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Pulici: "Mi regalarono un ghepardo per un gol alla Juve. Messi ispirato da un mio pallonetto"
Paolo Pulici, storico bomber del Torino, capocannoniere per tre volte in Serie A, ha raccontato alcuni aneddoti (e non solo) nel corso di un'intervista concessa a La Stampa, partendo da un derby vinto con la Juventus e da un ghepardo in regalo: "Una volta, prima d’un derby, ero a mangiare al Macumba di Pinerolo. Nella tenuta c’erano degli animali esotici e andai a vedere due ghepardini appena nati: il proprietario mi disse che se avessi segnato me ne avrebbe regalato uno, feci doppietta e mantenne la parola. L’ho tenuto cinque anni, a volte lo portavo al Fila".
Un suo pallonetto a Zoff ha ispirato Messi: "Me lo ha confidato lui, dicendo di aver visto i miei gol su un dvd che gli aveva dato Guardiola. Con Pep ci eravamo conosciuti a Trezzo, lui giocava nel Brescia e io insegnavo calcio ai bambini. In tanti anni ne ho mandati 52 all’Atalanta, 49 al Milan e 51 all’Inter, ma ho soprattutto cercato di trasmettere valori. Mi sono fermato due anni fa, quando ho capito che alcuni dirigenti sfruttavano il mio nome".
Tanti gol ma due Mondiali e 0 presenze con la Nazionale: "Giusto avere davanti Riva, altre gerarchie non le ho capite. La verità è che certe squadre comandavano. Una volta Bearzot mi fermò e mi disse: 'Domani giochi'.Poi lo vidi parlare con due calciatori della Juve e mi ritrovai in tribuna, manco in panchina".
Un suo pallonetto a Zoff ha ispirato Messi: "Me lo ha confidato lui, dicendo di aver visto i miei gol su un dvd che gli aveva dato Guardiola. Con Pep ci eravamo conosciuti a Trezzo, lui giocava nel Brescia e io insegnavo calcio ai bambini. In tanti anni ne ho mandati 52 all’Atalanta, 49 al Milan e 51 all’Inter, ma ho soprattutto cercato di trasmettere valori. Mi sono fermato due anni fa, quando ho capito che alcuni dirigenti sfruttavano il mio nome".
Tanti gol ma due Mondiali e 0 presenze con la Nazionale: "Giusto avere davanti Riva, altre gerarchie non le ho capite. La verità è che certe squadre comandavano. Una volta Bearzot mi fermò e mi disse: 'Domani giochi'.Poi lo vidi parlare con due calciatori della Juve e mi ritrovai in tribuna, manco in panchina".
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