SN - Bressan e l'addio al Sassuolo: "Sarei rimasto ma nessuna polemica". Poi l'aneddoto su Squinzi
Walter Bressan, ex portiere del Sassuolo, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni raccontando i suoi tre anni in neroverde e tornando anche sull'addio al club emiliano. Ecco le sue parole: "Bellissimi! Per me è stata una storia fantastica, era all'inizio o nel mezzo della crescita di una società assieme alla famiglia Squinzi dove tutti noi sapevamo la forza e l'obiettivo che aveva il Sassuolo che non si poteva con una promozione in Serie A. Ho fatto parte di un gruppo di persone fantastiche, ho conosciuto persone fantastiche, un ambiente 'particolare' nel senso che è sempre stato definito l'isola felice della B, poi l'isola felice della A perché ha una famiglia dietro importante ma io ho riconosciuto anche un modo di lavorare, una professionalità, pur partendo dal basso e piano piano è diventato una cosa stabile in Italia, e ho ricordi fantastici. Ricordo il Dottore, Rossi, Bonato, ricordo tantissimi amici come Magnanelli, Pagani, Masucci e parlo dei primi perché il mio primo anno è stato un po' un anno di lancio del Sassuolo che poi si è stabilizzato negli anni e non posso non ricordare quella società e quella gente in maniera incredibile. Ogni volta che tornavo da avversario l'ho fatto sempre con grande piacere".
Che ricordo hai di Giorgio Squinzi? Hai qualche aneddoto su di lui?
"Non si vedeva tantissimo perché era pieno di lavoro ma sentivi sempre la presenza attraverso il presidente Rossi, Bonato, quindi quando parlava di proprietà sapevi che era lui. Aneddoti? Ce ne sono, in particolare quando facevamo le cene con l'azienda Mapei eravamo secondi in classifica quell'anno dietro al Livorno, in Serie B, e noi eravamo tutti contenti ma la risposta sua è stata 'io sono abituato sempre a stare primo e quindi bisogna arrivare primi'. Questa era un po' la sua mentalità che lo ha portato a essere quello che è stato e continua a essere ogni giorno e ogni domenica vedendo la scritta Mapei sulla maglia del Sassuolo. Io credo che sia stato un passaggio e una storia scritta in maniera forte e mi auguro che continui perché al di là della prima squadra, il Sassuolo sta crescendo e sta lavorando benissimo con il Settore Giovanile, gli auguro di continuare a crescere di tornare dove era prima".
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Tu hai parlato di ricordi bellissimi ma andando a spulciare negli archivi ho trovato anche una tua dichiarazione dopo il tuo addio che diceva: 'Sassuolo che delusione, mi aspettavo la conferma'. Perché un portiere che colleziona 102 presenze in 3 anni poi non viene confermato?
"Ricordo anch'io quell'intervista, secondo me è stata fatta appena dopo il mio addio e non erano state parole di delusione nei confronti della società che aveva fatto una scelta. Io rientravo da un infortunio al ginocchio, evidentemente la società al tempo non mi ha più considerato all'altezza, non lo so, perché quando si fanno delle considerazioni si prende un po' tutto. Io stavo bene ma ero rientrato da un infortunio, avevo altri due anni di contratto e mi ricordo che sarei rimasto volentieri ma le dinamiche nel calcio possono cambiare però sono state parole interpretate male perché è chiaro che quando uno va via dopo aver dato tanti ci rimane male ma fa parte del gioco. Oggi ho 15 anni in più rispetto a quell'intervista lì, quando si è giovani si dicono anche delle cose...ma sono andato a Varese e sono stato bene, a Cesena, a Chievo in Serie A, le storie cambiano e rimangono. Io resto dell'idea che a Sassuolo sono stato benissimo. È chiaro che mi sarebbe piaciuto continuare a Sassuolo, se uno dice una cosa del genere è perché stava bene, ma nessuna polemica. Sono stato bene a Sassuolo".