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Totti: "Mi sono dispiaciute le parole di Moratti, non è andata così. Mi piacerebbe Ancelotti alla Roma, ma servono giocatori forti, ora rosa tra 5° e 6° posto. Dybala tra i 10 più forti al mondo". VIDEO!TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Oggi alle 09:00Primo piano
di Redazione Vocegiallorossa
per Vocegiallorossa.it

Totti: "Mi sono dispiaciute le parole di Moratti, non è andata così. Mi piacerebbe Ancelotti alla Roma, ma servono giocatori forti, ora rosa tra 5° e 6° posto. Dybala tra i 10 più forti al mondo". VIDEO!

Francesco Totti è intervenuto a Viva el Futbol, la trasmissione condotta da Cassano, Adani e Ventola

Il Real e il Chelsea ti avrebbero ricoperto d'oro all'epoca
"Se avessi scelto un'altra squadra avrei vinto più facilmente il Pallone d'Oro, penso, però è stata la scelta migliore rimanere qui. Quello che mi ha dato Roma non me l'avrebbe dato nessuno. Sono diventato Totti perché ho fatto questo percorso, altrimenti sarei stato uno dei tanti. Avrei avuto un'altra risonanza mediatica ma la vittoria più importante è stata rimanere a Roma. Non è stato facile, ne ho visti qui di giocatori, scarsi. Messi alla Roma quanti Palloni d'oro avrebbe vinto, con Frau, PIvotto, Rinaldi... (ride ndr)"

Hai avuto sempre richieste per andare via?
"Dal 2001 al 2010 sì, tante richieste ogni anno. Sensi si era impuntato che non mi avrebbe venduto a nessuno".

Berlusconi ha cercato di fare di tutto per portarti al Milan
"Anche Moratti e non mi sono piaciute le sue dichiarazioni di qualche giorno fa. Ha detto che Sensi aveva problemi economici e voleva vendermi all'Inter ma era il contrario. Moratti mi voleva a tutti i costi e Sensi disse di no e mi dispiace di queste dichiarazioni perché Moratti è un signore, uno dei numeri uno del calcio".

Quando hai smesso c'è stata la possibilità di continuare a giocare?
"A me è dispiaciuto per come è andata. A metà anno, la società mi disse di decidere io se continuare o meno, in base a come mi sarei sentito. Io risposi che, nel caso, avrei giocato anche gratis, non mi serve il contratto. Se continuo è perché me la sento, poi non avrei preteso la titolarità, non l'ho mai fatto, non l'avrei fatto alla fine. A tre giornate dalla fine, mi hanno detto che quello sarebbe stato il mio ultimo derby e lì mi sono un po' girate. Poi l'ultimo anno con Spalletti non sono state rose e fiori, ci può stare. Poi ho parlato con il mister, mi sono chiarito, è finita là. Io avevo il fisico per poter continuare, anche giocando 10 partite, 15, giocando mezz'ora, ma avrei potuto dare il mio contributo"

La storia di voler tornare ora a giocare è stata una cosa vera o no?
"Ho avuto richieste in Italia e all'estero. Non sono andato al Real nel 2004, non me la sentivo di cambiare alla fine. Per me è stata la vittoria più importante, tolto il mondiale e lo scudetto, chi è che lo fa".

Come si fa a spiegare quei gol che hai fatto, come il pallonetto a San Siro o la rete a Genova?
"Il genio non spiega le cose, le fa. Non pensa come le persone normali. Una persona normale, se ci pensa, non fa queste cose. Il genio le fa senza pensare. Ci sono giocatori che fanno cose istintive in campo. Quando mi arrivava la palla dal terzino e la davo senza guardare mi veniva più facile che darla di piatto a 5 metri. Poi serve che gli altri sappiano di dover ricevere il pallone. Per dire, con Spalletti giocavo falso nueve con Taddei, Perrotta e Mancini dietro di me. Giocavo a occhi chiusi, venivo incontro appena mi davano la palla De Rossi o Pizarrlo e davo la palla dietro. Anche se gli avversari lo sapevano non la prendevano mai, come le finte di Delvecchio ai derby. Ogni tanto su Youtube mi rivedo gli anni con Cassano, cose che non si vedono più".

Cosa vuoi fare da grande? Ora fai il procuratore
"Non faccio l'agente, non ho il patentino. Cerco giovani forti e cerca di farli crescere nel migliore dei modi".

Ok, ma cosa vuoi fare dopo? Direttore Tecnico? Un ruolo istituzionale nella Roma? O In Nazionale o altrove?
"Ora non penso a niente, penso a divertirmi, poi se un giorno qualcuno dovesse cercarmi valuterò. Farei difficoltà a scegliere un'altra squadra, prenderei in considerazione solo la Roma. Potrei dare un contributo per la conoscenza che ho del calcio".

Come allenatore della Roma chi ti piacerebbe?
"Per vincere servono grandi allenatori ma soprattutto grandi giocatori".

Servono giocatori più forti a Roma?
"Sì, ora il livello è medio alto, tra 5° e 6° posto, non di più".

Che allenatore vedresti bene a Roma?
"Ranieri sta facendo bene, non so se gli daranno un'altra possibilità. Se lui dovesse rimanere, penso punteranno su di lui, vediamo anche come finirà la stagione".

Un altro nome altrimenti?
"Ancelotti, ma tanto non viene, ha bisogno di grandi giocatori, bisognerebbe cambiare qualcosa. Devi cambiare la spina dorsale, gli allenatori partono tutti da lì. Ndicka è bravo, per dire. Se dovessi fare il Direttore Tecnico andrei direttamente su di lui".

Gasperini ti piace?
"Buon allenatore, ma non mi fa impazzire. Gioca uno contro uno a tutto campo, noi non potremmo mai giocare con lui, però sta facendo bene un grande campionato con l'Atalanta".

De Zerbi e Mancini?
"De Zerbi mi piace tantissimo, spero diventerà un grande allenatore. A Roma ora non so come andrebbe, potrebbe essere un punto interrogativo. A Roma ci si è abituati ora ad allenatore medi".

Mourinho?
"Lui è tra gli allenatori più forti al mondo, in base alle vittorie. Alla fine, conta il risultato. Mourinho, a Roma, ha vinto la Conference League e ha giocato una finale di Europa League, che gli vuoi dire? Lui è tra i più forti al mondo. L'allenatore è fondamentale ma deve fare il gestore. Quando hai 10-12 campioni non è facile gestirli".

Che giocatori ti piace come numero 10, escluso Messi?
"Ti dico Dybala allora, è tra i più forti in circolazione, non solo in Italia. Ai tempi nostri c'erano più talenti, oggi 5-6 in tutto il mondo. Si vede che sta bene fisicamente ora Dybala, sembra non faccia fatica. Come 10 è uno dei più forti al mondo ora. Nelle ultime partite, ha proprio un altro passo rispetto agli altri, non puoi paragonarlo però ai tempi nostri, c'erano altri giocatori all'epoca. Ai nostri tempi, il Brescia aveva gente del calibro di Pirlo, Baggio, Hubner".

Yamal?
"Tra i primi 4 al mondo ora, anche se dopo l'Europeo è calato".

Bellingham?
"Non è un 10, è tipo un Kakà, è tra i grandi giocatori anche se non mi fa impazzire. Poi me lo prenderei in squadra".

Che capitano eri?
"Semplice, umile e rispettoso verso tutti, pensavo più agli altri che a me. Non ho mai alzato la voce con nessuno, il carattere mio era questo, non riuscivo ad andare contro un compagno. A volte, quando si comportavano male, li difendevo pure, magari lì ho sbagliato, in campo però mi arrabbiavo".

Ti è mai stato un compagno antipatico?
"Non mi viene in mente nessuno ora".

Poco tempo fa hai detto di pensare di tornare a giocare. Era vero o no?
"Sì, era vero, c'è stata la possibilità. Non posso dire il nome della squadra, in Italia, in Serie A".

Perché non è andata in porto?
"Avrei dovuto cambiare tante cose, avrei dovuto cambiare città".