la squadra nei momenti difficili. Ecco proprio questo appare evidente. Non c'è nessuno pronto a prendersi le proprie responsabilità, risolvere le partite "sporche", trascinare il gruppo con personalità. Longo lavora con quello che ha a disposizione e anche alcune sue parole suonano come una sorta di rassegnazione come se più di questo realmente non si possa fare.
Difficile ora decifrare il futuro, immaginare scenari e pensare a qualcosa di diverso. Ora ci sono le due partite contro Palermo e Spezia prima della sosta per avere davvero un quadro preciso. Anche se, forse, appare complicato sperare, al momento, in un'inversione di tendenza.