Ghiviborgo, è storia: unico club a battere il Livorno. Bellazzini: "Risultato epocale"

Una carriera, quella da calciatore che per Tommaso Bellazzini è terminata solo tre anni fa, ma l'ex Cittadella, a 38 anni, è già diventato uno dei nuovi promettenti allenatori del campionato di Serie D: dallo scorso gennaio, infatti, è sulla panchina del Ghiviborgo, prima come vice dell'ex Lelli, ora come mister. Risultati soddisfacenti, quelli che sta ottenendo la formazione garfagnina, reduce dal pesante 7-1 inflitto al Livorno: "È un risultato epocale quello che abbiamo conquistato domenica - racconta mister Bellazzini in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com -, abbiamo battuto una squadra gloriosa e sostanzialmente imbattibile, che ha perso solo due gare, entrambe con noi. Se all'andata è stato un risultato storico, l'esserci ripetuti è stato davvero qualcosa di straordinari, il giusto riconoscimento per una squadra che sta lavorando tanto".
La zona playoff è adesso vicina, ma il tecnico predica calma: "L'obiettivo principale rimane la salvezza, che a mio avviso non è stata ancora matematicamente raggiunta. Non manca probabilmente moltissimo, ma prima pensiamo a fare quei punti necessari, poi non ci precluderemo obiettivi ancora più grandi".
Il campionato, per quel che concerne la promozione nel vostro girone, appare però già chiuso.
"Assolutamente, il Livorno tornerà meritatamente in Serie C, dopo aver dominato in lungo e in largo la stagione. È il giusto epilogo".
Livorno guidato da un tecnico navigato, battuto però da un emergente. Quando conta, in una categoria di giovani, essere un giovane allenatore?
"Indubbiamo qualche vantaggio c'è, perché c'è più vicinanza generazionale con la squadra, con la quale si condividono anche le stesse sensazioni di ambizione, voglia e volontà di crescere sia in termini personali che di carriera. Chiaramente, però, l'esperienza aiuta, da giovani c'è tanto da imparare. Io comunque sono contentissimo di quanto stiamo facendo, il nostro è un percorso con una chiara identità e con un DNA marcato, segnato da un gioco riconoscibile che è il valore aggiunto per i ragazzi, che stanno ottenendo risultati personali e collettivi".
Ma come nasce la tua volontà di diventare allenatore?
"Chiusa la carriera di calciatore, mi sono preso un anno e mezzo sabbatico per capire bene cosa fare, volevo osservare anche con più distacco il mondo del calcio, ma sono sempre rimasto comunque intorno a quello, provando anche altre vesti. Tramite il mio Lelli, però, a gennaio dello scorso anno, ho avuto la possibilità di entrare in uno staff tecnico, il suo a Ghiviborgo, ed è stata quella l'occasione perfetta per cominciare un nuovo percorso. Lelli è una persona che stimo molto, siamo tanto legati, e mi ha permesso di compiere un passo fondamentale".
Dopo pochi mesi, subito mister in prima.
"Già da vice ho avuto molta autonomia, avevo spazio per muovermi, e ho capito subito che il mio ruolo sarebbe stato quello di primo allenatore: ho avuto l'opportunità di misurarmi con questo ruolo, averlo fatto con le persone giuste nel contesto giusto è stato fondamentale. E ora voglio dare il massimo per chiudere al meglio l'annata".
