Inter, Conte si affida al suo "miglior nemico"
In un contesto nel quale il tuo funerale calcistico è stato celebrato da un paio di settimane, e ti ritrovi ad essere invece vivo e vegeto per un paio di millimetri rivisti al Var, il fatto di ritrovarti ad affidare obtorto collo il tuo destino europeo ad un giocatore con il quale il divorzio è stato sancito dai fatti dopo un matrimonio fallimentare, è forse il colpo di scena più impronosticabile.
Antonio Conte e Christian Eriksen dopo le punture mezzo stampa del danese per una fiducia mai ottenuta da parte del tecnico dopo l’investimento perpetrato dalla società per tingere il suo futuro di nerazzurro, sono alla probabile firma di armistizio che potrebbe stravolgere le carte in tavola di un destino che sembrava segnato.
L’indisponibilità di Vidal, unita alle condizioni precarie di Barella e dei lungodegente Sensi e Nainggolan arrivano praticamente a costringere il tecnico leccese a modificare il proprio impianto “sturm und drang” per ritagliare spazio alla qualità troppo spesso indolente del danese arrivato dal Tottenham per cambiare le sorti nerazzurre e che ora rischia di trovarsi contro lo Shakhtar la ghiotta occasione per modificare il proprio, di destino.
Un colpo di scena ulteriore, in una dinamica che già ne potrebbe riservare parecchi.
Tali e tante sono le combinazioni di risultati ai quali i nerazzurri dovrebbero trovarsi costretti a sperare qualora dovessero riuscire a portare a casa un successo in quella che rappresenta a tutti gli effetti una finale.
Perché l’unica base che non può essere discussa è proprio questa: la vittoria. Chiunque arrivi a firmarla, compreso il nemico più caro che ci sia.