TMW RADIO - Zoff: “Scudetto Napoli strameritato, è la vittoria di tutte le componenti"
Nella serata di TMW Radio, all’interno di “Piazza Affari”, è intervenuto il leggendario Dino Zoff.
Vittoria dello Scudetto del Napoli strameritata…
“Di più, diciamo che anche se ha fatto un po’ di fatica nelle ultime gare, vincere con cinque giornate d’anticipo è un traguardo importante. Di campionati ne ho fatti e ne ho vinti, ma per prestazioni così ci vuole completezza di tutte le componenti, tra società, dirigenti, allenatore e calciatori”.
Meret doveva andare via e ha fatto una grandissima stagione. In generale in Friuli c’è una scuola di portieri interessanti, da Scuffet, a Vicario, a Provedel. C’è una caratteristica dell’essere friulani che aiuta?
“La solitudine, anche se vogliono inserirti nel gioco con i piedi, sei sempre un uomo solo e devi imparare a reagire all’essere sempre un uomo solo. Caratterialmente forse essere friulani aiuta”.
Che segnale è la vittoria del Napoli per il campionato italiano?
“Il Napoli si è espresso alla grande. Forse le altre soffrono troppo per concause esterne”.
Quanto è difficile concentrarsi sulla Serie A con un derby di Champions da giocare?
“L’errore è concentrarsi sulla partita successiva, mettendo a rischio quella del presente e mettendosi casomai sulle spalle più pressione per la gara importante che verrà. Bisogna sempre allenarsi a soffrire”.
L’arrivo così avanti delle italiane in Europa è una rivalutazione del vecchio e caro calcio all’italiana?
“È importante prima non prenderne. È sempre fondamentale l’equilibrio e considerare quali sono i propri punti di forza e giocare poi di conseguenza. Non ha senso inseguire dei valori che non si hanno nel DNA o nelle qualità della rosa. Bisogna trovare il modo di mettere gli uomini che si hanno nel modo più equilibrato possibile. Una volta si pensava che si vincesse solo con i difensori, ma il Napoli - quando giocavo io - ha Orlando, Sivori e Altafini”.
Si incrociano i sei allenatori che hanno corso dietro il Napoli. Ha delle preferenze?
“Non ho preferenze. Il risultato, in un campionato, è la classifica. In 1,2 o 5 partite esistono delle altre componenti, ma in un campionato “totale” il risultato da commentare è la classifica. Il giocare bene o giocare male devono essere sempre considerati commisurandoli al risultato. Mennea non era stilisticamente bello da vedere, ma i numeri sono quelli che contano”.
Ha un debole per un allenatore in particolare?
“Non voglio schierarmi, ognuno trae quel che può dalle caratteristiche che ha in rosa”.
Sulla Nazionale?
“Qualche tempo fa era più semplice trovare qualità dalle nostre parti. Abbiamo vinto un Europeo con straordinari meriti di Donnarumma”
Si è spiegato come mai lei fu messo alla porta con dichiarazioni poco benevolenti nel 2000 e come invece oggi ci sia stata una riconferma in toto di Mancini dopo il fallimento per non essere andati al Mondiale?
“Siccome ho un’età e so che l’onda va dove vuole andare, indipendentemente dai risultati che vengono fuori. Le mode e le considerazioni - che ti fanno o meno “personaggio” - sono cose che passano. Sono sempre stato “scarno” nelle cose, provando a difendermi coi risultati”.
Ha parlato del fatto di aver “fallito come personaggio dello sport”, per non aver trasmesso alle generazioni successive i valori che lei considerava fondamentali. Non è troppo severo con se stesso?
“Sono un uomo di sport e i comportamenti di piagnisteo li trovo insopportabili. Quando vedo mancanza di rispetto dell’avversario e dell’arbitro noto che si va oltre. Forse oggi non avrei avuto una carriera così lunga, perché con tutte le sceneggiate che vedo oggi mi sarebbe venuta voglia di produrmi in uscite fuori dai pali esagerate. Oggi si parla di voler fare il terzo tempo, senza aver però prima impresso valori importanti nell’atto agonistico. Prima di imparare a perdere si dovrebbe imparare a vincere”.
Pronostico tra Milan e Inter?
“L’Inter mi sembra arrivata in un momento di forma pieno di salute. Il Milan va a vento alterno. Potete fare voi il 49 e 51…”