Pescara, dall'illusione alla realtà: ora serve reagire
L’avvio di stagione del Pescara aveva fatto sognare tutti. Con 29 punti conquistati nelle prime 11 partite e una striscia record di 6 vittorie consecutive in trasferta, i biancazzurri sembravano destinati a dominare il campionato. Ma il ritmo travolgente di inizio stagione si è rivelato insostenibile: nelle ultime 10 gare sono arrivati appena 12 punti, con una media di 1,2 a partita. Una media che garantirebbe la salvezza, ma non certo la promozione.
Il Pescara di Baldini, nella sua versione iniziale, era forse troppo bello per essere vero. Organizzato, compatto e a tratti entusiasmante più per i risultati che per il gioco espresso, ha superato ogni aspettativa grazie a un mix di brillantezza psicofisica, un pizzico di fortuna e le intuizioni tattiche dell’allenatore. Oggi, però, il Delfino è l’ombra di quella squadra: molle, inconcludente e ben lontano dal suo potenziale.
Nei primi due mesi e mezzo, il Pescara ha probabilmente viaggiato oltre i propri limiti, mentre ora raccoglie meno di quanto potrebbe e dovrebbe. Tuttavia, il vero volto di questa squadra sembra più vicino a quello attuale che a quello iniziale: un gruppo capace di creare gioco, ma con evidenti difficoltà in zona gol, e sostenuto in passato da una brillantezza che oggi appare smarrita.
A complicare il quadro c’è anche il nuovo scenario psicologico. Dopo settimane passate a guardare tutti dall’alto, il Pescara si ritrova ora nella scomoda posizione di dover inseguire. Da “lepre” è diventato “cacciatore”, una dinamica che potrebbe influire sulla tenuta mentale del gruppo.
In questo contesto, la società ha un ruolo cruciale: intervenire sul mercato con tempestività e precisione. Non c’è tempo da perdere né spazio per errori. Servono rinforzi immediati per permettere a Baldini di mantenere vivo il sogno della Serie B. La magia da sola non basta più: ora servono concretezza, qualità e, soprattutto, una ritrovata solidità.