La fase difensiva del Torino fa acqua e ora anche l’infortunio di Zapata: granata dalle stelle alle stalle
Il primo posto in classifica in solitaria è ormai un ricordo lontano, anche se sono passate solo due giornate. Il Torino sta ridimensionandosi molto velocemente. Chi si era illuso sta prendendo docce gelate una dopo l’altra. In dodici giorni prima l’eliminazione dalla Coppa Italia ai sedicesimi ad opera dell’Empoli e poi le sconfitte in campionato con Lazio e Inter. Inutile accampare l’alibi che biancocelesti e nerazzurri sono ben più forti dei granata, anche se effettivamente lo sono. Il Torino ha un grosso problema in fase difensiva e c’era da aspettarselo visto che in estate scelleratamente era stata smantellata la difesa, che nelle tre stagioni precedenti era stata il grande punto di forza della squadra. Per due volte la miglior quinta della Serie A e l’anno scorso la quarta. Non è stato rinnovato il contratto a Rodriguez ed è stato ceduto Buongiorno con Schuurs, che ormai è quasi un anno che è fuori per infortunio. E sono stati presi Coco, Maripán e Walukiewicz, questi ultimi due per giunta rispettivamente il penultimo e l’ultimo giorno di mercato a campionato già iniziato da due giornate. Senza dimenticare che Coco e Maripán erano abituati a giocare in una difesa a quattro e non a tre. Sono 13 i gol subiti in questo avvio di stagione in 9 gare, dei quali 10 nelle ultime 4 partite, compresa quella di Coppa Italia, e sono davvero troppi.
Vanoli sembrava aver trovato una fragile stabilità in difesa con Vojvoda, Coco e Masina, solo con l’Atalanta a Vojvoda era stato preferito Tameze, e con a centrocampo Linetty a fare da schermo. Certo c’era stata la rimonta da parte del Milan nel finale di partita che aveva vanificato una vittoria malgrado il vantaggio di due gol fino all’88esimo, ma tutto sommato la difesa sembrava reggere. Poi con il Lecce l’infortunio del kosovaro e dello spagnolo naturalizzato equatoguineano hanno innescato cambiamenti ed anche esperimenti, proseguiti pure quando i due sono ritornati a disposizione, che non hanno dato i frutti sperati. Con il Verona Walukiewicz (82’ Dembélé), Maripán e Masina e altri due gol incassati per errori tecnici. Deviazione di testa di Maripán, sul tiro di Kastanos, che ha messo fuori causa Vanja (12’). Nel finale Masina in area ha perso la palla che è stata recuperata da Belahyane che poi l’ha data a Mosquera che ha segnato (90’+4’). Con l’Empoli in Coppa Italia Coco (87’ Dembélé), Maripan e Walukiewicz (46’ Sosa) . Sul cross di Haans, Walukiewiczsi è fatto anticipare da Ekong che di testa ha insaccato sbloccando il risultato (30’). Dembélé si è fatto sorprendere da Haas in occasione del gol che ha decretato la sconfitta e l’eliminazione (90’+1’). Con la Lazio Vojvoda (78’ Maripán), Coco e Masina. Vojvoda si è fatto scappare Guendouzi che ha fatto gol (8’). Contropiede della Lazio, con Isaksen che ha accelerato, dopo aver scambiato con Castellanos, ed è entrato in area lasciando sul posto Coco e servendo l’accorrente Dia sul dischetto del rigore che da pochi passi ha segnato (60’). Maripán ha dormito più dei compagni di reparto in occasione del gol di Noslin (90’). E ieri sera con l’Inter Walukiewicz, Maripán e Coco con il cileno che si è fatto espellere dopo soli 20 minuti per uno sciagurato intervento a centrocampo su Thuram, tacchetti appena sopra la caviglia dell’avversario con il rischio di fargli molto male ed è stato proprio questo a costargli il cartellino rosso. Pedersen si è fatto anticipare da Thuram in occasione del primo gol e anche Ricci aveva provato a intervenire senza riuscirci (25’). Coco ha perso il tempo in occasione del secondo gol di Thuram (35’). Vanja ha respinto troppo corto il colpo di testa centrale di Lautaro sul cross di Bastoni, ma poi Thuram di testa ha insaccato da pochi passi (60’).
Non si tratta solo di mancanza di concentrazione, ma anche di poca qualità che comporta la difficoltà a fare le transizioni difensive con i giocatori che rientrano troppo lentamente e una scarsa capacità a percepire il pericolo, soprattutto quello apportato degli avversari che arrivano a rimorchio. Senza dimenticare che c’è carenza anche di personalità.Vanoli alla vigilia della gara con l’Inter aveva detto: "Mi hanno insegnato che quando nel calcio non hai personalità è l'organizzazione che ti deve dare la personalità. Noi dobbiamo lavorare su questo. Siamo una squadra che con il collettivo deve raggiungere gli obiettivi, i singoli che fanno la differenza li hanno le grandi squadre, come quella che incontriamo domani. L’Inter ha competizione e altri obiettivi. La personalità si trova attraverso il gioco, è ciò che dobbiamo fare per fare qualche cosa d’importante. La mentalità, invece, è quella di andare a cercare qualcosa oltre, di crederci e di avere coraggio. La mentalità, come ci è successo, a volte l’abbiamo avuta con le grandi squadre perché avevamo la mente libera. Questo è il bello che devo fare io per questa squadra. Ci è successo un pochettino meno con le squadre alla nostra portata. Poi capita, ed è normale, che a volte torna l'ombra dei precedenti tre anni di lavoro, ci sta ed è umano a meno che non si cambino tutti i giocatori: lo vedo anche durante gli allenamenti, ma so che bisogna fare questo passaggio. E' come quando stai insieme a una ragazza per tre anni, se sei innamorato poi è difficile dimenticarla, ci vuole del tempo". Peccato che ieri sera sia mancata la mentalità anche con una grande squadra come l’Inter e che passa il tempo e i problemi non solo non si risolvono, ma sembrano pure acuirsi. Senza scordare che con Lazio e Inter il Torino è stato mole nell’approccio.
Ritardare poi dodici minuti l’ingresso in campo di Masina dopo l’espulsione di Maripán non ha aiutato, infatti nel frattempo Thuram ha segnato. Vanoli a fine partita ha spiegato ai microfoni di Dazn il perché: “Mi ero messo a quattro dietro perché pensavo di poter tenere gli attaccanti avversari lontano dalla nostra area di rigore, ma ho visto che c’era un Inter importante e stavamo faticando a chiudere sugli esterni. Loro hanno dei quinti con grande gamba quindi poi ci siamo rimessi a cinque rinunciando ad un attaccante (Adams, ndr)”.
E piove su bagnato in casa Torino: l’infortunio di Zapata rischia di essere un grave problema. Si spera che si tratti solo di una distorsione al ginocchio sinistro, ma c’è il rischio che invece sia addirittura rottura del legamento crociato. Perdere l’attaccante principale, il trascinatore della squadra, il capitano e il giocatore che non lesina l’aiutare anche in fase difensiva sarebbe una mazzata. Meglio non fasciarsi la testa subito ed attendere gli esiti degli esami strumentali ai quali sarà sottoposto il colombiano nelle prossime ore, più probabilmente domani. Se fosse solo una distorsione la sosta del campionato per gli impegni della Nazionale cadrebbe a fagiolo. Certo è che vedere Zapata lasciare il campo in barella e in lacrime, con tutto lo stadio che lo applaudiva facendogli coraggio, ha provocato una stretta al cuore perché dopo il contrasto con Acerbi nello scattare Duvan ha appoggiato male il piede e il ginocchio si è girato. Si può solo incrociare le dita.