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Giuffredi: "Marianucci al Napoli, affare quasi fatto. Siamo in parola con l'Empoli"TUTTO mercato WEB
ieri alle 19:00Serie A
di Dimitri Conti
fonte da Palermo, Alessio Alaimo

Giuffredi: "Marianucci al Napoli, affare quasi fatto. Siamo in parola con l'Empoli"

L'agente Mario Giuffredi è tra gli ospiti della Palermo Football Conference e ha parlato dall'evento. Di seguito le parole raccolte da TMW: "Abbiamo trovato un accordo con l'Inter per il rinnovo di Pio Esposito fino al 30 giugno 2030: aspettiamo i tempi per mettere le firme e formalizzare l'accordo ma la questione è chiusa".

Ma è vero che lo cercava anche il Palermo ma gli hanno preferito Le Douaron?
"Io propongo i miei calciatori ai club che ritengo siano adatti a loro. In estate l'ho proposto a De Sanctis (allora ds del Palermo, ndr) poi ogni direttore fa le sue scelte e successivamente si vede se sono azzeccate oppure no. Io devo però rispettarle. Sono rimasto contento, comunque, visto l'epilogo di Pio Esposito allo Spezia. Siamo felici".

Qualche chiamata dall'estero per lui è arrivata?
"Pio è un 2005, i club più importanti hanno fatto delle verifiche per lui, chiamandoci. Ma è molto legato all'Inter, con cui c'è sempre stato un ottimo rapporto. Ed eravamo entrambi convinti del percorso da fare: ho sempre risposto ai vari club, per cortesia, ma le idee erano talmente chiare...".

E allo Spezia c'è anche il fratello Salvatore.
"Credo sia il centrocampista col rendimento più importante della Serie B. Un giocatore si giudica anche dai numeri e lui ha fatto 6 gol e 8-9 assist: dati importanti per il ruolo. Credo e spero che, continuando così, possa dimostrare di essere un giocatore da Serie A nella prossima stagione".

Chiudendo con la famiglia, Sebastiano è a Empoli.
"Sta facendo un'annata significativa: è arrivato a 8 gol in Serie A e un paio in Coppa Italia. Sta andando forse oltre le aspettative di un po' tutti. Sebastiano ha avuto anni difficili, era importante confrontarsi con la Serie A ed è salito sul treno della rivalutazione, da che era un giovane. Però deve capire che deve finire bene e i mesi più importanti sono marzo, aprile e maggio: se fa doppia cifra e salva l'Empoli, significa che sul treno ci è salito e avrà un mercato di un certo tipo; altrimenti non potrà arrivare a destinazione".

Marianucci va a Napoli?
"Siamo in parola col Napoli, sia noi che rappresentiamo il calciatore che l'Empoli. L'affare è praticamente chiuso".

L'estate turbolenta di Di Lorenzo è già alle spalle? Ci dice cosa è successo?
"La figura di Conte è stata centrale. Molto probabilmente se non fosse arrivato lui, Di Lorenzo non sarebbe rimasto: era la garanzia di un progetto serio e vincente. Ha determinato dal primo minuto e mi ha aiutato, passo dopo passo, ad arrivare a una conclusione positiva per rimettere le cose a posto con Di Lorenzo".

E a Napoli dei suoi assistiti c'è anche Politano.
"Sta facendo un grande campionato, per la prima volta in carriera interpreta il ruolo in maniera differente e cura molto la fase difensiva. Pur giocando questo tipo di calcio, e a un'età molto matura, si è completato. La convocazione di nuovo in Nazionale è coronamento del lavoro fatto dall'inizio della stagione".

Nella sua scuderia ci sono 5 capitani.
"Questa è la cosa di cui vado più fiero: di solito chi fa il capitano ha valori umani di un certo spessore. Significa che sono stato bravo a scegliere 5 uomini, ancora prima dei calciatori".


Uno di questi è Zaccagni.
"Aveva diverse squadre interessate in estate e pure ora a gennaio. Lui però ha fatto una scelta chiara e ben definita: diventare il capitano della Lazio".

Un altro era Biraghi per la Fiorentina, ora al Torino.
"Biraghi poteva andare al Napoli nell'ultimo giorno di mercato, poi abbiamo scelto il Torino. Scegli anche lo spirito del club e Biraghi ha visto quello che si avvicina di più a lui. Torino poi è piazza prestigiosa e importante, in cui può avere un futuro di più anni e provare a fare come alla Fiorentina".

Alla Fiorentina c'è Folorunsho. Come nasce l'affare?
"Voleva avere più spazio. A Napoli si gioca una partita a settimana e con quei campioni davanti non riusciva a trovare la continuità degli anni precedenti, quella che l'ha portato alla ribalta e agli Europei. Premeva per un club comunque importante, come la Fiorentina, ma perché trovasse continuità. L'operazione è nata a fine dicembre, dopo tempo che ne parlavo con Pradè e Goretti".

Il talento pronto a esplodere della vostra scuderia?
"Io ho iniziato con i giovani e per me il futuro sono solo loro. Lo sono dal punto di vista tecnico ma anche patrimoniale per un club: nella mia testa esistono solo i giovani. E se non sbagli, diventeranno affermati in Serie A. C'è Vergara che penso abbia le potenzialità per giocare il prossimo anno in Serie A, è un 2003 che può fare una carriera importante".

Che finale di stagione attende il Napoli?
"Da tifoso dico che non è ancora finita, ma comunque vada sarà stato un anno fantastico. Dopo quanto accaduto lo scorso anno, l'obiettivo era tornare in Champions. Se poi vince lo Scudetto sarà una pagina di storia impensabile...".

Manna che direttore è per il Napoli?
"De Laurentiis e Chiavelli hanno fatto una scelta seguendo le loro idee: dirigenti giovani, che possano stare col Napoli tanti anni. Una scelta in stile Napoli, come fu per Giuntoli. E Manna ha già lavorato in un club importante come la Juve e ha grosse competenze, oltre a essere un gran lavoratore. Può diventare nei prossimi vent'anni uno dei dirigenti più importanti e lungimiranti del nostro calcio".

Giuntoli alla Juventus sta faticando.
"Sono d'accordo con lui quando dice che l'allenatore non lo esonera perché l'ha scelto lui. La Juventus è in rifondazione e così non puoi mettere la clessidra e abbandonare l'allenatore a metà strada. Sono convinto che se la Juventus a giugno arriverà tra le prime quattro abbia raggiunto l'obiettivo. Motta è un allenatore bravo, che va supportato. E non è che se un direttore sbaglia un'annata non è più bravo. Un consiglio che mi sentirei di dargli è di non cambiare se stesso o snaturarsi, perché secondo me alla Juventus un po' l'ha fatto. Quando era a Napoli ha portato gente come Allan e Meret che venivano dall'Udinese, o i miei Di Lorenzo, Mario Rui e Hysaj dall'Empoli... Ha fatto una grande squadra con giocatori affamati che venivano dalle piccole. Alla Juve non ha preso giocatori così, bensì quelli che venivano già da grandi club. Se avesse continuato a fare il Giuntoli di Napoli, oggi avrebbe ottenuto qualche risultato in più".

Con i proprietari come si trova?
"Ho grandi rapporti con tre presidenti: De Laurentiis, Lotito e Corsi. Avere una proprietà presente e italiana dà ancora più valore al club e alla maglia. Tante volte i presidenti riescono a trasferire passione ai dipendenti e ai tifosi. Credo poco nelle proprietà straniere e non lo dico io ma i risultati del campo. Guardate la Roma, il Milan... C'è molto distacco e poco controllo: sono per le proprietà italiane".