Moratti: "Abbiamo scoperto perché l'Inter di Simoni ha vinto meno di quanto meritasse"
Lunga intervista a Massimo Moratti all'interno del Quotidiano Sportivo distribuito stamani in edicola. Sono passati ormai quasi trent'anni da quando, all'alba o quasi del 1995, l'imprenditore comprava l'Inter, litigando con la sua signora: "Avevo promesso a Milly che non l'avrei fatto. Lei preferiva destinare i quattrini in solidarietà. Quando apprese la notizia in televisione non voleva farmi più entrare in casa! Mi disse che dovevamo aiutare chi soffre, risposi con una battuta: 'conosci qualcuno che soffra più degli interisti, mentre il Milan di Berlusconi vince tutto e la Juve torna grande?' Così mi perdonò".
Proseguono i racconti di Moratti, con sempre al centro sua moglie: "Si è pentita! Fosse per lei, dovrei ricomprare la Beneamata qui e ora". Si sofferma poi sulle proprietà estere: "Io sono stato tra i primi a cedere all'estero, avevo visto cosa stava accadendo in Premier League. L'esplosione dei costi, la globalizzazione dei capitali, eccetera. Era ed è una tendenza quasi impossibile da contrastare".
Quindi Moratti passa all'analisi dei temi nerazzurri declinati al presente: "L'Inter attuale può arrivare ovunque! Io vedo una squadra d'acciaio, che non si smarrisce mai. Il valore aggiunto è l'allenatore, Inzaghi è formidabile". Poi però si torna alla nostalgia e ai ricordi, con un colpo di scena: "Non è l'Inter di Mourinho quella che ho amato di più, sebbene conservi un ricordo incredibile. Ho amato di più la squadra di Simoni, con il primo Ronaldo. Vinse meno di quanto avrebbe meritato e più tardi abbiamo anche scoperto perché".