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Cambiaghi: "Un po' mi dispiace non aver esordito con l'Atalanta. Empoli? È nel mio cuore"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 18:23Serie A
di Alessio Del Lungo

Cambiaghi: "Un po' mi dispiace non aver esordito con l'Atalanta. Empoli? È nel mio cuore"

Nicolo Cambiaghi, attaccante del Bologna, intervistato da Sky Sport, ha raccontato le sensazioni che ha provato al momento del suo ritorno in campo: "Con il passare dei giorni mi sentirò sempre meglio, però già mi sento in forma. Sto recuperando minuti e secondo me stiamo facendo tutte le cose al meglio".

Si aspettava un rendimento simile?
"Non vedo l'ora di tornare in campo per continuare questo trend positivo. Penso che l’aspetto principale per un giocatore che rientra da un infortunio così grave sia star bene mentalmente, fisicamente e allenarsi bene. Per me oggi la cosa più importante è finire un allenamento e sentirmi bene. Ma senza dubbio sono davvero contento di essere rientrato in questa maniera e voglio continuare in questa direzione”.

Come vive la concorrenza con Orsolini, Dominguez, Ndoye e anche Pedrola?
"La nostra è una concorrenza davvero positiva perché non c'è gelosia tra di noi. Credo sia un valore aggiunto avere così tanti giocatori di talento, perché quando un esterno al 60’ è stanco può entrare un altro e fare l'ultima mezz'ora bene. Quando abbiamo giocato ogni tre giorni, anche adesso con la Coppa Italia, avere tutti questi esterni ci fa solamente bene, no? Poi c'è chi giocherà di più e chi giocherà di meno, però la nostra forza quest'anno, e direi anche l'anno scorso, vedendolo da fuori, è il gruppo. Io penso che chi entra debba sempre entrare in maniera positiva, con un atteggiamento giusto, facendosi trovare pronto nel momento in cui viene chiamato in causa. Credo che questa sia la nostra forza in generale, non solo sulle fasce, anche in altre posizioni c’è tanta concorrenza".
Qual è il segreto?
"Io sono arrivato quest'anno e ho trovato già un gruppo molto unito. Oltra a me, in estate ci sono stati anche altri nuovi arrivi e non è sempre facile inserire tutti allo stesso modo, ma qui si sentono tutti parte del gruppo. Da quello che vedo io, non c'è nessuno che è fuori dal gruppo. Si sentono tutti importanti, ci alleniamo molto bene, ogni tanto ci vediamo anche fuori e andiamo veramente tutti d’accordo. Remiamo tutti verso la stessa direzione e questa è la cosa più importante, perché quando un gruppo vuole una cosa sola e lavora forte, è molto probabile che si raggiungano gli obiettivi che vengono prefissati. Il merito è anche di giocatori di personalità e con più esperienza che rendono tutto questo ancora più semplice. Penso a Lollo (De Silvestri, ndr), ma anche Remo (Freuler, ndr) e Lucas (Skorupski, ndr): sono persone che rendono tutto più facile, anche a noi più giovani. Il segreto è questo: avere all'interno delle persone che ci danno una mano, che hanno più esperienza di noi, e poi andare tutti verso la stessa direzione".


Dove volete arrivare?
“L'unica cosa che possiamo fare è guardare di partita in partita, che può sembrare una frase fatta, però a questo punto non ci poniamo limiti. Non sai mai cosa può succedere, vogliamo solamente continuare come stiamo facendo e provare a vincere tutte le partite, che ormai non sono tantissime. Alla fine vedremo dove saremo arrivati con i punti raccolti”.

Avverte la differenza tra lottare per la salvezza e lottare per l'Europa?
“Sì, l'anno scorso ne parlavo anche con i ragazzi dell'Empoli: lottare per la salvezza non è facile, anzi. Richiede dei sacrifici importanti, perché il livello della squadra non può mai essere come quello delle top e si deve sempre lavorare di più, fare partite 'sporche', cercare di prendere punti ovunque. Anche lottare per vincere è senza dubbio difficile. Sono due cose diverse che però allo stesso tempo richiedono sforzi enormi. Posso dire che qui a Bologna c'è più ‘serenità’. Non che non ce ne fosse Empoli, anzi, però una volta che arriva una vittoria e vedi la classifica positiva, lavori anche in modo diverso. Il primo anno a Empoli era stata un po' più semplice la salvezza, l'anno scorso invece è stata molto più complicata. Quando arrivi fino alla fine che non sai se ti salvi o non ti salvi… È veramente tosta anche a livello mentale. In generale, non è facile giocare per qualsiasi obiettivo, ci vuole estrema convinzione in tutti e due i casi”.
Come si è trovato a Empoli?
“Sono stato veramente bene, tanto che poi sono tornato il secondo anno per un volere mio. Posso solo che parlarne in maniera positiva, perché entrambi gli anni ho trovato un bel gruppo, anche se nella seconda stagione avevamo cambiato tanti giocatori. Si lavora in maniera tranquilla, si può sbagliare e questa penso sia una cosa molto importante per un giovane alle prime esperienze in Serie A. Empoli è sicuramente nel mio cuore, sono stati due anni bellissimi, abbiamo raggiunto due salvezze e ho dei ricordi stupendi. Non vedo l’ora di ritornarci per per la semifinale di Coppa Italia”.

Ha un po’ il rammarico di non aver mai esordito con l’Atalanta?
“Sì, un po’ mi dispiace, però non ho dato tanto peso a questa cosa. L’esordio è un momento importante e bello, una giornata che rimane impressa nella tua carriera, ma è anche vero che ho visto tanti esordire e poi smettere o scendere di categoria. Mi è dispiaciuto, perché finire 11-12 anni di settore giovanile con l'esordio è ovviamente la cosa più bella, però ho sempre lavorato per arrivare in Serie A e sono contento di esserci riuscito”.