Presidenza AIA, Zappi propone: "VAR a chiamata o Challenge, con gli audio in diretta"
In tarda mattinata arriverà il verdetto finale. Si scoprirà chi verrà eletto come nuovo presidente dell'AIA (Associazione Italiana Arbitri) per i prossimi 4 anni dopo l'era Carlo Pacifici, leader del movimento dei fischietti nazionali dall'aprile 2023. Per chiarire quali siano i programmi proposti dai rispettivi candidati, sia Antonio Zappi che Alfredo Trentalange hanno rilasciato un'intervista ai taccuini della Gazzetta dello Sport.
In primis parola a Zappi, che ha ricevuto la benedizione da Daniele Orsato e potrà fare affidamento sull'appoggio di Carlo Pacifici: "Qual è il punto cruciale del mio programma? La creazione di una direzione tecnica, sganciata da interferenze politiche. L’AIA ha come compito primario ed essenziale di garantire al sistema calcio il reclutamento, la formazione e la gestione dei migliori arbitri dal settore giovanile alla A. Per fare ciò è cruciale che le nomine tecniche e le carriere arbitrali siano sganciate da interferenze politiche e che gli incarichi, pur restando fiduciari, siano su competenze e credibilità tecnica".
Su quali aspetti puntare per migliorare il sistema?
"Sicuramente il primo è il riconoscimento da parte della FIGC di un’autonomia gestionale dell’Associazione. Pur rimanendo parte integrante dell’ordinamento federale, vogliamo ottenere una completa indipendenza nella gestione del budget. Poi, continueremo a sostenere il doppio tesseramento e ho il sogno di vedere un calciatore della Nazionale o un tecnico promuovere i corsi per arbitri. Immaginate testimonial come Spalletti Donnarumma che invitassero i giovani a entrare nel mondo arbitrale...".
Che consiglio dare all'IFAB per far sbagliare meno arbitro e VAR?
"Provenendo da un contesto professionale in cui vige il principio della prevalenza della sostanza sulla forma, dico per rendere l’idea che non vorrei più sentir dire "l’operazione chirurgica è riuscita, ma il paziente è morto", cosa che purtroppo abbiamo sentito in diverse situazioni in cui la giusta decisione in campo sarebbe stata un’altra ma che il VAR, per protocollo, non ha potuto invitare al monitor l’arbitro per cambiarla. Poi, introduzione del VAR a chiamata o Challenge, poter rendere ascoltabili in diretta gli audio della sala VAR ampliando il format “Open Var”.