I conti della Juventus non sono ancora guariti. Ma non è più una grande malata (per ora)
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Il semestre della Juventus è positivo. Più 16,9 milioni in netto miglioramento rispetto a un anno fa, quando le perdite erano a 94. Come è finito quell'anno è presto detto, perché il -199 è cristallizzato in una stagione (molto) negativa perché non c'era stato l'accesso alla Champions League causa plusvalenze e penalizzazioni. Quest'anno, di fatto, le cose buone sono dovute proprio all'ingresso nella Coppa: 64,1 milioni a cui vanno sommati anche 5,2 per i biglietti allo stadio. Significa che su 110 milioni di miglioramento, ben 70 arrivano dalla Champions.
A gennaio sono state giocate altre due partite, più il playoff. Quindi è evidente che anche qui qualcosa sia finito nel calderone, forse troppo poco per i costi che arriveranno a breve. Perché gli stipendi continuano a essere alti - nonostante la "razionalizzazione" - e vanno pagati ogni mese, mentre non ci saranno più i premi della Champions a fare da contraltare. Di fatto è probabile che nella seconda parte di stagione si vada verso un -50 che potrebbe portare il tutto intorno a una perdita da -30 milioni.
Cosa significa? Che la Juventus non è più una grande malata economica. Ma che la medicina è temporanea, cioè che la Champions ha mascherato tutti i problemi. Così a un mancato arrivo al quarto posto conseguirebbe una necessità di tagliare (e vendere), facendo plusvalenze. Perché già nella passata stagione sono stati 67,8 milioni serviti a mitigare i dati. Ci sarà il Mondiale per Club, è vero, ma senza Champions la Juve dovrà fare i conti con se stessa. E soprattutto i suoi costi.
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