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Biraghi si racconta a TorinoChannel: "Inizio questa avventura fantastica con una maglia gloriosa"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 19:02Primo Piano
di Marina Beccuti
per Torinogranata.it

Biraghi si racconta a TorinoChannel: "Inizio questa avventura fantastica con una maglia gloriosa"

Il neo acquisto granata Cristiano Biraghi, terzino sinistro, ha rilasciato una lunga intervista a Torino Channel, parlando della sua nuova avventura granata.

Sul suo arrivo al Torino ha raccontato: "Sono stati giorni intensi a livello di emozioni, erano sette anni che vivevo a Firenze, una città non come le altre dal punto di vista del calore e dell’affetto. Sono stati sette intensi, sette a Firenze valgono di più di quanto è passato. È capitata questa grande opportunità e sono molto grato a chi mi ha voluto qui, inizio questa avventura fantastica con una maglia gloriosa e con una storia di enorme rispetto. È stato un mix di emozioni: prima la delusione di dover lasciare Firenze, poi la gioia di arrivare qui. La voglia è la base di ogni cosa che vuoi fare, devi sempre avere voglia di dimostrare. Poi ho qualità ed esperienza, vengono dopo e le metto al servizio della squadra".

Riguardo al suo ruolo preferito ha spiegato: "Ho avuto la fortuna di aver fatto tanti ruoli, ho acquisito delle capacità differenti a seconda della posizione. Negli ultimi anni con Italiano abbiamo giocato a quattro, è normale che in questo momento mi sento più a mio agio a giocare con una difesa a quattro. All’Inter ho fatto invece il quinto con Conte, che mi ha insegnato molto, e tra l’altro c’era anche Vanoli. Avendo come capacità principale quella di attaccare mi sta anche bene fare il quinto di spinta, io cerco di mettere il massimo. Anche in porta…(ride, ndr)".

Con Vanoli non ci sono problemi visto che : "Mi conosce dall’esperienza avuta insieme all’Inter, mi piace molto la sua idea di gioco e penso che si sposi perfettamente con le mie caratteristiche".

Nella sua carriera ha sempre segnato molti gol: "Quando inizi da bambini, il massimo è quando fai gol. E spero che i miei gol servano alla squadra: la gioia personale interessa relativamente".

Senza contare che calcia benissimo le punizioni, che spesso diventano gol, si può scomodare addirittura Mihajlovic, ben conosciuto sia dal Toro che dalla Viola: "Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di conoscere di persona Mihajlovic, mi sarebbe piaciuto molto non solo per rubargli qualche consiglio sui calci piazzati ma anche per il suo spirito, per la tenacia e la personalità che lo hanno sempre contraddistinto. Sono contento che venga ricordato per queste grandi doti. Mi piace anche provare i rigori, sono una mia caratteristica e bisogna sempre allenarsi. Il talento senza il lavoro non basta, perché non raggiungi il tuo massimo. Talento e lavoro mi hanno dato questa dote riconosciuta di calciare bene i piazzati. Non ho ancora sfidato Vanja: trovarsi un portiere di una stazza così a undici metri, un po’ di timore lo mette…Sai che se azzecca l’angolo, il rigore è parato. Ho un segreto per tirarli, ma non lo dico".

Se Vanoli è cambiato rispetto a quando era all'Inter, ha detto: "È sempre lui, anche se adesso ha dei compiti diversi perché è il primo allenatore. È normale che sia attento a 360 gradi su tutti gli aspetti. Quell’anno abbiamo lavorato molto insieme perché lui seguiva la fase difensiva, caratterialmente ha sempre preteso molto dai giocatori: un mister che pretende molto ed esige impegno. Sono le basi per fare bene, sposo perfettamente la sua mentalità ed è la stessa mia. Ci siamo trovati bene all’Inter, lo farà anche adesso”.

Ha la passione dei vini, a Milano con Barella, e a Torino?
"Nico lo chiamo fratello, siamo una cosa unica: non fratelli di sangue, ma è come se lo fossimo. Ci univa la passione per il vino, la portiamo avanti ancora oggi e ogni tanto beviamo insieme in videochiamata. Qui non sono ancora andato a cena con i miei compagni, ma ci sarà modo e spero di trovare un compagno di bevute".

Di Biraghi si parla bene come uomo spogliatoio, i suoi esempi chi sono? “Ho giocato in tante squadre con gruppi che avevano capitano con la C. All’Inter ho avuto Zanetti e poi Handanovic, ma nella mia prima esperienza in nerazzurra c’erano tanti capitano come Materazzi, Stankovic, Milito, Cambiasso. E quando lo sono diventato io, ero pronto a farlo".

Inoltre c'è stata la sua forte amicizia con Astori: "Non l’ho citato prima, è sempre toccante parlarne. È stato il mio capitano per eccellenza, è stata una perdita importante: ce l’ho tatuato sulla pelle, lo porto nella testa e nel cuore. Cerchi sempre di evitare di parlarne, la ferita è ancora aperta. Ma quando si parla di lui, non mi va di parlare di calcio o di campo, lui era un capitano soprattutto di vita. È diminutivo parlarne di un capitano di calcio, si trovano poche persone come lui. Non lo dico perché non c’è più, lo dicevo anche prima e tutti hanno lo stesso pensiero: ha lasciato una profondità di emozioni e di vivere che va oltre a una persona comune".

Biraghi è uno che porta tanti tatuaggi: "Quelli che rappresentano la mia famiglia sono i più importanti. Tutti hanno un grande significato, sono inerenti o alla famiglia oppure al mio modo di vedere la vita e su come bisogna comportarsi o raggiungere gli obiettivi".

Cosa può dare Biraghi al Toro? "Oltre a mettere bagaglio tecnico e tattico, uno dei miei obiettivi è quello di aiutare i ragazzi nei comportamenti, negli atteggiamenti e nella mentalità, avendo un po’ di esperienza. Ho avuto un’esperienza a Firenze, sono stato capitano e cercherò di mettere questo al servizio della squadra".

Mondonico aveva una sua filosofia, ci sono calciatori del Toro e da Toro: "Ho capito subito cosa vuol dire giocare nel Torino, non è da tutti. Non voglio dire adesso se sarò un giocatore da Toro o del Toro, però sicuramente farò di tutto per esserlo. Se tutti raggiungiamo questa mentalità di essere giocatori da Toro, si potrà costruire qualcosa di importante".

Biraghi non hega di pensare ancora alla Nazionale: "Finché non appendi le scarpe al chiodo, la Nazionale resta sempre un obiettivo, ma poi bisogna anche essere realisti: in questo momento per fortuna si è creato un bel movimento con giocatori giovani e forti, che hanno un futuro. Abbiamo uno dei migliori allenatori del paese, sono molto contento dell’Italia. La gente ha ripreso a guardare l’Italia, è già una vittoria. Uno pensa sempre alla Nazionale, ma per arrivare là passa tutto dal club…".

Il Biraghi fuori dal campo si dice molto legato alla famiglia: "Come mi vedi, così sono. Non ho maschere o doppie facce. Se sono felice lo vedi, se non lo sono lo vedi comunque. Ho una bella famiglia, bambine stupende e moglie spettacolare. Vivo una vita normalissima, mi piace tanto lo sport nel suo complesso. Mi piace stare in famiglia, cerco di far divertire loro. E’ una vita dedicata al calcio e alla famiglia. Loro staranno a Firenze, le bambine vanno a scuola e non era la scelta migliore spostarle a metà anno. Non sarà facile, il distacco è complicato ma io continuo il lavoro qui e coltivo la mia passione: troveremo il modo di vederci”.

Infine un giudizio sulla nuova città: "L’ho vista poco, è stato un periodo intenso. Ho fatto due passi in centro, mi ha dato la sensazione di essere una città bella e tranquilla. La prima impressione è stata molto positiva. E ho incontrato qualche tifoso, mi piace perché ti fa sentire l’affetto: per i giocatori è importante". 

Infine cosa può dire ai tifosi del Toro? 

"Saluto i tifosi del Toro, so che siete calorosi e spero di riuscire fare ciò che ho in mente. E farò di tutto per essere un giocatore da Toro”.