
Carnesecchi, fine della corsa: il muro cade dopo 554 minuti
Ci aveva provato, con tenacia e determinazione, sfidando avversari e statistiche. E, forse, in cuor suo, Marco Carnesecchi aveva iniziato a credere davvero di poter diventare imbattibile. Eppure, il calcio è crudele e romantico insieme: proprio nel momento in cui il record sembrava a un passo, il colpo di testa di Carlos Augusto ha rotto l'incantesimo, fermando il cronometro del portiere nerazzurro a 554 minuti.
Sono numeri importanti, da grande portiere. Perché resistere più di sei partite di fila senza subire reti, in un campionato come questo, è impresa da pochi eletti. Carnesecchi aveva ormai nel mirino i primati più prestigiosi, quelli che segnano una carriera e ne diventano un fiore all’occhiello indelebile. Ma la doccia fredda, stavolta, arriva da un'Inter cinica e spietata, che con un episodio azzera l’entusiasmo e spezza il sogno proprio nella notte più attesa.
Eppure, nonostante la delusione di quel gol subito, Carnesecchi è e resta il simbolo di un’Atalanta che guarda avanti, che vuole riscrivere il suo destino anche oltre questo amaro 0-2. Ha perso un record, ma ha guadagnato qualcosa di ancora più prezioso: la consapevolezza di essere diventato grande, un punto fermo, un pilastro solido su cui costruire il presente e soprattutto il futuro.
Perché Bergamo conosce bene il valore dei numeri, ma sa anche che, in fondo, le emozioni non si misurano solo con i minuti d’imbattibilità. Marco Carnesecchi lo ha dimostrato partita dopo partita, respingendo dubbi e critiche, e oggi, nonostante tutto, resta più che mai una certezza assoluta per la Dea del presente e del futuro.
Da oggi ripartirà, di nuovo, con la stessa voglia di sfidare sé stesso e la storia. E chissà che il prossimo record non sia già dietro l’angolo.







