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Salernitana, in campo chi lotta: il posto va conquistato
Da settimane si susseguono gli interrogativi riguardanti quale possa essere l'assetto tattico migliore per fare rendere al meglio una squadra, la Salernitana, che stenta a ritrovarsi e ad uscire dalle pericolose sabbie mobili della bassa classifica. Tante, troppe le soluzioni avanzate per apportare varianti efficaci al modulo base proposto con continuità da Roberto Breda, il tanto vituperato 3-5-2. Le risposte ai tentativi di volta in volta apportati dal tecnico trevigiano si sarebbero, però, rivelate contraddittorie, così come tali sarebbero parse le prestazioni dei singoli calciatori. Se a Carrara, ad esempio, la Salernitana è cresciuta tanto quando in campo sono entrati i suoi elementi più tecnici ed esperti come Verde, Reine-Adelaide e Soriano, al contrario le prestazioni dei primi due in casa contro il Frosinone sarebbero state deludenti.
Così come la peggiore performance stagionale dei granata sarebbe arrivata nei primi quarantacinque minuti contro i laziali, giocati proprio con quel 3-4-2-1 tanto invocato ed osannato dalla critica e, forse, anche dall'interno della società stessa. Ciò che, tuttavia, si percepisce è che il problema principale sia a livello di testa, mentalità ed atteggiamento messo sul terreno dagli uomini in maglia granata. Inspiegabile, altrimenti, sarebbe la pessima esibizione della Bersagliera nel primo tempo con il Frosinone, dove i campani, tutti nessuno escluso, sono apparsi lenti, scarichi, privi di iniziativa ed attributi, oltre che di idee. Inaccettabile a prescindere quanto visto domenica scorsa all'Arechi, figuriamoci quando ciò avviene in un match decisivo laddove vi era da partire forte e mangiare letteralmente l' erba, andando ad infiammare un pubblico finalmente numeroso e ben disposto in partenza verso il cavalluccio marino.
Allo stesso modo l'atteggiamento e la presenza in partita sono stati largamente insufficienti pure a Carrara, dove la Salernitana è stata in grado di prendere in poco più di un tempo tre reti da una modesta, e inizialmente spaurita, Carrarese. Negli ultimi trenta minuti in Toscana e nella ripresa contro i ciociari gli uomini di Breda hanno cambiato totalmente spartito, apparendo molto più decisi e coraggiosi, nonché più efficaci e concreti, con la diretta conseguenza di segnare reti e di sfiorarne diverse altre. Crescite collettive significative ed impattanti nella seconda parte di gare iniziate male e disputate peggio fino a quel momento stanno a dimostrare quanto il problema sia prettamente di testa e non di gambe. Esprimersi al meglio dopo avere incassato uno o più ceffoni dagli avversari e quando pare vi sia nulla più da perdere denota, però, poca personalità e poca fiducia nei propri mezzi e, forse, pure nelle doti e capacità del condottiero, quel Breda che del gruppo dovrebbe essere il mentore ed il primo trascinatore.
Lascia il tempo che trova francamente a certi livelli il discorso dell'essere condizionati se non bloccati dall'eccessiva tensione per la classifica difficile, così come il presunto subire la pressione del pubblico all' Arechi. I giocatori veri e di personalità si vedono proprio nei momenti difficili e quando ci sarebbe da mordere le altrui caviglie per fare punti salvezza, e pure il pubblico di casa dovrebbe essere una risorsa e un problema per gli avversari. L'indirizzo d'ora innanzi dovrebbe essere proprio quello di mandare in campo chi in settimana si guadagni la titolarità dimostrando di crederci e di voler dare tutto in campo per la causa salvezza. Breda e Valentini, su input della proprietà, useranno tolleranza zero verso chi passeggiasse in campo e dimostrasse disincanto non lottando e soffrendo per la maglia granata. Non conterà più assolutamente né il curriculum né lo status dei calciatori, e in un certo senso neppure tanto i moduli e le formulette varie, per favorire una squadra di gladiatori sintonizzata su un unico risultato da conseguire: la permanenza in serie B della Salernitana.
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