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Giorgio Porrà: "Ho dipinto Spalletti come un lucido visionario ma ho cannato completamente"TUTTO mercato WEB
mercoledì 3 luglio 2024, 21:22Serie A
di Dimitri Conti
fonte dagli inviati Lorenzo Marucci e Ludovico Mauro

Giorgio Porrà: "Ho dipinto Spalletti come un lucido visionario ma ho cannato completamente"

Il noto giornalista Giorgio Porrà, presente al Premio Fair Play Menarini a Firenze, ha parlato ai media presenti, tra cui noi di TMW. Inizia con un ricordo di Comunardo Niccolai: "È un pezzo di cuore per noi cagliaritani, come tutti i componenti di quella squadra magica e irripetibile. Una famiglia allargata, una squadra più Gigi Riva, l'eroe popolare. Negli ultimi anni ha sofferto il distacco da parte dei suoi compagni... Ogni volta che se ne va un pezzo di quella squadra, sanguina tutta la Sardegna. Niccolai era un giocatore passato alla storia per l'etichetta di fuoriclasse degli autogol, totalmente infondata se guardiamo le statistiche, visto che Baresi e Ferri ne hanno fatti di più. Lui però quasi si compiaceva: meglio essere ricordati così che per niente. E i suoi autogol avevano una caratteristica, erano d'autore e mai banali. Ricordiamo tutti quello che fece a Catanzaro all'ultimo minuto, quando fu confuso da un fischio partito dagli spalti. Pensò al penalty e con rabbia scagliò un tracciante all'incrocio... Lo ricordiamo col sorriso e peraltro era uno stopper di grande livello. La frase di Scopigno, poi, è passata alla storia anche se lui poi l'ha smentita. Fa parte del suo humour dissacrante...".

Una valutazione sull'Italia a Euro 2024.
"La Nazionale è stata uno strazio, uno scempio che nessuno di noi poteva immaginare. Prima degli Europei ho dipinto un ritratto di Spalletti come lucido visionario capace di avere idee geniali e di trasferirle, invece ho cannato completamente come la maggior parte degli osservatori. In realtà le sue idee non hanno trovato terreno fertile: forse Spalletti ha preso troppo sul serio il suo ruolo di allenatore ma in Nazionale è più utile fare il selezionatore, difficile lasciare una traccia idelogica. Credo sia giusto che Spalletti rimanga, diamogli tempo, ma il tasso tecnico complessivo del nostro calcio... Oltre alla questione tecnica però ce n'è una etica e morale: non è possibile offrire uno spettacolo di quel tipo, rappresentare il paese con un aspetto catatonico, remissivo nei confronti del gioco. Questo è più inaccettabile di ogni negligenza tecnica".


Che ne pensa di Palladino alla Fiorentina?
"Ha la visione progressista come Italiano, più volte ho detto che mi dispiace che il suo ciclo a Firenze si sia chiuso senza un alloro continentale che meritava. Di questi allenatori il calcio italiano ha bisogno come il pane sennò collassa. Ci sono differenze tra Palladino e Italiano: il primo può emanciparsi dall'etichetta che lo accompagna da sempre, di essere un nipotino di Gasperini. Credo punterà sopratuttto su un blocco italiano, come a Monza. Anche questo è un pensiero che fa bene per guardare comn un minimo di ottimismo al riscatto del nostro calcio. Kean è quasi ufficiale: non è esattamente l'attaccante che piace a me, ma Palladino l'ha voluto fortemente ed evidentemente sa come rilanciare questo talento. Non mi dispiace pensare a Lucca in orbita viola: mi pare abbia fisico e colpi per una rapida affermazione. Potrebbe essere un prospetto per la Fiorentina... Mi dispiace invece per gli addii di Bonaventura e Castrovilli, per il quale pensavo a una carriera diversa. Ma sono un ammiratore della gestione Commisso".

Tra gli obiettivi c'è anche Zaniolo.
"Mi sembra di aver capito possa aver preso un'altra direzione... Quando è esploso ero quasi convinto che potesse rappresentare il fuoriclasse atteso da anni. Non penso più la stessa cosa ma non è detto che, trovando un minimo di equilibrio e capendo i doveri della professione, non abbia tempo e spazio per affermarsi in modo definitivo. Ha una potenzialità enorme e l'età per essere sperimentato anche in altri ruoli".
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