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Lega Pro, Marani: "Ringrazio le Leghe di A e di B, c’è un clima nuovo e disteso"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:23Serie C
di Daniel Uccellieri
fonte Da Roma, Lorenzo Beccarisi

Lega Pro, Marani: "Ringrazio le Leghe di A e di B, c’è un clima nuovo e disteso"

Matteo Marani, presidente della Lega Pro, ha parlato a margine dell'assemblea elettiva FIGC al Rome Cavalieri Waldorf Astoria Hotel: "Considero Artemio Franchi il più grande dirigente del calcio italiano. Nel 1964, anno in cui non ero ancora nato, ammoniva tutti dicendo che le società dovevano spendere poco, ridurre i conti e non comprare se non c’erano i fondi per comprare. Sono passati 60 anni e nulla è cambiato, ogni volta si dà la colpa a calciatori e procuratori. Gli agenti hanno delle colpe, ma le cause sono le proprietà, noi autorità che non riusciamo a riproporre un risanamento. Come mai nessuno è riuscito a risolvere questo dilemma? L’unica risposta è che abbiamo sempre dato pieni poteri a un singolo uomo in pieno stile italiano, senza produrre una soluzione di sistema. Bisogna cambiare la visione generale, oggi un grande club è chi vince, costi quel che costi. Un grande club invece è chi garantisce a tutti i suoi dipendenti un futuro stabile.

Il sistema di comunicazione troppo spesso ha rincorso il gigantismo rispetto al realismo, i conti stanno però arrivando. Nei prossimi anni i diritti televisivi nel migliore dei casi si ridurranno, è una minaccia poco raccontata ma inevitabile. Dobbiamo raccontarla, dobbiamo parlarne e come Serie C stiamo cercando di affrontarla. Per questo abbiamo aperto il tavolo sul salary cap che vedrà il suo primo test il prossimo anno, convinti che è meglio in questo momento uno stipendio sicuro piuttosto che ricco. L’altro tavolo è relativo al progetto Zola, con enorme soddisfazione abbiamo visto che è diventato anche modello per i settori giovanili nel programma del presidente Gravina. Si vogliono aiutare i giovani del territorio, ci piacerebbe che anche la politica apprezzasse e contribuisse a questa riforma Zola. Un campione del calcio che si mette totalmente a disposizione del calcio è un unicum.


Ringrazio le Leghe di A e di B, c’è un clima nuovo e disteso, abbiamo vinto una battaglia durissima con il diritto di opzione che sconfigge una legge che limitava tremendamente gli investimenti dei settori giovanili. Si può fare squadra e lo abbiamo dimostrato, venendo qui ho ripensato a quei settori giovanili che hanno prodotto tantissimo. Ci vogliono 20 anni per raccogliere i frutti del settore giovanile, ma non c’è altra soluzione che tornare alla tecnica di base, alla fantasia di un dribbling, alla capacità di calciare di entrambi i piedi. Oggi l’unica cultura che conosciamo è il successo, l’assenza di visione più ampia, ma l’egoismo distrugge e l’esclusione dagli ultimi due mondiali lo dimostra. Serve ripartire dal centro, dal calcio giocato, dal pallone e dal campo. Lo stiamo facendo in Serie C, accogliendo le seconde squadre e valorizzando i giocatori che arrivano dalla Serie A. Penso alla crescita di allenatori e arbitri, siamo a disposizione del sistema. Si deve entrare nel sistema per il curriculum, non per i cognomi. La differenza tra progresso e sviluppo è proprio questo. Il progresso è intellettuale, lo sviluppo è economico.

Vorrei che ci fossero più donne nella nostra casa in federazione, abbiamo bisogno di più donne. Forse non sarà una casa più ricca, ma sicuramente più moderna. La Serie C farà la sua parte, ma a una condizione. Ci vuole rispetto per imprenditori che non guadagnano un euro, conosco la passione dei presidenti ed è straordinaria. Le ultime grandi proprietà italiane sono in Serie C, siamo presenti in 19 regioni e 60 province. Viva il calcio italiano"