A fine febbraio il primo sfogo di Motta. Dopo sei mesi di dichiarazioni da Mulino Bianco

Thiago Motta ieri sera c'è andato giù pesante. Al termine della gara persa contro l'Empoli che ha estromesso la Juventus dalla Coppa Italia ha detto di provare vergogna. Di più: ha dichiarato che i fischi che dagli spalti della Juventus Stadium si sono riversati sul terreno di gioco sono stati anche poco rumorosi per quanto espresso dalla sua squadra sul terreno di gioco. "Perdevamo palla e ci fermavamo. Chiedo scusa, la gente che è venuta oggi è stata anche gentile con noi perché meritavamo molto di più di quanto abbiamo sentito oggi", ha detto nel post-gara.

Uscendo contro l'Empoli ha probabilmente detto addio all'ultima possibilità di chiudere la prima stagione con un trofeo. E forse proprio per questo, per la prima volta da quando allena a Torino, ha abbandonato la strada delle risposte di circostanza per lanciare un pesante j'accuse ai suoi ragazzi per l'atteggiamento tenuto in un primo tempo che ha visto i bianconeri uscire dal campo dopo l'errore di Nico Gonzalez. La fotografia della serata bianconera è nello 0-2 divorato da Konate allo scadere della prima frazione: un lancio di Vasquez ha permesso all'attaccante classe 2006 di ritrovarsi tutto solo davanti a Perin e di fallire un gol praticamente già scritto spedendo il pallone sul palo.

"Mi vergogno io di quello che ho visto nella mia squadra, è inammissibile affrontare una partita di calcio in questo modo. Responsabilità completamente mia perché non ho trasmesso l’importanza di giocare una partita del genere con questa maglia. Non ho saputo farlo prima della partita, è inammissibile". Di dichiarazioni così di Motta dopo la gara di ieri sera ne potete leggere a bizzeffe e non se ne erano mai lette prime. Forse Motta per la prima volta sente che davvero la sua posizione è in pericolo. Oppure è l'inizio di una sua nuova era comunicativa, più sincera. Dopo mesi di dichiarazioni degne degli spot della Mulino Bianco.

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