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tmw / roma / Primo piano
I quattro pilastri della Roma presi da Tiago Pinto
Oggi alle 21:20Primo piano
di Alessandro Carducci
per Vocegiallorossa.it
fonte L'editoriale di Alessandro Carducci

I quattro pilastri della Roma presi da Tiago Pinto

Mile Svilar è arrivato a Roma nel 2022, più o meno nell’indifferenza generale. L'allora General Manager della Roma Tiago Pinto, nelle consuete dichiarazioni rilasciate ai canali ufficiali del club, lo definì un portiere dalle “enormi potenzialità”. In due anni, Svilar si è preso Roma ed è titolare indiscusso dei giallorossi. E pensare che il portiere è arrivato nella Capitale a zero euro, preso in scadenza di contratto con il Benfica.

NDICKA L'INSOSTITUIBILE - Poi si pensa a Evan Ndicka, che ci ha messo un po’ a imporsi ma che ora non esce mai dal campo, nel senso letterale del termine dato che non ha saltato una gara di campionato (solo una in Europa) e che non viene mai sostituito. Anche lui, come Svilar, è arrivato a Roma a parametro zero. Anche lui preso da Tiago Pinto.

L'ARRIVO DI PAREDES - A centrocampo, dall’arrivo di Ranieri in poi, c’è un giocatore quasi insostituibile, il cui contratto scadrà a giugno e che potrebbe rinnovare con la Roma. Parliamo ovviamente di Leandro Paredes, arrivato nella Capitale nel 2023 per meno di 3 milioni di euro. Preso da chi? Tiago Pinto, ovviamente, e non dimentichiamo anche Matic, arrivato nel 2022 a parametro zero e protagonista di una grande stagione, prima di scappare misteriosamente l'anno successivo. Spostiamoci poi in attacco.

L'OPERAZIONE DYBALA - Qui l’operazione è molto diversa perché è vero che un fenomeno come Paulo Dybala è arrivato gratis ma con un ingaggio molto importante che, però, sta ripagando in particolare quest’anno con prestazioni che stanno trascinando la Roma in Europa. Chi lo prese? Ormai conoscete la risposta. Di errori, il povero Tiago Pinto ne ha commessi, per carità, da Vina ad Abraham (consideriamolo un errore visto il costo del suo cartellino, anche se nel primo anno ha segnato 17 gol in Serie A), passando per Celik e Shomurodov, che stanno vivendo ora un periodo positivo. Il tempo sta, però, dicendo che, pur dovendo lavorare in condizioni tremende, con limiti strettissimi e con un potere di acquisto quasi ridotto a zero, Tiago Pinto ha lasciato nella Capitale un’eredità importante. A volte, per giudicare il lavoro svolto occorre semplicemente serenità e tempo, tutto il contrario di quanto siamo abituati a fare tanto nel calcio quanto nella vita.