"Un giorno decisi di chiamare Luciano Benetton. La sua segretaria fu gentile e mi fece richiamare subito e fissai un appuntamento. Gli chiesi se potevo aprire un suo negozio a Bergamo e lui ne fu subito entusiasta. Da quell’incontro fantastico e con i soldi che avevo guadagnato nel calcio aprii quel negozio e da lì è partito tutto" inizia così la storia di Antonio Percassi, allora calciatore dell'Atalanta e oggi numero uno del Club, che lasciò il calcio per diventare imprenditore e poi riavvicinarsi alla Dea raccogliendone l'eredità come Presidente. "Nel 2010 abbiamo preso l’Atalanta, io e la mia famiglia, come un atto d’amore. L’Atalanta aveva bisogno di noi e abbiamo risposto presente. Ci sono le ragioni del cuore, ma anche una grande responsabilità che abbiamo sempre sentito nei confronti di Bergamo, quella di costruire un club all’altezza di Bergamo stessa. Così con questa filosofia abbiamo portato avanti lo sviluppo della squadra, il progetto dello stadio, del nuovo centro sportivo: tutto a immagine e somiglianza della città, perché tutti ne siano fieri e perché rappresenta al meglio la città" ha spiegato il numero uno del Club bergamasco alle pagine di
Tuttosport, ripercorrendo gli anni alla guida della società e le tante soddisfazioni ottenute.
Nell'intervista prende molto spazio il tema giovani e tutto ciò che concerne il settore giovanile: "Zingonia è il cuore pulsante dell’Atalanta. Un uomo come Mino Favini ha fatto la fortuna del club, è stato uno dei primi architetti della favola Atalanta che oggi è portata avanti da Luca e da altri straordinari uomini che si dedicano al settore giovanile. La mia storia di uomo è nata a Zingonia. Un osservatore mi notò in un torneo proprio a Clusone e da lì è iniziato tutto. Come uomo sono cresciuto a Zingonia e lì ho imparato molto, è stata una palestra e una scuola di vita e credo che lo sia ancora per molti". L'importanza del settore giovanile in casa Atalanta si respira ovunque, anche se in Italia sono sempre meno le società che investono così tanto nei giovani. Percassi, però, non ha dubbi: "Ogni club ha il suo modello. Il nostro non può prescindere e non prescinderà mai dal settore giovanile".