
IL SAMPDORIANO - Ci giochiamo tutto: fondate speranze e maledette conferme
Si va avanti con la consapevolezza di giocarsi la vita calcisticamente parlando, con un unico obiettivo: evitare "un'impresa" che meriterebbe solo la massima vergogna per ogni componente coinvolta. Anche a Reggio Emilia abbiamo avuto i riscontri sugli aspetti di crescita ma al tempo stesso le maledette conferme di una squadra capace di complicarsi la vita e costretta poi agli straordinari per evitare il crollo.
È vero, questa volta siamo rimasti in dieci non per colpa nostra ma un clamoroso errore del direttore di gara (speriamo almeno che dal prossimo anno si rendano conto che il secondo giallo comporta l'espulsione e rendano possibile l'intervento al Var per non sentirsi più in un calcio da quinto mondo) che avrebbe potuto costare carissimo. Ma vogliamo parlare del resto? Un primo tempo senza mordente, due goal subiti evitabilissimi contraddistinti dalle ennesime dormite generali che potevano aggravare ulteriormente la situazione. Basta citare l'occasionissima per la Reggiana pochi secondi prima del break sulla palla persa sul fondo da Veroli, oppure il rischio pronti via preso da Cragno in uscita...
Guardando il bicchiere mezzo pieno questa è finalmente una squadra, con numerosi limiti e lacune ma è un dato di fatto rispetto al nulla visto fino a pochi mesi fa, quando un gruppo di giocatori, ritenuto pronto non solo per i playoff ma addirittura per la promozione diretta secondo molti esperti che poi si sono resi conto di averla sparata grossa, faticavano perfino a costruire un'efficace manovra offensiva. Sotto di due goal il rischio di sprofondare si toccava con mano, era palese, a quel punto la reazione è stata importante e meritevole di attenzione, abbiamo dimostrato di crederci anche contro le avversità. Anche l'inferiorità numerica non ci ha fatto paura, da quel momento è come se mentalmente non avessimo avuto più nulla da perdere e abbiamo giocato sciolti, rendendoci peraltro conto dello spessore sicuramente non eccelso dell'avversario, andato subito in difficoltà appena abbiamo cominciato a fare qualcosa degno di nota. È questo dovrebbe farci riflettere e rappresentare un immenso rimpianto.
Siamo rimasti in corsa ma continuiamo a perdere occasioni su occasioni e il numero di partite diminuisce sotto ai nostri occhi. Se era il Ferraris era diventato un autentico tabù per noi e facile terra di conquista per gli avversari, ultimamente gli otto punti ottenuti in quattro gare evidenziano una rilevante inversione di tendenza. Abbiamo buttato via il mondo in trasferta: due punti volati via a Mantova, il suicidio di massa a Bolzano, la meritata vittoria non portata a casa a Bari e il rocambolesco pari di Reggio. Insomma da quelle gare mancano almeno cinque punti che ci avrebbero consentito di respirare, senz'altro non di pensare ai playoff, ai quali qualcuno pensava fino a poco tempo fa....
Adesso la sosta prima del vitale scontro salvezza con il Frosinone, un mese fa apparentemente condannato alla seconda retrocessione consecutiva e invece rigenerato dalla gestione Bianco che ha portato dieci punti in quattro gare. Fossi il Frosinone come giocherei? Coperto e pronto a colpire in ripartenza. Dovremo augurarci di sbloccare presto la gara, sfruttando le occasioni e gli episodi, evitando di concedere praterie che metterebbero inevitabilmente in salita un match già delicatissimo. Mancherà Niang, un'assenza pesantissima, vedremo Coda dal 1' fino a quando avrà autonomia e poi chissà... a gennaio è arrivato anche Abiuso ma non lo abbiamo ancora visto. La priorità di sistemare la difesa è stata soddisfatta con Cragno, Altare e Curto, davanti mancava un attaccante di spessore da dieci goal visti gli infortuni e gli attuali rendimenti ma non è arrivato. Auguriamoci di non rimpiangerlo.
Nel frattempo concentriamoci sul presente che vede la nostra Sampdoria impegnata in una combattutissima bagarre salvezza che coinvolge metà delle partecipanti. Meglio non sprecare inchiostro per capire se Tizio, Caio o Sempronio potrebbe allenarci il prossimo anno, chi arriverebbe sul mercato o in dirigenza... pensiamo ad evitare il cataclisma, adesso. Si salverà chi avrà più voglia, compattezza, lucidità e un po' più di qualità. Dobbiamo riuscirci senza "se" e senza "ma", perchè soltanto così un progetto potrà proseguire davvero.







