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De Zerbi già pazzo di Rabiot: "Ne vorrei 4-5. Gli ho chiesto se ha un fratello come lui"
Adrien Rabiot ha impiegato pochissime settimane per entrare nel cuore del sistema di gioco di Roberto De Zerbi. L'ex centrocampista della Juventus ha segnato contro il Saint-Etienne la sua prima rete con il Marsiglia e il tecnico italiano ha elogiato l'importanza di avere un centrocampista del genere: "Ci vorrebbero due, tre, quattro o anche cinque Rabiot. Gli ho chiesto se avesse un fratello come lui, ma mi ha detto che non gioca a calcio", ha detto in conferenza stampa scherzando.
Poi è tornato serio: "Che segni o meno, per noi resta un giocatore decisivo. Vogliamo che tutti migliorino le statistiche. Per la sua qualità e le sue caratteristiche, Adrien ha questa capacità di segnare. Deve sfruttarla, ma non deve diventare un'ossessione. Gli attaccanti ovviamente devono fare di più, anche Greenwood che ha segnato 10 gol deve puntare a segnarne 20 o 25".
A proposito di attaccanti, inevitabile la domanda su Wahi: "Ha un problema fisico, non so se sarà disponibile domani (il Marsiglia giocherà contro il Lilla nella sfida della 15esima giornata di Ligue 1, ndr). Non è una questione di conoscenza calcistica, anche se forse non l'aveva in passato. È anche una questione di adattamento in un club importante, diverso da quelli in cui ha giocato finora. È un bravo ragazzo, un grande giocatore con un potenziale enorme. Voglio lavorare affinché possa migliorare".
Poi è tornato serio: "Che segni o meno, per noi resta un giocatore decisivo. Vogliamo che tutti migliorino le statistiche. Per la sua qualità e le sue caratteristiche, Adrien ha questa capacità di segnare. Deve sfruttarla, ma non deve diventare un'ossessione. Gli attaccanti ovviamente devono fare di più, anche Greenwood che ha segnato 10 gol deve puntare a segnarne 20 o 25".
A proposito di attaccanti, inevitabile la domanda su Wahi: "Ha un problema fisico, non so se sarà disponibile domani (il Marsiglia giocherà contro il Lilla nella sfida della 15esima giornata di Ligue 1, ndr). Non è una questione di conoscenza calcistica, anche se forse non l'aveva in passato. È anche una questione di adattamento in un club importante, diverso da quelli in cui ha giocato finora. È un bravo ragazzo, un grande giocatore con un potenziale enorme. Voglio lavorare affinché possa migliorare".
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