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Conferenza stampa - Ranieri: "La Lazio va col pilota automatico, ma nel derby tutto si azzera. Pellegrini giocherà quando sarà sereno"
ieri alle 07:55Interviste
di Redazione VG
per Vocegiallorossa.it

Conferenza stampa - Ranieri: "La Lazio va col pilota automatico, ma nel derby tutto si azzera. Pellegrini giocherà quando sarà sereno"

Claudio Ranieri, tecnico della Roma, ha parlato in conferenza stampa per presentare il derby della Capitale, in programma domenica 5 gennaio alle 20:45. Come di consueto, Vocegiallorossa.it seguirà LIVE l'evento, fornendovi la trascrizione delle dichiarazioni dell'allenatore giallorosso.

Domanda di Vocegiallorossa.it - Lei ha già preso parte a quattro derby della capitale vincendoli tutti. Dall'altra parte invece c'è Baroni che è al debutto in questo tipo di partite. Conterà anche la sua esperienza in panchina? È un fattore determinante?
"No, non credo che sia determinante. Lui mette il pilota automatico, la Lazio va col pilota automatico, bisogna riconoscerlo. Per cui certo sentirà la bellezza e il sapore di un derby da allenatore. C'è un'altra responsabilità da giocatore e da allenatore. Ma tutto qua, lui gioca col pilota automatico".

Come sta la squadra e cosa rappresenta per lei questa partita?
"Abbiamo recuperato quasi tutti. Celik ha febbre e vediamo domani se ha sfebbrato. Cosa rappresenta per me? Essendo tifoso rappresenta un po' la stracittadina, tutto quello che può pensare un tifoso, che sia romanista, laziale, del Genoa, Sampdoria, Inter, Milan. Insomma, è la partita importante, è una partita che uno senta ancora di più. Per quanto riguarda in questo momento, la classifica parla chiaro. Loro stanno vivendo un momento eccezionale, hanno fatto un girone d'andata stratosferico molto bene, giocano in velocità, con pochi tocchi, è una squadra temibilissima. Dall'altra parte il derby è il derby e fa sempre storia a sé".

Cosa vi ha fatto capire dicembre? Un suo ricordo del Derby.
"Mi ricordo da ragazzo, andavo in Curva Sud, allora c'erano ancora, la Curva Sud che era tre quarti romanista e un quarto laziale. E tutti si aspettava Dante, il capotifoso, che veniva e iniziavano i cori. Per cui ricordo quello, c'erano gli sfottò. Dicembre ci ha fatto capire che siamo una squadra che è riuscita a ricompattarsi, siamo squadra, abbiamo dei difetti e lavoriamo per eliminarli. Ancora non siamo al 100% sotto questo aspetto, però abbiamo rimesso perlomeno la nave in navigazione. Adesso dove potrà arrivare, onestamente io non ho mai promesso alle mie squadre niente di che se non lavoro, sacrificio e voglia di dare il massimo in ogni frangente di ogni partita".

Sapere che il derby si gioca soltanto per qualcosa di effimero la agita o la tranquillizza?
"Non vale solo per i tifosi, allora vale anche per me, per cui non mi tranquillizza (ride ndr). Il derby è il derby, così come dall'altra parte ci tengono a far bene e a vincere la gara, così ci teniamo noi a far bene e a vincere la gara. Magari per voi che scrivete, dovete, certo, abbiamo tutti vissuto altri tipi di derby, però il derby è il derby, non conta la classifica, non conta nulla. Si azzera tutto, è una partita dove tutto si azzera, con la stessa voglia di far bene, tanta determinazione e voglia di far bene. L'agitazione non è una buona motivazione, la motivazione è nella consapevolezza della forza dell'avversario, della tua forza e di quello che si deve fare per cercare di vincere".

Domani ci saranno alcuni debuttanti. Sarà un vantaggio o uno svantaggio?
"Io credo sempre che il vantaggio è mettere giocatori che stiano bene fisicamente, che facciano reparto, che facciano squadra. Poi, al di là dei debuttanti o non debuttanti, sia importante che stiano bene fisicamente, moralmente e in connessione l'uno con l'altro. E quella è la mia ricerca".

Perché Pellegrini non lo fa giocare nonostante avete molto feeling?
"Sento molto feeling con Lorenzo. È solo una questione psicologica, perché tecnicamente lo considero, come dico sempre, uno dei migliori centrocampisti in Europa, perché sono pochi i centrocampisti che fanno gol, e chi ce li ha li dovrebbe tenere stretti, però lui soffre questo fatto dei tifosi. E io devo tenere presente se un giocatore se ne fa carico o gli scivolano via. Lorenzo se li carica tutti, e questo è il peccato, il suo peccato è questo, che si carica tutti i problemi, e invece dovrebbe giocare con naturalezza così come era abituato a fare. E solo così può ritornare il giocatore che è libero da ogni peso, lui si porta dei macigni dietro. Non è facile giocare in casa che se fa uno, due, tre errori il beniamino del pubblico non succede niente. Fa un mezzo errore lui e subito viene caricato di negatività, di responsabilità. Ecco, io devo tenere presente questo. Il giorno che lui lo vedo sereno e tutto, avete visto che non ho avuto nessun problema a metterlo a San Siro e stava per fare gol, proprio per quello che dico, che lui ha la capacità di arrivare a fare gol nel momento giusto".

Sta pensando a qualcosa di particolare per arginare la Lazio sulle corsie? La preoccupa qualcosa di diverso?
"La squadra di Baroni è una squadra che ha trovato il suo bandolo della matassa, per cui sono bravi sugli esterni, sono bravi centralmente, giocano in velocità, ripartono ogni volta mille all'ora. È tutto l'insieme. Tengo in considerazione tutte le cose, così come sono convinto che anche Baroni starà tenendo in considerazione tutte le qualità e le difficoltà della Roma". 

Sull'emotività della partita. 
"Nella gestione del gruppo i derby si caricano da soli, perché sono i tifosi che già te lo fanno vivere in ogni manifestazione. Noi abbiamo aperto il Tre Fontane per dare il buon anno e i tifosi l'hanno sentita come uno stimolo per il derby. No, noi l'abbiamo fatto soltanto per incontrare i nostri tifosi, le nostre famiglie. Non dovevano darci un di più, perché già ce l'hanno dato in ogni manifestazione, in ogni partita ci danno quell'affetto e quell'amore che noi cerchiamo di ripagare. Sì, loro sono lassù, stanno in Champions League, è logico che loro hanno la consapevolezza che vogliono arrivare in Champions League una volta che l'hanno toccata e vogliono restare lassù. Forse sono retorico, ma ogni derby è a sé stante, non conta la classifica, non conta nulla. Soltanto quando le due squadre al fischio dell'arbitro iniziano e ci saranno diverse partite nella partita". 

Sul rapporto con i tifosi.
"Io credo che siamo tutti uniti, no? La proprietà, i massaggiatori, i magazzinieri, lo staff medico, tutti quanti siamo lì spingendo per far bene. E anche i tifosi stanno facendo la loro parte. Abbiamo fatto pace. Io ho una certa età e una volta si diceva che alla Roma non si discute, si ama. Ecco, io l'ho sempre amata e continuerò ad amarla, nel bene e nel male. Ricordo da bambino, un presidente fece anche la colletta, e quei tifosi diventarono soci vitalizi. Per cui i Friedkin ci hanno messo tanti soldi, sarebbe ora di dargli qualche soddisfazione".