LIVE Vanoli: "Darei tutto per vincere il derby. Dobbiamo trasformare l'energia e la voglia quando l'arbitro fischia. Coco c'è, Ricci e Gineitis porvano nella rifinitura"
Il Torino ha terminato il girone d’andata con 21 punti all’11° posto però a sole 4 lunghezze dalle terzultime, Cagliari e Lecce. Adesso inizia il ritorno affrontando la Juventus dalla quale fu sconfitto all’andata per due a zero senza mai tirare nello specchio della porta dei bianconeri. La partita di domani per i granata avrà quindi due valenze: riscattare l’andata e provare a fare punti per evitare di finire risucchiati nella lotta per la permanenza in Serie A.
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con la Juventus che si disputerà domani alle ore 18 al Grande Torino Olimpico.
Come sta la squadra in vista in vista del derby?
“Bene. Abbiamo fatto una buona settimana, una buona preparazione che oggi finisce con la rifinitura. Avevamo in dubbio tre giocatori Coco, Ricci e Gineitis. Saúl è rientrato ieri in gruppo e oggi nella rifinitura sia Gineitis sia Ricci proveranno”.
Cosa avete imparato dalla scorsa cittadina?
“Dal punto di vista ambientale, se ce ne era bisogno quanto sia importante per i nostri tifosi. Non c'era bisogno, ma l’altra volta anche per me er il primo derby da allenatore del Torino e l'ho sentito ancora di più. A livello tattico non avevamo fatto una prestazione da Toro, ma normale che non basta assolutamente per vincere un derby”.
In questa settimana su quali punti ha insistito con i suoi ragazzi?
“Quanto si affronta una settimane con una partita importante intanto bisogna gestire i momenti e capire i momenti di come si arriva al derby. Noi veniamo dalla partita con il Parma, secondo me, interpretata veramente bene, ma nella quale ci sono mancati i tre punti che per noi erano importanti. Sappiamo che il derby nonostante sia una partita a sé i punti contano. Bisogna sempre giocare questa partita con la mentalità di vincere e io voglio trasferire i miei giocatori questo: non solo giocare bene. ma arrivare anche all’obiettivo di vincere”.
Thiago Motta ha detto che non ci saranno Vlahovic e Conceiçao, per voi cambia qualche cosa?
“Sinceramente, non mi interessa guardare loro. Il derby ha la sua valenza, è una partita importante, incontriamo una squadra forte che anche senza questi due giocatori ha valori in panchina importanti. Come ho detto prima, dobbiamo trarre insegnamento da quello che avevamo fatto all'andata. Abbiamo la fortuna di giocare in casa nostra davanti al nostro pubblico e deve essere completamente un'altra partita perché per vincere queste partite devi farlo non solo sul piano organizzativo, ma anche col cuore e con la passione: andare oltre”.
Dall’altro derby sono passati due mesi e sono cambiate cose a livello tattico, l'abbiamo visto ultimamente col 4-2-3-1, ma anche nello spirito della squadra. La gara di domani, se giocata con una buona prestazione e il giusto atteggiamento, può dare qualche cosa in più dal punto di vista della fiducia che ancora manca alla squadra?
“Assolutamente sì, assolutamente. L’ho detto che è da un mese che sto vedendo finalmente la squadra avvicinarsi a quello che è il mio carattere, alla mia determinazione, alla mia fame e voglia di fare qualcosa d’importante. Queste sono partite che veramente possono dare una svolta, ma non solo per i nostri tifosi è importante il risultato deve esserlo anche la prestazione perché dopo c'è un continuo”.
§Ieri il presidente vi ha fatto visita ci può dire come è andato l'incontro con la squadra e cosa vi ha detto Cairo? Lei ha colto l’occasione per ricordargli che sono già trascorsi giorni dall’apertura del mercato e nn è ancora arrivato nessun rinforzo promesso?
“Ho detto sin dall'inizio che per costruire qualcosa, per unire, bisogna essere anche vicini e quando si è vicini si ha la fortuna di confrontarsi. E, secondo me, questo nel recente passato è un pochettino mancato. Penso che per vivere i problemi bisogna vivere vicino alla squadra.
Per il resto, ti dico la verità, questa settimana ho voluto chiudere il capitolo mercato perché per me e per i miei giocatori questa partita è troppo importante”.
Cairo che cosa vi ha detto?
“Come sempre ha fatto un discorso alla squadra importante”.
La squadra è carica e determinata al punto giusto, quindi né troppo né poco, per fare una prestazione davvero da Toro con la Juventus?
“Un'ottima domanda. E’ interessante questa domanda perché, come ho detto prima, trovare la chiave per tenere il giusto equilibrio per affrontare queste partite è molto importante. C'è la chiave collettiva, ma anche la chiave individuale di ogni ragazzo su come affronta queste partite importanti. E’ un aspetto da considerare perché devi riuscire a trasformare tutta l’energia, la voglia e la determinazione quando l'arbitro fischia”.
Ci saranno novità sull'assetto della squadra oppure la base di partenza sarà il 3-5-2?
“Hai fatto una domanda interessante e adesso mi chiedi di dare la formazione? (ride, ndr)”.
Non chiedo la formazione, ma solo il modulo iniziale.
“Ho detto e penso di averlo dimostrato con i fatti che non sono integralista nelle cose. Quando si parla di 3-5-2 o 4-2-3-1 nel calcio moderno sono solo numeri che servono ai giornalisti per scrivere la formazione. All'interno della partita c'è l'interpretazione perché a volte giochi a 4 però costruisci a 3, a volte giochi a 3 costruisci a 4. Ormai nel calcio all'interno della partita ci sono più partite. Quindi penso … vediamo domani”.
Ritiene che la squadra si sia avvicinata a sentire dei tifosi nei confronti del derby?
”Sì, penso di sì. L'hanno dimostrato i tifosi alla fine della partita col Parma che hanno chiamato i giocatori sotto la curva se ce n'era bisogno per fare capire l'importanza di questo derby. In primis io sono il responsabile ed è quello che ho cercato di essere fin dal primo giorno quando mi sono seduto davanti a voi e vi ho detto che la mia parola principale era unire e avvicinarmi, non allontanare nonostante quello che stava succedendo. Poi in questo percorso di sei mesi la nostra bravura, anche del mio staff, è stata quella di riuscire a comandare una barca che ha attraversato parecchie vicissitudini e adesso la società deve capire l'importanza di questo mercato”.
Nelle ultime dieci partite avete segnato solo quattro gol e di solito non segnate prima del cinquantesimo. C’è una spiegazione a questo?
“Guarda, non riuscire a segnare è diverso da non riuscire a creare. Quando mi dicono che non abbiamo tirato in porta e mi chiedono il perché lo capisco e faccio sempre l'esempio di Coco e Karamoh se arrivi lì e la porta è libra e non tiri è normale che i dati statistici riportano che il portiere non ha parato (ride, ndr). Quindi bisogna un pochettino saper leggere i dati, anche se questo non deve essere un alibi. Penso che nelle ultime partite, soprattutto l'ultima col Parma, abbiamo creato tantissimo e non siamo stati bravi a concludere oppure, a volte, il migliore in campo è stato il portiere. A Udine abbiamo avuto una grandissima reazione e la stessa cosa è successa a Empoli, tutti parliamo che abbiamo vinto 1-0 con un euro goal bello di Adams, ma se andiamo a vedere le occasioni che abbiamo avuto prima e il portiere ha fatto anche 2-3 grandi parate. E’ da un mese che stiamo creando e adesso piano piano dobbiamo anche diventare concreti nel sapere realizzare”.
Prima del derby d’andata aveva visto quello famoso del 3 a 2, in questi giorni ha visto qualche altro derby storico o ha letto quale libro in particolare? Cosa l’ha ispirata per questo derby?
“Sto in silenzio, ho voluto vivere questa settimana in silenzio perché ogni preparazione di un derby è diversa, io sono un allenatore che arriva dal lavoro, dal sacrificio e soprattutto dalla passione e dal sentimento quindi ogni preparazione è diversa come ogni partita è diversa quindi sono stato in silenzio, ho voluto sentire, ho voluto guardare e lo farò fino alla fine”.
Negli ultimi derby il Torino si era più votato alla rottura e la Juventus più alla costruzione, mentre adesso ho la sensazione che il paradigma si sia rovesciato. Questo cosa può rappresentare per domani?
“Ho giocatori che hanno nelle loro caratteristiche il palleggio ed è normale che quando alleni una squadra guardi proprio le caratteristiche dei singoli. Avevo detto della difficoltà dei nostri centrocampisti perché non ne abbiamo d'assalto, di attacco continuo all'area di rigore. A parte Gineitis che ha caratteristiche di continuità nell'attaccare l'area, gli altri sono giocatori più propensi al palleggio. Ho sempre detto che in questo periodo Karamoh ci ha aiutato tanto perché ci mancava proprio l'attacco alla linea difensiva, mi hanno sempre insegnato che per fare gol bisogna attaccare la linea difensiva, e lui ci ha aiutato tantissimo nell'allungare la squadra avversaria per sfruttare dopo meglio le caratteristiche di Vlasic e anche di Adams, a volte,di venire incontro per cambiare gioco. Abbiamo sfruttato meglio l'ampiezza, cambiando e giocando a 4 visto che era il momento, cosa che era già ben definita con Lazaro, soprattutto nel secondo tempo quando c’erano Pedersen e Vlasic largo con le 4 punte. La valutazione dipende anche molto dalle caratteristiche dei giocatori. Il Torino è più una squadra che tende ad arrivare nell’ultimo terzo un po' più col palleggio, anche se, come ben sapete, sono una persona a cui piace andare al concreto. Sto cercando questo e penso che lo si sia visto un po’ di più in queste ultime partite, soprattutto grazie alle caratteristiche dei difensori”.
Cosa darebbe per vincere il derby?
“Darei tutto perché so quanto manca dopo tante sofferenze e riuscirci sarebbe il mio sogno. In questi mesi ho capito cosa vuol dire soffrire a Torino, è sarebbe una gioia immensa: dare tutto”.
Cosa intende per tutto?
“Il tutto è la passione per questo lavoro, è la voglia ogni partita di vincere, è non pensare ma…”
Ma cosa darebbe per vincere?
“Il tutto è una parola grande, me lo tengo per me”.
Cosa deve capire la società per il mercato? Che c'è soltanto l'attacco o che invece bisogna intervenire anche in qualche altro reparto?
“Non voglio parlare di mercato, L’ho detto dall’inizio e voglio essere coerente con me stesso e con i miei giocatori, ho bisogno di tutti i giocatori e l'ho dimostrato. Il calcio e soprattutto queste partite, se dobbiamo vincere coi singoli è veramente difficile, com’è successo in questi anni. Noi dobbiamo vincere di squadra e di spirito di squadra. Per fare questo ho sempre detto dal primo giorno che non guardo in faccia nessuno, ho bisogno di tutti. Per quanto riguarda la parentesi sul mercato, sappiamo che ci vuole anche fortuna”.
Ci spiega la scelta sull’utilizzo di Sanabria che ultimamente ha giocato poco?
“Sono scelte, ho detto che per me i giocatori sono tutti importanti, poi ne vanno in campo 11, non posso metterne 12. Nel decidere chi mettere in campo conta anche lo stato di forma. Sicuramente ci sono le situazioni. Adesso abbiamo cambiato qualche cosa, però per quello che è il mio calcio ho dimostrato, e qua c'è stato un maestro come Ventura che più di una volta ha fatto 4-2-4, però per arrivare a questo ci vuole una mentalità e un lavoro dietro. Mi chiedevate sempre di Maripán, ma per lui ci voleva tempo per metterlo in condizione di poter affrontare il nostro campionato e arrivare ad essere oggi un giocatore importante per noi”.
Quindi domani Maripán gioca nella difesa a quattro?
“Perché con Maripán non ho mai giocato a tre?”.
Ormai in campo ci vanno in 16.
“Hai ragione”.
Domani può essere l’ultima occasione per Sanabria che ha giocato pochissimo però ha fatto 3 gol alla Juventus?
“Speriamo che se lo ricordi”.
Quindi è la soluzione?
“Se mi dici anche questo alla fine non mi lasci nessuno”.
Visto che prima o poi si aprirà anche il mercato per il Torino, la situazione di Sanabria in questo senso qual è? Come lo ha visto in questi giorni?
“L'ho visto bene, è entrato bene. Si mette sempre al servizio della squadra. E’ un giocatore importante e l’ho sempre detto. Sappiamo anche, delle sue parole dopo l’infortunio di Zapata, che si sarebbe preso la responsabilità. È un giocatore del Torino ed è importante”.
Può sembrare una provocazione, e in fondo lo è, qual è il senso dell'apertura di oggi delle porte del Filadelfia visto che viene fatto due volte all’anno?
“Questa cosa qua mi sta dando fastidio Prima di tutto da quando sono arrivato, penso di essere forse uno degli allenatori che ha aperto di più le porte”
Due volte.
“Lo volevo fare più, però ti spiego perché questa cosa è da spiegare. Per un mese e mezzo il Filadelfia non è stato agibile perché era in rifacimento il campo principale e quindi non era agibile. Ho aperto due volte e la terza l'ho fatto qui al Grande Torino perché di là il campo era inagibile e ho fatto giocare la partita con la Primavera qua. Poi oggi, rispetto a una volta, ci sono anche problemi di sicurezza legati ogni volta all’apertura della struttura. Quindi, indipendentemente da questo, cerco il momento di farlo. Oggi non è aperto perché c'è il derby perché penso che i nostri tifosi hanno sempre dimostrato, da quando sono qua, di essere sempre vicini alla squadra. Non ho avuto la possibilità di aprirlo prima, mi avrebbe fatto piacere farlo prima anche per festeggiare tutti insieme l’anno nuovo, ma non ho avuto il tempo”.
Si ha la sensazione che con tanti giocatori stranieri, che hanno abitudini, culture diverse e parlano una Babele di lingue, i calciatori hanno poco a che fare con la Storia del Toro e che non la conoscano. Quindi l’apertura oggi del Filadelfia sembra un palliativo per avere un po’ di carica in vista di domani visto che chi c’è alle spalle, mi riferisco alla società, non insegna ai giocatori dove sono. Chiedo scusa per la provocazione.
“E’ una bella affermazione questa ed è quello che sto cercando personalmente, mi metto in prima persona, di far capire che cos'è il Torino ai miei giocatori. L'ho fatto con un video riguardante la storia del Torino, parecchie volte. Lo faccio ogni volta che c'è la possibilità con qualche ex giocatore. Lo faccio nel quotidiano con i giovani come Njie perché, come dici, io sono italiano e lo posso fare. Quindi devo essere io il primo responsabile a fare questo. Mi dispiace che tu dica che apro solo le porte per questa occasione perché, ti ripeto, i miei tifosi hanno dimostrato più di una volta di esserci vicini sempre. Apro contro il mio club perché oggi ce l'hanno col mio presidente e col mio direttore. Facevano prima a non aprire, quindi vado dritto per la mia strada. Voglio indipendentemente dalle ragioni che, come ho sempre detto, hanno i tifosi, unire la squadra e mi prendo la responsabilità che questa squadra deve sudare in campo per unire poi tutto il resto, come il mercato, non mi interessa. Parlo degli obiettivi che ci sono da raggiungere, delle caratteristiche che devono avere i giocatori poi quando arrivano non lo so. Sono un allenatore e in tutte le maniere devo fare più punti possibili, Dopo un po' essere bravi e non alzare mai la voce ogni volta che se riapri sei in una maniera, se chiudi sei in un’altra, e questo e quello, che c…. dai. Ho spiegato le motivazioni del perché ho aperto e ti ho spiegato anche tutte le volte perché non l'ho fatto. Cercherò, come allenatore, di migliorare anche in questo”.
Non è un’accusa, non la prenda sul piano personale.
“Non la metto sul piano personale, sto facendo capire il perché. In questi sei mesi il Filadelfia per quasi due è stato inagibile la verità è questa, tutto qui. Guarda proprio non mi offendo”.