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Kvaratskhelia, simbolo di un calcio che vive in una bolla… E su CR7…
Kvaratskhelia, uno degli uomini cardine del Napoli di ieri e oggi, ha deciso di fare le valigie e andarsene a Parigi. Ad una prima, superficiale, analisi, sembrerebbe pura follia. Come può un giocatore andarsene nel bel mezzo di una stagione stellare da parte del suo club? Conte ha riportato i partenopei al vertice del calcio italiano e, perché no, potrebbe anche vincere lo Scudetto. E Kvara che fa? Si mette di traverso e decide che il suo tempo a Napoli è finito… In realtà, c’è molto altro dietro alla scelta del georgiano. Non c’è una verità assoluta ma tanti punti di vista, ognuno con argomentazioni importanti. Partiamo dal pensiero del giocatore. Arrivato a Napoli a luglio del 2022, il georgiano è convinto di aver contribuito, in maniera più che tangibile, ai successi recenti del club azzurro e sperava di essere “ringraziato” con un adeguamento importante del suo contratto iniziale, pari a circa 1,5 milioni di euro a stagione. Non essendo riuscito a modificare il contratto in essere (scadenza 2027), ecco che si è deciso a fare le valigie per farsi pagare lautamente dal PSG (ingaggio da, bonus compresi, circa 10 milioni di euro all’anno). Come se non bastasse, fare tutta la stagione senza le coppe pare abbia pesato più del previsto sul suo karma…
C’è poi la visione del Napoli. Ha puntato su Kvara quando era un signor nessuno. Ha un contratto garantito sino al 2027 a 1,5 milioni di euro a stagione e, soprattutto, ha pagato il cartellino del georgiano “solo” 10 milioni di euro. Di conseguenza, davanti ad un giocatore scontento e alla possibilità di portare a casa 70/80 milioni, non può far finta di nulla.
Ha tutt’altre sensazioni Conte che, come ha perfettamente spiegato nella ormai leggendaria conferenza stampa, è rimasto deluso per non aver acceso la scintilla in Kvaratshelia e che ora è costretto a restarsene in disparte, sperando che, al posto del suo esterno d’attacco, arrivi qualcuno di buono…
Infine, c’è il pensiero dei tifosi (non solo quelli partenopei) che vedono un campione come Kvara lasciare la Serie A essenzialmente per soldi e, in secondo luogo, per motivi sportivi. Tutti hanno un pizzico di ragione ma, in realtà, Kvara è solo l’ultimo esempio di un mondo, quello del calcio, in cui la realtà non è un fattore determinante. Il calcio è una bolla con le sue leggi che, nella realtà, non hanno valore. Non bisogna sorprendersi della decisione di Kvara. Ormai tutti i calciatori guardano al proprio interesse, esattamente come le società o i procuratori. Ognuno fa del suo meglio per guadagnare di più, sia a livello economico che sportivo. Le bandiere non ci sono da una vita, l’attaccamento della maglia vale solo al presente, non per il futuro. Baciare lo stemma del proprio club è un mero esercizio privo di fondamento (salvo rari casi). Certo, è un calcio “avariato” ma è l’unico che abbiamo…
In tutto questo, Cristiano Ronaldo, classe 1985, sta per rinnovare il suo contratto con l’Al-Nassr per una cifra attorno ai 200 milioni di euro. Non vi sembra che il calcio sia una bolla a sé stante?
C’è poi la visione del Napoli. Ha puntato su Kvara quando era un signor nessuno. Ha un contratto garantito sino al 2027 a 1,5 milioni di euro a stagione e, soprattutto, ha pagato il cartellino del georgiano “solo” 10 milioni di euro. Di conseguenza, davanti ad un giocatore scontento e alla possibilità di portare a casa 70/80 milioni, non può far finta di nulla.
Ha tutt’altre sensazioni Conte che, come ha perfettamente spiegato nella ormai leggendaria conferenza stampa, è rimasto deluso per non aver acceso la scintilla in Kvaratshelia e che ora è costretto a restarsene in disparte, sperando che, al posto del suo esterno d’attacco, arrivi qualcuno di buono…
Infine, c’è il pensiero dei tifosi (non solo quelli partenopei) che vedono un campione come Kvara lasciare la Serie A essenzialmente per soldi e, in secondo luogo, per motivi sportivi. Tutti hanno un pizzico di ragione ma, in realtà, Kvara è solo l’ultimo esempio di un mondo, quello del calcio, in cui la realtà non è un fattore determinante. Il calcio è una bolla con le sue leggi che, nella realtà, non hanno valore. Non bisogna sorprendersi della decisione di Kvara. Ormai tutti i calciatori guardano al proprio interesse, esattamente come le società o i procuratori. Ognuno fa del suo meglio per guadagnare di più, sia a livello economico che sportivo. Le bandiere non ci sono da una vita, l’attaccamento della maglia vale solo al presente, non per il futuro. Baciare lo stemma del proprio club è un mero esercizio privo di fondamento (salvo rari casi). Certo, è un calcio “avariato” ma è l’unico che abbiamo…
In tutto questo, Cristiano Ronaldo, classe 1985, sta per rinnovare il suo contratto con l’Al-Nassr per una cifra attorno ai 200 milioni di euro. Non vi sembra che il calcio sia una bolla a sé stante?
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