I vent'anni di presidenza De Laurentiis: dagli insulti alla Lega alla battaglia con Benzema
Il 10 settembre del 2004 nasceva il Napoli Soccer. Una creatura nata dal fallimento del Napoli di Salvatore Naldi, giunto quattordicesimo in Serie B nell'anno precedente ma che ripartiva dalla C grazie al Lodo Petrucci e al subentro, rispetto al curatore fallimentare, di Aurelio De Laurentiis. Un viaggio che probabilmente nemmeno i più grandi sostenitori dell'imprenditore romano potevano pensare. Perché se è vero che è più "semplice" passare dalla C alla A - lo hanno fatto in tanti, dal Parma alla Fiorentina, dopo i fallimenti - dall'altro era tutt'altro che scontato che De Laurentiis spezzasse l'egemonia delle strisciate che vincevano lo Scudetto dal 2002 fino al 2023.
"È con orgoglio che festeggio questi primi 20 anni di straordinario cammino, come Presidente e proprietario del Napoli, che abbiamo tutti insieme portato a primeggiare in Italia e in Europa con un percorso vincente. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questo traguardo".
E' con orgoglio che festeggio questi primi 20 anni di straordinario cammino, come Presidente e proprietario del Napoli, che abbiamo tutti insieme portato a primeggiare in Italia e in Europa con un percorso vincente. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questo traguardo
— AurelioDeLaurentiis (@ADeLaurentiis) September 10, 2024
Vent'anni di vittorie, di coppe e di campioni. Non di Coppe Campioni, almeno vinte, sarebbe stata troppa grazia. Però uno Scudetto, tre Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Dai primi anni con Lavezzi come trascinatore, passando per il Matador Cavani e il bis del core 'ngrato Higuain. Dello Scudetto con Spalletti e Osimhen, fino al trasferimento al Galatasaray di inizio settembre.
Istrionico, berciante, alle volte anche maleducato come a luglio 2011 quando dopo una riunione di Lega urlo frasi irripetibili, per poi salire in motorino con un ragazzo che passava di lì, un passante preso come taxi. Un assoluto protagonista della vis pubblica del Napoli, come Inler vestito da maschera e il "sono io il vostro Cavani" in risposta alle voci che volevano il cannoniere di ritorno. Ma anche la battaglia verbale con Benzema, considerato vecchio cinque anni prima del Pallone d'Oro (e trattato in quell'estate), oppure le accuse contro la Juventus di una mano malandrina in certe circostanze.
Un presidente d'altri tempi, forse meno borghese ma certo vulcanico. Con un sorprendente equilibrio per quanto riguarda i risultati sportivi, ma che vuole essere sempre al centro dell'attenzione, in tutto e per tutto. Un presidente senza grosse via d'uscita: o si ama, o si odia. Più facile farlo sempre, quasi di principio, che non valutare giorno per giorno.