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La Serie A vuole giocare negli Stati Uniti: "Forse tra uno o due anni ci riusciremo"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 18:30Serie A
di Alessio Del Lungo

La Serie A vuole giocare negli Stati Uniti: "Forse tra uno o due anni ci riusciremo"

Michele Ciccarese, direttore commerciale e marketing della Serie A, in un'intervista rilasciata a The Athletic negli uffici della Lega a New York, ha parlato dell'obiettivo che si prefigge nei prossimi anni: "Tutte le diverse leghe stanno discutendo la possibilità di giocare una partita di stagione regolare all'estero. Se guardi la NFL, stanno giocando in Germania, stanno giocando a Londra, giocheranno in Australia. Quindi ci sono molte cose che stanno accadendo che rendono la possibilità più reale".

Ciccarese ha spiegato di voler avvicinare il pubblico internazionale al prodotto, malgrado uno degli ostacoli rimanga il fatto che la FIFA sembrava essere contraria ad autorizzare questa ipotesi. L'organo che governa il calcio mondiale però è stato costretto a riconsiderare la propria posizione a causa dopo essere stata coinvolta in una lotta legale con Relevent Sports, società di media ed eventi, fondata dal proprietario dei Miami Dolphins e miliardario Stephen Ross, che ha contribuito a vendere i diritti televisivi della Liga spagnola nel mercato nordamericano e ha un accordo a lungo termine per far crescere il ramo commerciale del campionato spagnolo negli Stati Uniti. L'anno scorso la FIFA è stata esclusa dalla causa antitrust e ha annunciato di voler rivedere le sue politiche. Relevent affermò dunque che la FIFA avrebbe preso in considerazione "modifiche alle sue regole esistenti in merito alla possibilità di giocare partite al di fuori del territorio nazionale di una lega". A maggio scorso si è tenuto il Congresso della FIFA in Thailandia e il Consiglio ha approvato la formazione di un gruppo di lavoro che ha il compito di raccogliere ulteriori informazioni e rilasciare raccomandazioni sulla questione. Sebbene la FIFA debba rilasciare ulteriori linee guida pubbliche, l'aspettativa della gente è che ciò spianerà la strada alla disputa di partite nazionali all'estero.

Ciccarese ha proseguito: "Ci piacerebbe farlo, come ha detto il presidente Simonelli. Stiamo lavorando per riuscirci potenzialmente, ma ci sono barriere che dobbiamo superare con la giusta strategia e con il supporto dei club, senza dimenticare che i giocatori sono giocatori e hanno molta concorrenza, quando devono giocare in Serie A, Coppa Italia, Champions League e giocare in trofei internazionali".


Riguardo alle tempistiche è stato molto chiaro: "Direi che spetta a noi mettere insieme i pezzi del puzzle e presentare una strategia adeguata alle autorità. Questo è ciò che stiamo facendo e chissà, forse tra uno o due anni vedremo la Serie A giocare se arriveranno le approvazioni. Noi abbiamo bisogno dell'approvazione della Federazione italiana e l'approvazione della UEFA, poi la palla passerà alla FIFA e poi tornerà alla comunità locale".

Per Ciccarese è una corsa contro il tempo "contro" la Liga e la Champions per essere i primi a sbarcare sul suolo statunitense: "È sempre una gara cercare di essere il trendsetter, perché poi arrivano i follower e il trendsetter è colui che potenzialmente trae maggiori benefici in termini di ricavi nel realizzare questa cosa. Quindi, ancora una volta, dovrebbe essere fatto in un modo che abbia senso per il club senza dimenticare i tifosi, perché non puoi giocare un derby di Milano in America perché i tifosi in Italia si arrabbierebbero molto perché quella partita ha un grande significato in Italia, quindi dobbiamo giocare in un modo che sia rispettoso del nostro pubblico".