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Ferrante critico col Torino: "Non costruisce né programma. E se Zapata starnutisce?"
L'ex granata Marco Ferrante, oggi intervistato da Tuttosport, ha parlato così del Torino, in toni piuttosto critici riguardo il mercato dei granata: "Chiariamo un concetto: i miei trascorsi al Toro riguardano un periodo in cui non avevamo stabilità societaria e questo pesa enormemente. A Cairo bisogna riconoscere questo: cascasse il mondo, oggi i granata in Serie B non ci vanno, nemmeno se disputano un brutto campionato. Il club è solido, non ha problemi e va avanti praticamente col pilota automatico. Ma i tifosi si chiedono sempre la stessa cosa: perché Atalanta, Fiorentina e Bologna, per esempio, riescono a fare risultati che per il Toro sono sempre impossibili? L’ambizione manca ancora, mi pare innegabile".
Pensa che il vero problema a monte sia come Cairo gestisce il Torino? Discende tutto da lì?
"Basti pensare alla cessione di Buongiorno: se una società decide di costruire una squadra ogni anno più forte, aggiunge dei tasselli e non li vende. Il Toro non costruisce, ma sostituisce. Non vedo programmazione, vedo invece un pensiero rivolto alla giornata, ragionamenti stagione per stagione. Se guardo la rosa di oggi dico: ma se Zapata si becca un raffreddore, come fa il Toro a vincere una partita? Chi fa gol? Chi salta l’uomo? Chi toglie le castagne dal fuoco? I problemi sono sempre i soliti".
Il rilancio può passare anche dall’avvento di Paolo Vanoli in panchina?
"Da solo non può bastare. Ma devo dire che mi piace molto: è un grande lavoratore, un uomo senza fronzoli e sa benissimo che allenare a Torino non è come farlo a Venezia, con tutto il rispetto. Col lavoro quotidiano, visto che arriva da anni accanto ad Antonio Conte, può davvero migliorare i singoli e il collettivo. Piacerà molto alla gente: anche dalle prime parole, mi è parso un tipo risoluto e con idee molto chiare".
Mercato: cosa manca al Toro per completarsi?
"Dietro e a sinistra qualcosa manca. Spero ancora che il Toro possa arrivare a Gosens: è un giocatore forte, esperto e di caratura internazionale. Ma io andrei a investire anche su un elemento di qualità sulla trequarti o in mezzo al campo: ai granata manca un po’ di tecnica, un po' di imprevedibilità".
Pensa che il vero problema a monte sia come Cairo gestisce il Torino? Discende tutto da lì?
"Basti pensare alla cessione di Buongiorno: se una società decide di costruire una squadra ogni anno più forte, aggiunge dei tasselli e non li vende. Il Toro non costruisce, ma sostituisce. Non vedo programmazione, vedo invece un pensiero rivolto alla giornata, ragionamenti stagione per stagione. Se guardo la rosa di oggi dico: ma se Zapata si becca un raffreddore, come fa il Toro a vincere una partita? Chi fa gol? Chi salta l’uomo? Chi toglie le castagne dal fuoco? I problemi sono sempre i soliti".
Il rilancio può passare anche dall’avvento di Paolo Vanoli in panchina?
"Da solo non può bastare. Ma devo dire che mi piace molto: è un grande lavoratore, un uomo senza fronzoli e sa benissimo che allenare a Torino non è come farlo a Venezia, con tutto il rispetto. Col lavoro quotidiano, visto che arriva da anni accanto ad Antonio Conte, può davvero migliorare i singoli e il collettivo. Piacerà molto alla gente: anche dalle prime parole, mi è parso un tipo risoluto e con idee molto chiare".
Mercato: cosa manca al Toro per completarsi?
"Dietro e a sinistra qualcosa manca. Spero ancora che il Toro possa arrivare a Gosens: è un giocatore forte, esperto e di caratura internazionale. Ma io andrei a investire anche su un elemento di qualità sulla trequarti o in mezzo al campo: ai granata manca un po’ di tecnica, un po' di imprevedibilità".
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