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Luca Marchetti: “La Roma non ha punti di riferimento. Questo limbo è inaccettabile”
Durante l'appuntamento odierno con L’Editoriale sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto Luca Marchetti. Queste le sue parole:
Cosa sta succedendo in casa Roma?
“I Friedkin ci hanno abituato alle sorprese, l’arrivo di Mourinho è stato un fulmine a ciel sereno, l’esonero di De Rossi è stato un fulmine a ciel sereno. Oggi se parli con qualcuno all’interno di Trigoria ti dicono che non c’è fretta, ma facendo passare tempo siamo arrivati a novembre e la stagione è già saltata per aria. Oggi è difficile pensare di gestire una società senza dirigenti che conoscano il tessuto dove operano. Parliamo di dinamiche, altre proprietà americane in Italia hanno dirigenti che sono punti di riferimento. Questo manca alla Roma, se arriva Guardiola non risolve i problemi. Magari ne avrà di meno, ma se domani mattina a Roma arriva un allenatore normale come Juric senza alcun appoggio cosa pensate che possa fare? Troverà milioni di difficoltà come Juric. I dirigenti non è che risolvono solo problemi, spesso li creano, ma ti aiuta nella gestione dello spogliatoio e non solo. Questa è una cosa che non concepisco, si possono sbagliare le scelte ma rimanere in questo limbo di incertezza non è accettabile. Il problema principale della Roma non è l’allenatore”.
Che prospettive può avere la Roma?
“Il progetto di quest’estate non era improvvisato. C’era una linea, poi la si può condividere o meno. La linea era quella della continuità con De Rossi, con un amministratore delegato che aveva piena fiducia della società e un direttore sportivo emergente che meritava questa chance. Non deve esserci sempre un Pantaleo Corvino come direttore sportivo che ha la sua esperienza. Va benissimo il profilo giovane, il problema è che il progetto è naufragato e con cosa è stato sostituito? Chi ha esonerato De Rossi non c’è nessuno, al suo posto non è arrivato nessuno. Al posto di De Rossi non c’è nessuno, il tifoso della Roma deve pretendere una spiegazione. Questa è una proprietà che non parla come altre proprietà estere, il problema non è parlare ma comunicare. Se c’è un tuo dirigente di fiducia che parla per nome e conto tuo va benissimo. Qualcuno conosce il proprietario di Oaktree? No, però nessuno mette in discussione le parole di Marotta”.
Quale potrebbe essere il nome più adatto per la panchina della Roma?
“Con quale criterio viene scelto l’allenatore? Perché viene scelto un allenatore, perché si preferisce un Mancini rispetto a un Terzic? Serve un allenatore di esperienza, che sappia gestire bene questa situazione. Per me il nome di garanzia sarebbe Allegri, se prendi in considerazione quello di cui ha bisogno la Roma il miglior nome è il suo. L’altro potrebbe essere Ranieri, ma Allegri conosce anche alcuni elementi della rosa e può fare bene”.
Cosa pensi della scelta del Lecce di ripartire da Giampaolo?
“Sono felice che Giampaolo continui ad allenare in Serie A. La proprietà ha voluto dare continuità rispetto al lavoro dello scorso anno, il presidente Sticchi Damiani e Corvino hanno voluto insistere sull’idea di proporre gioco. L’ironia del destino è che l’esonero di Gotti sia arrivato dopo una partita giocata contro D’Aversa”.
Cosa sta succedendo in casa Roma?
“I Friedkin ci hanno abituato alle sorprese, l’arrivo di Mourinho è stato un fulmine a ciel sereno, l’esonero di De Rossi è stato un fulmine a ciel sereno. Oggi se parli con qualcuno all’interno di Trigoria ti dicono che non c’è fretta, ma facendo passare tempo siamo arrivati a novembre e la stagione è già saltata per aria. Oggi è difficile pensare di gestire una società senza dirigenti che conoscano il tessuto dove operano. Parliamo di dinamiche, altre proprietà americane in Italia hanno dirigenti che sono punti di riferimento. Questo manca alla Roma, se arriva Guardiola non risolve i problemi. Magari ne avrà di meno, ma se domani mattina a Roma arriva un allenatore normale come Juric senza alcun appoggio cosa pensate che possa fare? Troverà milioni di difficoltà come Juric. I dirigenti non è che risolvono solo problemi, spesso li creano, ma ti aiuta nella gestione dello spogliatoio e non solo. Questa è una cosa che non concepisco, si possono sbagliare le scelte ma rimanere in questo limbo di incertezza non è accettabile. Il problema principale della Roma non è l’allenatore”.
Che prospettive può avere la Roma?
“Il progetto di quest’estate non era improvvisato. C’era una linea, poi la si può condividere o meno. La linea era quella della continuità con De Rossi, con un amministratore delegato che aveva piena fiducia della società e un direttore sportivo emergente che meritava questa chance. Non deve esserci sempre un Pantaleo Corvino come direttore sportivo che ha la sua esperienza. Va benissimo il profilo giovane, il problema è che il progetto è naufragato e con cosa è stato sostituito? Chi ha esonerato De Rossi non c’è nessuno, al suo posto non è arrivato nessuno. Al posto di De Rossi non c’è nessuno, il tifoso della Roma deve pretendere una spiegazione. Questa è una proprietà che non parla come altre proprietà estere, il problema non è parlare ma comunicare. Se c’è un tuo dirigente di fiducia che parla per nome e conto tuo va benissimo. Qualcuno conosce il proprietario di Oaktree? No, però nessuno mette in discussione le parole di Marotta”.
Quale potrebbe essere il nome più adatto per la panchina della Roma?
“Con quale criterio viene scelto l’allenatore? Perché viene scelto un allenatore, perché si preferisce un Mancini rispetto a un Terzic? Serve un allenatore di esperienza, che sappia gestire bene questa situazione. Per me il nome di garanzia sarebbe Allegri, se prendi in considerazione quello di cui ha bisogno la Roma il miglior nome è il suo. L’altro potrebbe essere Ranieri, ma Allegri conosce anche alcuni elementi della rosa e può fare bene”.
Cosa pensi della scelta del Lecce di ripartire da Giampaolo?
“Sono felice che Giampaolo continui ad allenare in Serie A. La proprietà ha voluto dare continuità rispetto al lavoro dello scorso anno, il presidente Sticchi Damiani e Corvino hanno voluto insistere sull’idea di proporre gioco. L’ironia del destino è che l’esonero di Gotti sia arrivato dopo una partita giocata contro D’Aversa”.
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