
Lucchese nel caos, Mancini non paga gli stipendi. Futuro sempre più a rischio
Lucchese nel pieno di una crisi profonda, che ormai ha assunto i contorni di un dramma sportivo e gestionale. Benedetto Mancini, dallo scorso 26 marzo ufficialmente proprietario del club attraverso una sua società, stando a quanto riportato da GazzettaLucchese, non ha rispettato neppure l’ultima scadenza utile (deadline ieri a mezzanotte) per saldare gli stipendi di febbraio a calciatori e staff tecnico. Non solo: restano inevasi anche gli arretrati già maturati nei mesi precedenti. Il risultato è che l’intero ambiente rossonero – compresi coloro che non risultano tesserati – non percepisce compensi dallo scorso anno.
Un quadro desolante che ha già portato a una penalizzazione di sei punti, frutto di tre mensilità non corrisposte entro la deadline federale di febbraio. Il tanto atteso cambio di proprietà, nei fatti, non ha portato nemmeno un accenno di inversione di tendenza: da quella data, il club ha visto entrare solo poco più di duemila euro, prelevati dal botteghino durante la gara contro la Ternana, su input dello stesso Mancini. Poi il vuoto.
Le promesse di pagamenti imminenti, le conferenze stampa annunciate e poi puntualmente annullate, sono rimaste lettera morta. Attorno a questa gestione si sono poi mossi altri soggetti, da Fabbro a D’Andrea, fino al direttore generale Veli, tuttora in carica.
Non è la prima volta che il nome di Mancini compare in contesti societari problematici. Il suo passato è costellato di esperienze tutt’altro che rassicuranti, spesso finite male. E ora la Lucchese rischia un nuovo deferimento, con l’ennesima penalizzazione che potrebbe arrivare – salvo sorprese – nella prossima stagione. Sempre che il club riesca a iscriversi, un traguardo tutt’altro che garantito: servirà infatti saldare tutte le pendenze entro fine maggio, pena l’esclusione.
Un quadro desolante che ha già portato a una penalizzazione di sei punti, frutto di tre mensilità non corrisposte entro la deadline federale di febbraio. Il tanto atteso cambio di proprietà, nei fatti, non ha portato nemmeno un accenno di inversione di tendenza: da quella data, il club ha visto entrare solo poco più di duemila euro, prelevati dal botteghino durante la gara contro la Ternana, su input dello stesso Mancini. Poi il vuoto.
Le promesse di pagamenti imminenti, le conferenze stampa annunciate e poi puntualmente annullate, sono rimaste lettera morta. Attorno a questa gestione si sono poi mossi altri soggetti, da Fabbro a D’Andrea, fino al direttore generale Veli, tuttora in carica.
Non è la prima volta che il nome di Mancini compare in contesti societari problematici. Il suo passato è costellato di esperienze tutt’altro che rassicuranti, spesso finite male. E ora la Lucchese rischia un nuovo deferimento, con l’ennesima penalizzazione che potrebbe arrivare – salvo sorprese – nella prossima stagione. Sempre che il club riesca a iscriversi, un traguardo tutt’altro che garantito: servirà infatti saldare tutte le pendenze entro fine maggio, pena l’esclusione.
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