Meno Acerbi e Mkhitaryan, più Beukema e Nico Paz: Inter, come cambierà il mercato
Beppe Marotta ha detto che non ci saranno rivoluzioni, come farebbe uno che si appresta alla rivoluzione. Cambierà l’approccio al mercato dell’Inter, questo il presidente lo ha confermato, pur escludendo traumi. E del resto quello che sarà il futuro nerazzurro sulla campagna acquisti lo deciderà la sintesi tra gli input della nuova proprietà Oaktree e l’esperienza di chi sa che per vincere le belle speranze non bastano.
Esperti vuol dire successi, giovani vuol dire valore. Non è un’equazione esatta: si possono sbagliare i colpi anche pescando tra calciatori affermati, si può vincere anche con i talenti. È, però, questione di priorità: Oaktree, come tutti i fondi, pensa al profitto e ha indicato una via molto lontana da quella che la dirigenza, anche per necessità, ha seguito negli ultimi anni. Molto più simile, per fare un esempio che scontenta, a quella tracciata dal Milan di Elliott e RedBird: con la differenza, sperano i tifosi nerazzurri, di una dirigenza che ha già dimostrato di sapere imbroccare le scelte giuste.
Meno Acerbi e Mkhitaryan, più Beukema e Nico Paz. Non sono nomi a caso: i primi due sono il simbolo di quel che è stato. Giocatori navigati, arrivati a zero e con ingaggi robusti, che hanno portato mentalità e vittorie. Gli altri due sono il simbolo di quel che dovrà essere, anzi sono obiettivi concreti - ci aggiungiamo Ricci e Castro - per l’immediato futuro. Costano nell’immediato - affari da 25/30 milioni - ma guadagnano meno e devono ancora affermarsi. Resta un grande interrogativo di fondo: Simone Inzaghi è stato uno dei segreti dell’Inter in questi anni. Ma forse non è l’allenatore più adatto a un’altra filosofia e lui stesso potrebbe anche guardarsi intorno, visto che il suo nome è sulla bocca di tutte le big d’Europa. “Il ciclo di Inzaghi continuerà”, ha detto Marotta. Si vedrà.











