Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / bari / News
Radunovic: “Il San Nicola è un sogno per tutti i giocatori. Parata più difficile? Contro la Cremonese”
ieri alle 21:40News
di Martina Michea
per Tuttobari.com

Radunovic: “Il San Nicola è un sogno per tutti i giocatori. Parata più difficile? Contro la Cremonese”

Nel consueto appuntamento con 'Il bianco e il rosso TB Sport', è intervenuto il portiere biancorosso Boris Radunovuc. Di seguito le due dichiarazioni. 

La parata più complicata finora: “La più difficile è stata con la Cremonese, quando sono andato con il piede. È stata istintiva. Mi piace giocare con l’uno contro uno. Penso tanto a dove i giocatori vogliono calciare e provo a bloccarli.”

Sulla prima volta al San Nicola e sulla finale di due anni fa… “Mi sono ricordato subito di quel giorno, appena arrivato a Bari. Noi andavamo a fare colazione e i tifosi già andavano allo stadio, gente così non l’ho mai vista. Non sapevo nemmeno che i giocatori del Bari dovessero fare il giro dello stadio con il pullman prima di entrare negli spogliatoi. Poi entrare in campo con 65mila persone per il riscaldamento è stato bellissimo, è un sogno per tutti i giocatori questa atmosfera”.

Il giocatore che lo mette più in difficoltà in allenamento… “Sono tanti, non ne dico uno perché magari l’altro si offende. Alcuni calciano bene in allenamento ma in campionato devono ancora sbloccarsi. Ad esempio Lasagna e Novakovich, ma anche Sibilli”.

Sul come ha scelto questo ruolo: “Il calcio è sempre stato la mia passione, mio papà era portiere. In realtà lui non voleva che iniziassi a fare il portiere troppo presto, forse perché aveva paura che dopo un po’ mi stancassi. Ho fatto altri sport, poi ho iniziato a giocare a calcio e mi è venuta voglia di arrivare ad alti livelli. Quando ero giovane sono entrato subito in una prima squadra di Serie A serba, avevo sedici anni. Mi allenavo con gente più grande di me, andavo anche in nazionale con ragazzi più grandi. Ho avuto questa fortuna di crescere prima, di capire prima come funziona il mondo del calcio professionale”.