Schiavone: "Bari meglio della Salernitana, ma l'Arechi è stadio che trascina"
Domenica, a 7 anni di distanza dall’ultima volta, torna Salernitana–Bari. Uno dei doppi ex più illustri pensando alla sfida è Andrea Schiavone. Il classe 1993, nato a Torino e cresciuto nelle giovanili della Juventus, ha vestito la maglia biancorossa nella stagione del ritorno dei galletti tra i professionisti collezionando 25 presenze, culminate con il ko in finale playoff contro la Reggiana.
Dalla Puglia Schiavone è successivamente passato alla Campania granata e, con la maglia della Salernitana, ha conquistato la promozione in Serie A nel 2021. Il centrocampista piemontese ha fatto il suo esordio in massima serie contro il Bologna nella prima giornata di campionato e vanta anche un gol in Serie A il 26 ottobre 2021 nella vittoria per 2-1 della Salernitana a Venezia, sua ex squadra. Ha vestito anche le maglie di Siena, Modena, Livorno, Cesena, Venezia e Sudtirol. Attualmente è svincolato dopo l’esperienza ad Olbia.
In vista della gara di domenica, abbiamo intervistato Schiavone parlando del suo presente, del passato e di alcuni singoli con cui ha condiviso il terreno di gioco.
Che impressione ti ha dato il Bari in queste prime 12 gare di campionato?
«Il Bari è partito con qualche difficoltà, ma si è ripreso bene, era tornato anche un bell’entusiasmo. Ha avuto qualche battuta d’arresto, avrebbe potuto chiudere qualche partita, ma non è riuscito a far punteggio pieno in alcune gare. Secondo me ha qualche punto in meno rispetto a quelli che avrebbe meritato».
Da esterno e da calciatore, come ti spieghi questo filotto di pareggi e questa incapacità di ritrovare la vittoria?
«Questo fa capire quanto la Serie B sia un campionato equilibrato. Secondo me è mancato qualcosina per poter vincere un paio di partite che il Bari avrebbe assolutamente meritato di portare a casa. Fa parte del percorso di una squadra che è cambiata tanto. Ha cambiato l’allenatore ed arrivava da una stagione molto difficile. A volte il pareggio è visto come due punti persi, ma è utile per muovere la classifica ogni domenica».
Quale calciatore ti ha colpito maggiormente e da chi ti aspettavi qualcosa in più?
«Per me la rosa del Bari è ottima, ad esempio Manzari sta facendo delle buone cose. Il giocatore più rappresentativo è Kevin Lasagna, da lui ci si aspetta tanto e sta lavorando molto bene per la squadra. È quel giocatore che in fase realizzativa non ha grandi numeri, ma dà una grande mano. A centrocampo ha giocatori importanti e di esperienza, vedo meglio Maita e Benali. Anche Novakovich secondo me può far bene, mi piace: ha fisico ed è cattivo».
Ti aspettavi questo rendimento di Maita in Serie B?
«Me lo aspettavo, son sincero. L’anno che arrivò da noi in C, non aveva mai giocato in Serie B: la trovavo una cosa assurda. È un giocatore completo a livello fisico, tecnico e di personalità. Ci sta una stagione dove si può avere un calo, ma lo scorso anno è stato un calo di squadra. Ero convinto che sarebbe ripartito con grande voglia. Ci siam visti a Bari, abbiamo fatto due chiacchiere e me lo aveva anche detto. È tornato il Mattia che tutti conoscono».
E da Mantovani?
«Valerio lo conosco bene, è un ragazzo d’oro e un professionista serio. È un giocatore molto forte, ha avuto un po di sfortuna per quanto riguarda i risultati di squadra, però le sue qualità e la sua applicazioni sono indiscutibili. Ero sicuro che si sarebbe potuto rilanciare a Bari».
Trovi delle similitudini tra il Bari e la Salernitana? Chi è la favorita tra le due?
«Entrambe arrivano da due stagioni difficili. La Salernitana da una retrocessione dolorosa, mentre il Bari da una stagione da dimenticare. Mentalmente son due squadre che hanno dovuto resettare. Sarà una gara bella ed equilibrata. Tutte e due vorranno far punti. Ci son dei momenti dove giocare a Salerno è difficile. Hanno una rosa importante, un pubblico che può trascinare. In questo momento vedo meglio il Bari».
25 presenze nella stagione 2019/20. Che ricordi hai di quella stagione? Ti aspettavi di essere confermato la stagione successiva? C’è qualche curiosità, qualche episodio divertente che vuoi raccontarci?
«In quella stagione c’è stato il COVID, devo dire che giocavo anche con continuità. Il ricordo più bello che ho è il gruppo, si stava bene tra di noi. La partenza non fu delle migliori, ma con con l’arrivo di Vivarini si creò una bella alchimia, facemmo un filotto positivo di partite. Purtroppo in quella finale non riuscimmo a fare una prestazione di livello. Io torno spesso a Bari, ho lasciato degli amici anche al di fuori dal campo.
Tenevo molto a quel gruppo e lasciai delle righe sulla lavagna dello spogliatoio non potendoli salutare di persona. Io sarei voluto rimanere per finire il lavoro iniziato e raggiungere quell’obiettivo che ci eravamo prefissati. Capì fin da subito che le intenzioni dell’allenatore non erano quelle di riconfermarmi, poi mi chiamò la Salernitana e decisi di andare via. Però, sinceramente, mi sarei aspettato di essere riconfermato».