Le grandi trattative della Fiorentina - 2008, El Loco Vargas non è un terzino ma saprà imporsi
Firenze è descritta dai più come piazza calcistica passionale, affezionata quasi visceralmente alla Fiorentina e ai giocatori che danno forma alla sua squadra. Capita dunque spesso che i tifosi di fede viola si attacchino quasi morbosamente a certi profili, idolatrati addirittura dal primo istante più per l'uomo, che per la figura professionale che incarnano. Si potrebbe scrivere senza troppi timori di smentite che il rapporto con Juan Manuel Vargas, arrivato a Firenze nel 2008, si sia strutturato esattamente entro questi binari.
Dopo due stagioni di pregevole fattura disputate in quel di Catania, il laterale peruviano, dotato di un sinistro devastante, attrae su di sé gli occhi di numerosi club in giro per l'Italia, e per l'Europa, ma alla fine a spuntarla sarà la Fiorentina, probabilmente anche per una questione di prospettive. Se infatti è vero, come riportano numerose cronache di ormai una dozzina di anni fa, che su di lui c'erano puntati i riflettori di Roma, Milan, Arsenal e Barcellona, lo è altrettanto che in nessuna di quelle piazze avrebbe avuto la continuità e la risonanza dedicata lui dalla società toscana.
Il ds viola Pantaleo Corvino si presenta con 12 milioni di euro in mano, e convince la società etnea a lasciar partire uno dei pezzi più pregiati del suo scacchiere. Un acquisto dal peso notevole, il secondo in termini economici di quella fruttuosa estate in cui al Franchi approdarono, tra gli altri, anche Gilardino e Jovetic. L'allenatore Prandelli cerca di ottimizzare il suo innesto guardando alla logica di gruppo, e dei numerosi calciatori offensivi già presenti nella sua rosa, tentando sulle prime di adattarlo a laterale con compiti difensivi: una scelta i cui esiti si riveleranno all'evidenza discutibili.
Ecco che allora il tecnico di Orzinuovi trova il modo di spostare Vargas qualche metro più avanti, facendogli fare il tornante di centrocampo più che il terzino, e da lì inizia tutta un'altra storia. Il peruviano classe '83 si trova decisamente a suo agio in quella zolla di campo, e macina chilometri con il gomito largo a spostare tutto ciò che capita sulla sua strada, gonfiando spesso e volentieri le reti dei portieri avversari grazie a cannonate scagliate da un piede mancino capace di imprimere dinamite sul pallone. Per questo, ma anche per il suo carattere difficile, estremamente sudamericano - gli varrà un indimenticabile soprannome, El Loco - i tifosi della Fiorentina si innamoreranno pazzamente di lui, e tutt'oggi, se provate a chiedere, percepirete una nota sentimentale al solo pronunciare di quel nome.