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Napoli, Conte: "Primo tempo perfetto, secondo da cancellare. Dobbiamo crescere ancora"
Antonio Conte, allenatore del Napoli, analizza, ai microfoni di Dazn, la vittoria contro il Genoa (1-2 con le reti di Anguissa e Rrahmani per i partenopei) con un misto di soddisfazione e critica. Entusiasta per la prestazione della squadra nel primo tempo, non nasconde la sua delusione per il calo di tensione nella ripresa. Una vittoria importante, la numero 150 in Serie A per il tecnico, che però non vuole accontentarsi e punta a una crescita costante della squadra.
Un primo tempo eccezionale del Napoli, poi nella ripresa il Genoa è cambiato.
"Non so se sia cambiato il Genoa o se siamo cambiati noi. Sono molto soddisfatto del primo tempo, abbiamo dominato la partita in lungo e in largo. Nel secondo tempo, l'unica cosa che ci siamo detti è stata di non far rientrare il Genoa in partita, invece è successo. Conosco bene questo stadio, basta una scintilla per accendere la tifoseria e cambiare l'inerzia del match. Il primo tempo è stato forse il più bello in assoluto a livello di gioco e dominio, il secondo, invece, non deve appartenerci. Significa staccare la spina, rimettere tutto in discussione e non è giusto per il lavoro che facciamo durante la settimana. Se abbiamo ambizioni, dobbiamo cambiare e restare concentrati per 95 minuti".
Le sue parole ci fanno capire la volontà di alzare costantemente l'asticella. La voglia di difendere il risultato nel finale la fa stare tranquillo?
"Noi dobbiamo difendere attaccando, facendo la partita, dominando. Non dobbiamo difenderci perché subentra la paura e l'inerzia passa dalla loro parte. Questo è lo step più importante che dobbiamo fare. Quando parlo di lavoro in corso, di tempo e pazienza, mi riferisco anche a questo. Oggi siamo stati fortunati, ma in un'altra situazione avremmo pianto lacrime amare. I ragazzi devono godersi i tre punti, ma capire che le partite si giocano dall'inizio alla fine, mantenendo sempre il piede sull'acceleratore. Nel secondo tempo non mi è piaciuto niente, assolutamente niente. Noi non ci dobbiamo difendere, noi ci difendiamo attaccando, questo deve essere il nostro mantra".
Questa è la sua vittoria numero 150 in Serie A, la prima l'aveva ottenuta sulla panchina dell'Atalanta, squadra che ora avete scavalcato in classifica. Quanto è cambiato Antonio Conte, quanto è cambiato il calcio, ma quanto rimane uguale la sua voglia di vincere?
"È passato tanto tempo, ho fatto tante esperienze in Italia, con la Nazionale e soprattutto in Inghilterra. Sono un allenatore che ha vissuto molto e continuo a cercare di migliorarmi. Cerco di battere me stesso, di essere migliore di quello che ero il giorno prima o un anno prima. Questo è il mio obiettivo. Con la squadra, cerchiamo di dare il massimo fastidio possibile quest'anno. Da queste partite, se sei intelligente, costruisci qualcosa. Se vedi solo il risultato, i tre punti, non costruisci niente. Il secondo tempo non me l'aspettavo così, nonostante il monito negli spogliatoi. Purtroppo me la sentivo. Ho un gruppo di ragazzi seri, che sanno fare autocritica e capire dove migliorare. Oggi tornano a casa contenti per i tre punti, ma anche delusi per un secondo tempo in cui abbiamo rimesso in gioco un risultato che sembrava acquisito. A fine primo tempo, da bordo campo, dicevo che eravamo troppo leziosi e l'ho ribadito anche negli spogliatoi".
Un primo tempo eccezionale del Napoli, poi nella ripresa il Genoa è cambiato.
"Non so se sia cambiato il Genoa o se siamo cambiati noi. Sono molto soddisfatto del primo tempo, abbiamo dominato la partita in lungo e in largo. Nel secondo tempo, l'unica cosa che ci siamo detti è stata di non far rientrare il Genoa in partita, invece è successo. Conosco bene questo stadio, basta una scintilla per accendere la tifoseria e cambiare l'inerzia del match. Il primo tempo è stato forse il più bello in assoluto a livello di gioco e dominio, il secondo, invece, non deve appartenerci. Significa staccare la spina, rimettere tutto in discussione e non è giusto per il lavoro che facciamo durante la settimana. Se abbiamo ambizioni, dobbiamo cambiare e restare concentrati per 95 minuti".
Le sue parole ci fanno capire la volontà di alzare costantemente l'asticella. La voglia di difendere il risultato nel finale la fa stare tranquillo?
"Noi dobbiamo difendere attaccando, facendo la partita, dominando. Non dobbiamo difenderci perché subentra la paura e l'inerzia passa dalla loro parte. Questo è lo step più importante che dobbiamo fare. Quando parlo di lavoro in corso, di tempo e pazienza, mi riferisco anche a questo. Oggi siamo stati fortunati, ma in un'altra situazione avremmo pianto lacrime amare. I ragazzi devono godersi i tre punti, ma capire che le partite si giocano dall'inizio alla fine, mantenendo sempre il piede sull'acceleratore. Nel secondo tempo non mi è piaciuto niente, assolutamente niente. Noi non ci dobbiamo difendere, noi ci difendiamo attaccando, questo deve essere il nostro mantra".
Questa è la sua vittoria numero 150 in Serie A, la prima l'aveva ottenuta sulla panchina dell'Atalanta, squadra che ora avete scavalcato in classifica. Quanto è cambiato Antonio Conte, quanto è cambiato il calcio, ma quanto rimane uguale la sua voglia di vincere?
"È passato tanto tempo, ho fatto tante esperienze in Italia, con la Nazionale e soprattutto in Inghilterra. Sono un allenatore che ha vissuto molto e continuo a cercare di migliorarmi. Cerco di battere me stesso, di essere migliore di quello che ero il giorno prima o un anno prima. Questo è il mio obiettivo. Con la squadra, cerchiamo di dare il massimo fastidio possibile quest'anno. Da queste partite, se sei intelligente, costruisci qualcosa. Se vedi solo il risultato, i tre punti, non costruisci niente. Il secondo tempo non me l'aspettavo così, nonostante il monito negli spogliatoi. Purtroppo me la sentivo. Ho un gruppo di ragazzi seri, che sanno fare autocritica e capire dove migliorare. Oggi tornano a casa contenti per i tre punti, ma anche delusi per un secondo tempo in cui abbiamo rimesso in gioco un risultato che sembrava acquisito. A fine primo tempo, da bordo campo, dicevo che eravamo troppo leziosi e l'ho ribadito anche negli spogliatoi".
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