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tmw / sampdoria / Primo Piano
IL SAMPDORIANO - Quando manca la terra sotto i piedi...TUTTO mercato WEB
Oggi alle 09:16Primo Piano
di Diego Anelli
per Sampdorianews.net

IL SAMPDORIANO - Quando manca la terra sotto i piedi...

L'editoriale del Direttore Diego Anelli dopo il ritorno al successo della Sampdoria contro il Cosenza nonostante l'infelicità numerica.

La Sampdoria bloccata dalla paura, da quell'astinenza al successo che durava da tempo immemore. Zero verticalizzazioni, la palla che scottava, andava a veniva da destra a sinistra e viceversa senza guadagnare un centimetro, subito in porta Perisan, appena arrivato e reduce da un lungo periodo di inattività tra infortuni e scelte tecniche. Partita bloccata, menti bloccate.

Come se non bastasse un elenco lungo un chilometro di assenze: tra infortunati e squalificati Akinsanmiro, Meulensteen, Ghidotti, Tutino, Altare, Bereszynski, Romagnoli, Benedetti, Bellemo, Venuti, Curto, oltre ai fuori rosa Borini, Kasami, Barreca, Ravaglia. L'espulsione per doppia ammonizione di Ronaldo Vieira alla mezzora avrebbe le tagliato le gambe a chiunque, eppure tra mille difficoltà siamo rimasti in partita, non ci siamo arresi e abbiamo trovato pure il goal del vantaggio con il solito Fabio Depaoli, bomber aggiunto dopo la doppietta di Mantova. 

Tutto sembrava però continuare a girare storto, come testimoniato dall'infortunio all'ennesimo portiere, stavolta Perisan, e il timore di subire almeno un goal nel finale. Rischiare di buttare tutto via finendo nel precipizio poteva essere concreto, con tutte le conseguenze mentali e psicologiche che ne sarebbero derivate. Il tifo della Gradinata Sud è stato incessante, in particolare in due momenti ha fatto ulteriormente la differenza. Subito dopo l'espulsione a Vieira e ad inizio secondo tempo dopo un buon intervento di Perisan sul primo palo, quando è partito il coro "Doria Doria" in maniera spontanea, dalla gente anche non organizzata. L'urlo commovente di sostegno, speranza, amore, passione, voglia di non gettare la spugna, l'invito a crederci e a lottare con convinzione, la consapevolezza che la disperazione e il baratro erano potenzialmente dietro l'angolo.

La squadra si era liberata mentalmente grazie a quel goal, finalmente era pronta a gettare il cuore l'ostacolo dimenticandosi di paure, ombre, perfino della classifica e dell'inferiorità numerica. Ognuno correva per tre, si metteva la gamba in ogni contrasto, si credeva su ogni palla vagante, si è giocato da squadra capace di soffrire e resistere tutta insieme. Alcune menzioni su tutti. Ferrari, nonostante i gravi infortuni e la fase finale di gara vissuta da zoppicante, ha guidato l'intero reparto e ha spronato i compagni. Yepes, nonostante un rinnovo contrattuale non ancora arrivato, da vero professionista ha corso come un motorino inesauribile lottando contro chiunque andando a coprire anche lo spazio di chi si era fatto cacciare. Depaoli dimostra attaccamento alla maglia non risparmiandosi mai e il feeling realizzativo rappresenta un valore aggiunto a prestazioni già ricche di solidità e corsa, Niang ha accantonato curriculum e platee blasonate, calandosi subito mentalmente nelle criticità attuali lanciando un segnale a chi era qui fin da agosto, "Sono venuto perchè ci credo".

Sarà la partita della svolta? Ce lo auguriamo, deve essere la base di ripartenza, bisogna fare altri punti pesanti con il Modena per tirarci fuori dalla melma. La Sud ha accompagnato e spinto la squadra verso il successo, comprendendo le difficoltà di una squadra paralizzata dal caos ma desiderosa di rialzare la testa e dimostrare di esserci ancora. Nel corso del match in più occasioni ci è mancata la terra sotto i piedi, eravamo in bilico, sull'orlo del precipizio ma siamo rimasti in piedi. Sentendo quel pericolo concreto abbiamo dato i tanto attesi segnali di orgoglio. Non avevamo più nulla da perdere o il mondo intero da perdere. "Siamo già retrocessi", "Tizio, Caio, Sempronio non capiscono nulla, devono andare via" ecc ecc. Non è il momento nè di fare processi che si faranno a  tempo debito, nè di creare ulteriori depressioni. 

Chi crede a questa salvezza venga allo stadio e non faccia il leone da tastiera, chi vuole farsi fomentare e farsi prendere per i fondelli sui social da fenomeni improvvisati o destabilizzatori è libero di farlo ma poi non si pianga addosso come al solito, dicendo "ci sono ricascato" come in una dipendenza. "Abbiamo battuto "solo" il Cosenza". Ci siamo resi conto  di non aver giocato in Champions contro il Real Madrid, ma oggi come oggi questa è la nostra Champions e quel Cosenza è il Real Madrid. Godiamoci e costruiamo le prossime partite da questa vittoria, possibilmente senza rompere le palle anche quando possiamo strapparci un piccolo grande sorriso. Ci sarà da combattere, i successi di ieri di Sudtirol e Salernitana ce lo ricordano ma lo avevamo già capito.