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Caos Roma: dopo l'esonero di Juric anche Ghisolfi è a rischio
Continuano ad essere ore movimentate in casa Roma: dopo l’esonero di Ivan Juric a seguito della sconfitta con il Bologna è tempo di colloqui. La proprietà americana non ha fretta e sembrerebbe che stia valutando diversi profili: da Mancini ad Allegri, da Ranieri a Garcia, per giungere poi a Potter, Lampard e Terzic.
L’uscita di scena del tecnico croato arriva dopo 53 giorni, meno di due mesi in panchina, un periodo segnato da tensioni crescenti e risultati deludenti. Dopo la sconfitta contro il Verona, Juric aveva confidato ai giocatori che restavano solo due gare per tentare di cambiare rotta. Tuttavia, i passi falsi di Bruxelles e, infine, contro il Bologna hanno accelerato la sua uscita: così a comunicargli la decisione effettiva dell’esonero è stato poi Dan Friedkin al termine della gara.
Questo nuovo scossone rischia però di coinvolgere l’attuale direttore dell’area tecnica, Florent Ghisolfi. Nonostante sia uno degli ultimi dirigenti di spicco rimasti, la sua posizione sembra essere in bilico, a causa della mancata soddisfazione della proprietà americana per il suo operato.
L’organigramma della Roma potrebbe così subire un ulteriore ridimensionamento, in un momento in cui manca anche un CEO fisso dopo le dimissioni di Lina Souloukou a settembre. Tra i candidati per questo ruolo, i nomi di Giovanni Carnevali, Alberto Uncini Manganelli e Marzio Perrelli, mentre si considera anche il ritorno di Gian Paolo Montali, figura di esperienza nella storia del club.
In questo clima di instabilità, la Roma si trova a un bivio: ogni scelta della proprietà, dal nuovo allenatore alla riorganizzazione della dirigenza, avrà ripercussioni significative sul futuro del club. I Friedkin stanno valutando ogni decisione con estrema cautela, consapevoli che una guida stabile e una visione chiara sono essenziali per riportare la Roma a un percorso di crescita e competitività. Al di là dei nomi e dei ruoli, ciò che sembra mancare è un senso di continuità che possa consolidare le fondamenta del progetto sportivo.
Se la Roma riuscirà a trovare le giuste figure per guidare squadra e società, potrà forse avviare una nuova fase, improntata a obiettivi più ambiziosi e a una stabilità che, finora, è stata troppo spesso minata. Ora più che mai, i tifosi aspettano non solo risultati, ma un progetto che ispiri fiducia e un’identità forte capace di rispecchiare la passione e la storia del club.
L’uscita di scena del tecnico croato arriva dopo 53 giorni, meno di due mesi in panchina, un periodo segnato da tensioni crescenti e risultati deludenti. Dopo la sconfitta contro il Verona, Juric aveva confidato ai giocatori che restavano solo due gare per tentare di cambiare rotta. Tuttavia, i passi falsi di Bruxelles e, infine, contro il Bologna hanno accelerato la sua uscita: così a comunicargli la decisione effettiva dell’esonero è stato poi Dan Friedkin al termine della gara.
Questo nuovo scossone rischia però di coinvolgere l’attuale direttore dell’area tecnica, Florent Ghisolfi. Nonostante sia uno degli ultimi dirigenti di spicco rimasti, la sua posizione sembra essere in bilico, a causa della mancata soddisfazione della proprietà americana per il suo operato.
L’organigramma della Roma potrebbe così subire un ulteriore ridimensionamento, in un momento in cui manca anche un CEO fisso dopo le dimissioni di Lina Souloukou a settembre. Tra i candidati per questo ruolo, i nomi di Giovanni Carnevali, Alberto Uncini Manganelli e Marzio Perrelli, mentre si considera anche il ritorno di Gian Paolo Montali, figura di esperienza nella storia del club.
In questo clima di instabilità, la Roma si trova a un bivio: ogni scelta della proprietà, dal nuovo allenatore alla riorganizzazione della dirigenza, avrà ripercussioni significative sul futuro del club. I Friedkin stanno valutando ogni decisione con estrema cautela, consapevoli che una guida stabile e una visione chiara sono essenziali per riportare la Roma a un percorso di crescita e competitività. Al di là dei nomi e dei ruoli, ciò che sembra mancare è un senso di continuità che possa consolidare le fondamenta del progetto sportivo.
Se la Roma riuscirà a trovare le giuste figure per guidare squadra e società, potrà forse avviare una nuova fase, improntata a obiettivi più ambiziosi e a una stabilità che, finora, è stata troppo spesso minata. Ora più che mai, i tifosi aspettano non solo risultati, ma un progetto che ispiri fiducia e un’identità forte capace di rispecchiare la passione e la storia del club.
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