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Campobasso, l'esonero di Filipponi un fulmine a ciel sereno: con Mignemi nuovo corso
A pochi giorni dall'inizio della sessione invernale di calciomercato, il Campobasso si preparara ad un nuovo corso. Nei giorni scorsi infattil, il club molisano ha affidato il ruolo di direttore sportivo a Davide Mignemi, che ha preso il posto di Sergio Filipponi, sollevato dall'incarico lo scorso 22 dicembre dopo la sconfitta con l'Arezzo.
Un esonero arrivato come un fulmine a ciel sereno, con il Campobasso, squadra neo promossa in Serie C doppo aver vinto il campionato di Serie D lo scorso anno, che al netto di un leggero rallentamento in questo ultimo periodo, sta disputando un'ottima stagione: i Lupi infatti, sono attualmente al dodicesimo posto in classifica con 25 punti, gli stessi di Pianese, Pineto, Carpi ed Ascoli e in piena zona playoff. Nessuno quindi si sarebbe aspettato un esonero di colui che ha costuito questa squadra, soprattutto alla vigilia del mercato invernale. Evidentemente qualcosa si era rotto all'interno della società ed il Campobasso ha preso la decisione di cambiare in corsa.
Le prime parole di Mignemi
"I giocatori devono incarnare lo spirito che mi è stato trasmesso, chi viene qui deve lavorare - si legge su primonumero.it -. Mi piace relazionarmi direttamente con i calciatori per capire se hanno le motivazioni giuste per indossare la maglia rossoblù. Cerchiamo chi salta l’uomo e un buon regista. Stiamo lavorando su questo. Di Nardo? Non è in uscita. Anzi, è un giocatore fondamentale per noi. Campobasso ha dato tanto a lui e lui ha dato tanto al Campobasso. Siamo concentrati su tutto, siamo sul pezzo. Campobasso è una piazza calorosa, una società ambiziosa, proprio come me. Tornare a lavorare con un allenatore che stimo è un valore aggiunto: con Braglia ci fidiamo l’uno dell’altro e condividiamo gli stessi principi. Questo ci aiuterà a individuare l’idea vincente. Da buon siciliano, parlo poco e lascio spazio ai fatti. Questo per me è l’anno zero, e tutto partirà da cinque parole chiave: lavoro, dedizione, professionalità, passione e cuore per il Campobasso. Non ho tempo per sbagliare e per questo ho bisogno dell’aiuto di tutti: dal responsabile del campo al custode, fino al presidente. E, ovviamente, del dodicesimo uomo in campo, i nostri tifosi, che qui sono straordinari".
Un esonero arrivato come un fulmine a ciel sereno, con il Campobasso, squadra neo promossa in Serie C doppo aver vinto il campionato di Serie D lo scorso anno, che al netto di un leggero rallentamento in questo ultimo periodo, sta disputando un'ottima stagione: i Lupi infatti, sono attualmente al dodicesimo posto in classifica con 25 punti, gli stessi di Pianese, Pineto, Carpi ed Ascoli e in piena zona playoff. Nessuno quindi si sarebbe aspettato un esonero di colui che ha costuito questa squadra, soprattutto alla vigilia del mercato invernale. Evidentemente qualcosa si era rotto all'interno della società ed il Campobasso ha preso la decisione di cambiare in corsa.
Le prime parole di Mignemi
"I giocatori devono incarnare lo spirito che mi è stato trasmesso, chi viene qui deve lavorare - si legge su primonumero.it -. Mi piace relazionarmi direttamente con i calciatori per capire se hanno le motivazioni giuste per indossare la maglia rossoblù. Cerchiamo chi salta l’uomo e un buon regista. Stiamo lavorando su questo. Di Nardo? Non è in uscita. Anzi, è un giocatore fondamentale per noi. Campobasso ha dato tanto a lui e lui ha dato tanto al Campobasso. Siamo concentrati su tutto, siamo sul pezzo. Campobasso è una piazza calorosa, una società ambiziosa, proprio come me. Tornare a lavorare con un allenatore che stimo è un valore aggiunto: con Braglia ci fidiamo l’uno dell’altro e condividiamo gli stessi principi. Questo ci aiuterà a individuare l’idea vincente. Da buon siciliano, parlo poco e lascio spazio ai fatti. Questo per me è l’anno zero, e tutto partirà da cinque parole chiave: lavoro, dedizione, professionalità, passione e cuore per il Campobasso. Non ho tempo per sbagliare e per questo ho bisogno dell’aiuto di tutti: dal responsabile del campo al custode, fino al presidente. E, ovviamente, del dodicesimo uomo in campo, i nostri tifosi, che qui sono straordinari".
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