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Oltre 100 milioni di euro per rischiare di retrocedere
Tredici punti in dodici partite, con Napoli e Atalanta alla finestra. Non è certo un ruolino di marcia invidiabile quello della Roma, a meno cinque (ma con una gara in più) dalla possibile Conference League, ma a meno undici dalla Juventus che è sesta. Meno dodici dalla Champions con in mezzo tantissime squadre e il rischio, concreto, di essere invischiati nella zona rossa nelle prossime settimane considerando i (soli) quattro punti di vantaggio sul Lecce terzultimo. Di più, un'instabilità conclamata, due allenatori già cambiati e l'intenzione di non tornare sui propri passi perché De Rossi è diventato troppo ingombrante per tutti e una sua (ri)chiamata vorrebbe dire consegnarsi mani e piedi all'allenatore.
La realtà è che la Roma è un disastro soprattutto dirigenziale. Dall'arrivo di Lina Souloukou è stato un problema dietro l'altro, fra allenatori esonerati - Mourinho e De Rossi - dirigenti costretti alle dimissioni come Tiago Pinto (che in un modo o nell'altro avevano mantenuto la barra dritta), ma anche una campagna ecumenica di taglio del personale e dei costi che ha portato a un ambiente tutt'altro che piacevole, sia per chi ci lavora sia per chi riempiva l'Olimpico, partita dopo partita. Sessantamila che si sono sentiti traditi sì per la scelta di esonerare De Rossi, ma non ha nemmeno aiutato portare Ghisolfi come ds, né smembrare la società.
E poi c'è il calciomercato: 100 milioni spesi per rischiare di retrocedere. Alcuni acquisti sono straordinari, come Dovbyk o Manu Koné, ma altri sono davvero improvvisati, come Le Fee. Poi da capire la gestione di Hermoso e Hummels, ma anche Abdul Hamid e Dahl sembrano non all'altezza. Dybala "gestito" per la questione rinnovo, Soulé che subisce la pessima stagione di tutti gli altri. Insomma, continuare così rischia di essere addirittura delittuoso.
La realtà è che la Roma è un disastro soprattutto dirigenziale. Dall'arrivo di Lina Souloukou è stato un problema dietro l'altro, fra allenatori esonerati - Mourinho e De Rossi - dirigenti costretti alle dimissioni come Tiago Pinto (che in un modo o nell'altro avevano mantenuto la barra dritta), ma anche una campagna ecumenica di taglio del personale e dei costi che ha portato a un ambiente tutt'altro che piacevole, sia per chi ci lavora sia per chi riempiva l'Olimpico, partita dopo partita. Sessantamila che si sono sentiti traditi sì per la scelta di esonerare De Rossi, ma non ha nemmeno aiutato portare Ghisolfi come ds, né smembrare la società.
E poi c'è il calciomercato: 100 milioni spesi per rischiare di retrocedere. Alcuni acquisti sono straordinari, come Dovbyk o Manu Koné, ma altri sono davvero improvvisati, come Le Fee. Poi da capire la gestione di Hermoso e Hummels, ma anche Abdul Hamid e Dahl sembrano non all'altezza. Dybala "gestito" per la questione rinnovo, Soulé che subisce la pessima stagione di tutti gli altri. Insomma, continuare così rischia di essere addirittura delittuoso.
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