SAMPDORIA GONFIA LA RETE - Come, chi, dove. L'attacco è il cuore del problema?
Nel calcio, i fattori di riuscita per un buon campionato di vertice, risiedono da sempre nelle voci goal fatti, goal presi. La differenza, giocoforza è la forbice tra le due e sin qui trattando di Sampdoria il responso non è favorevole. Tutto nero all'orizzonte? Dipende da come si leggono i dati statistici, perché al di la dei numeri nudi e crudi, diciotto goal presi e sedici realizzati c'è da analizzare per poter cercare di comprendere.
Tralasciando i goal subiti l'analisi sulle reti realizzate ci porta inevitabilmente a spacchettarle tra chi li ha realizzati e dove. Nelle gare interne le polveri decisamente bagnate hanno portato a soli tre goal, Venuti nella vittoria con il SudTirol, Coda nella sconfitta interna contro la Juve Stabia e Kasami nella vittoria sul Mantova. In casa la Sampdoria ha racimolato sei punti dei sette totali. Nelle restanti gare la mancanza di goal ha di fatto portato ad un pareggio, con il Bari e a due sconfitte con Reggiana e Brescia. Il mal di goal potrebbe essere dunque Marassi? Difficile da dirlo con certezza ma è notevole la differenza tra realizzazioni casalinghe ed in trasferta.
Fuori casa di contro, la Sampdoria di reti ne ha messe a referto ben dodici, in sette partite, di cui solo due, con Cittadella e Pisa senza segnare. Punti messi in cascina, otto che in sostanza fanno il paio con quanto raccolto in casa. La differenza la fanno i goal segnati, come se fuori casa i blucerchiati riuscissero ad esprimersi con più facilità. Messo a fuoco il dove ci si deve per forza addentrare nel chi questi goal li ha messi a segno. Ed è qui che comprendere lo stato di salute della Sampdoria può risultare maggiormente comprensibile. I sette marcatori stagionali del Doria sin qui si ridividono abbastanza equamente tra centrocampo e attacco. Al primo posto non fa nemmeno notizia Coda con quattro reti, le restanti marcature, ridistribuite tra Venuti, Ioannou, Meulesteen e Tutino con due mentre ad uno registriamo Kasami e Akinsamiro danno un quadro indicativo della forza realizzativa blucerchiata, incentrata come normale che sia su attacco e centrocampo ma vista la mole comunque nella media per quanto concerne le squadre di media classifica senza la presenza di difensori o rincalzi nei due ruoli più offensivi.
L'analisi cosi non rende, le dinamiche dei goal realizzati sono il passaggio chiave. E qui pare più evidente che il problema della Sampdoria non stia nella distribuzione per reparti delle reti realizzate, quanto forse nella gestione della fase offensiva, incentrata su fasce, ripartenze e azioni singole. Un'idea sul "mal di goal" che affligge la Sampdoria potrebbe essere dunque la mancanza di idee li in mezzo al campo vista l'assenza di un trequartista o un regista puro. O forse potrebbe trattarsi di un andamento speculare a quella che è la squadra stessa, costruita sicuramente con idee precise ma forse non cosi chiare, basti pensare al cambio di manico in corsa e soprattutto alla consapevolezza che la rosa messa su sia comunque figlia della situazione societaria.
L'unico fattore di conforto potrebbe risiedere nel mantra di un campionato cadetto lungo e carico di sorprese e a ridosso del mercato invernale qualcosa potrebbe cambiare e perché no, invertire un trend che sin qui non è adatto ad un club che vuole tornare in serie A.