Cos'è la Patria Potestad, la normativa che ha permesso alla Juve di prendere gratis Matias Soulé
Matias Soulé è senza alcun dubbio il talento del giorno. Convocato dalla Nazionale maggiore dell'Argentina senza neanche aver esordito con la prima squadra della Juventus, il jolly offensivo classe 2003 è arrivato a Torino a gennaio 2020 con un'operazione a costo zero. Almeno a livello di cartellino.
Il Velez, club che ha cresciuto la stellina di Mar del Plata, non ha potuto infatti ottenere alcun beneficio economico dalla partenza del suo talento a causa della "Patria Potestad". Questa normativa, presente nell'articolo 264 del Codice Civile, riserva a un padre il diritto di trasferire la sua famiglia in un altro Paese, con buona pace della società in cui milita il figlio calciatore minorenne.
Non è certo una novità per il fútbol argentino, visto che tanti altri top club europei in passato si sono avvalsi di questa clausola per assicurarsi gratuitamente potenziali stelle del domani. Il primo caso fu quello di Esteban Cambiasso, che nel 1996 lasciò l'Argentinos Juniors dall'uscita secondaria, trasferendosi al Real Madrid B a soli 15 anni. Lo stesso, più recentemente, è accaduto per esempio con Giuliano Simeone, figlio del Cholo che ha detto addio al River proprio per raggiungere il padre all'Atletico.
Se è vero che l'articolo 19 del "Reglamento sobre el Estatuto y Transferencia de Jugadores" (RETJ) permette il trasferimento di un calciatore soltanto una volta raggiunta la maggiore età, allo stesso tempo viene riconosciuto come eccezione il cambio di domicilio in un altro Paese della famiglia di un giocatore minorenne per ragioni "non legate al calcio". Senza alcuna possibilità di guadagno per la società che ha formato il suddetto calciatore.