Reggiana-Mapei Stadium-Sassuolo, la storia: rapporti cambiati con Simona Giorgetta
La partita tra Reggiana e Sassuolo, identificata adesso come il “derby dello stadio” per via delle note vicende legate all'impianto di Reggio Emilia, porta con sé un bagaglio di emozioni contrastanti per i tifosi granata. Come sottolineato dalla Gazzetta di Reggio, per i sostenitori della Reggiana, questa sfida non ha il medesimo peso specifico delle rivalità storiche con Parma e Modena, che occupano un posto privilegiato nei cuori dei reggiani, grazie anche a coreografie spettacolari e a una storia vissuta intensamente sul campo e sugli spalti.
Allo stesso modo, i tifosi neroverdi non sembrano sentire la stessa adrenalina nei confronti della Reggiana, preferendo rivali più prossimi, come Carpi o Modena, che condividono con loro un legame geografico che amplifica la competizione. Tuttavia, da ben undici anni, Reggiana e Sassuolo sono collegate da un destino comune, condividendo le stesse mura del Mapei Stadium, un luogo che ha visto accadere incontri e scontri idealistici di vario genere.
SCELTI DA SASSUOLONEWS:
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Reggiana-Sassuolo. E meno male che non era un derby
Quanto paga d'affitto la Reggiana per il Mapei Stadium: le cifre e i dettagli
Fino al 2013, il Sassuolo era percepito come una piccola realtà provinciale in ascesa, un club che emulava i sogni di tanti sostenitori locali. Tuttavia, con la promozione in Serie A, il club si trovò nella necessità di un impianto più grande, spostando l’asse della competizione e della rivalità. L'acquisto dello stadio Giglio, avvenuto in un contesto di fallimento della Reggiana, segnò un punto di non ritorno. Per un importo di 3.750.000 euro, il Sassuolo si aggiudicò l'impianto all'asta: "l'idea fu semplice: partecipare all’asta del curatore fallimentare per rilevare lo stadio Giglio, che apparteneva alla società Mirabello 2000 dichiarata fallita insieme all’AC Reggiana dopo il crac Foglia nel 2005. Lo stadio era nato nel 1995 da un’idea al tempo visionaria: rendere l’impianto di proprietà. Un impianto realizzato anche come atto di fede grazie alla sottoscrizione di abbonamenti pluriennali da parte degli stessi sostenitori granata".
Da quel momento, il Mapei Stadium iniziò a trasformarsi, perdendo via via il suo legame storico con la Reggiana, ora relegata a un ruolo secondario. Mapei ha investito notevolmente nella ristrutturazione e nella modernizzazione dello stadio, ora considerato uno degli impianti più all’avanguardia a livello nazionale, capace di ospitare eventi di grande prestigio. Per i tifosi della Reggiana, la perdita del loro stadio, da condividere poi con il Sassuolo, ha rappresentato un colpo profondo, un saluto amaro che ha generato una ferita mai sanata.
Negli anni successivi, la rivalità è cresciuta, alimentata da una serie di scelte e decisioni che hanno spinto gli ultra granata a esprimere il loro dissenso. Le manifestazioni di protesta si sono susseguite, e la sensazione di essere stati estromessi dalla propria casa calcistica ha alimentato un clima di ostilità: "Una decisione che lasciò di sasso i tifosi della Reggiana, che cominciarono da quel momento ad accusare l’amministrazione comunale (guidata allora dal sindaco Graziano Delrio) e poi la stessa società neroverde". L’inserimento di seggiolini verdi e la rimozione di simboli legati alla Reggiana hanno contribuito a far sentire i tifosi come ospiti indesiderati.
"Dal pagamento dell’affitto annuale all’operazione con la Reggiana femminile, confluita nel Sassuolo (con tanto di chiodi all’interno del Mirabello, impianto in cui si sarebbe dovuta giocare la partita delle ragazze, e manifestazione nel centro cittadino per ribadire tutela e rispetto verso “l’unica squadra della città”)", i reggiani si sono sentiti ospiti sgraditi. Ma non solo, anche il progetto Generazione S è stato visto come una mossa atta "a portare via non solo i talenti migliori da un punto di vista sportivo ma anche potenziali tifosi, invogliando loro con i campioni della serie A e che con palcoscenici diversi rispetto alla C, a cui la Reggiana è stata purtroppo abituata nell’ultimo ventennio".
Con il passare del tempo, un leggero cambio di rotta ha iniziato a evidenziarsi. Nonostante le precedenti tensioni, il trend di collaborazione tra Reggiana e Sassuolo sembra aver preso piede. Non solo per le agevolazioni sull’affitto, ma anche per il supporto tecnico nei trasferimenti di giocatori giovani, come i gli arrivi di talenti sotto la gestione di mister Nesta l'anno scorso.
Questa evoluzione, insieme a un atteggiamento più aperto da parte di Mapei, potrebbe segnare l’inizio di una nuova era, che si discosta dai conflitti del passato e abbraccia una prospettiva di crescita condivisa. La recente possibilità per i tifosi della Reggiana di organizzare eventi allo stadio, come la festa di fine stagione in Curva Sud, è un segnale positivo che offre spunti di ottimismo.
"I rapporti tra Simona Giorgetta, Board Member Mapei, e la società di Romano Amadei sono diventati più collaborativi anche per l’organizzazione di eventi e la posizione del Sasol si è ammorbidita su alcuni aspetti, tanto è vero che la scorsa estate i tifosi della Reggiana hanno organizzato la festa di fine stagione direttamente in Curva Sud, rimasta aperta straordinariamente", conclude il quotidiano.